Maturità turbo. E dintorni.
Scaramucce di 'politica estiva’. Forse in parte sì, ma anche no.
Nei giorni scorsi il PD è stato (nuovamente) accusato di sudditanza nei confronti della SVP in occasione delle pittoresche mozioni sulla ‘nazionale’ di calcio sudtirolese e sull’abolizione del termine ‘altoatesino’.
Ebbene: ieri durante la sua conferenza stampa #primotempo l’assessore e vicepresidente della Provincia Christian Tommasini è partito per così dire in contropiede, cogliendo l’occasione di una domanda dei giornalisti presenti per lanciare una sfida indiretta ma prontamente raccolta come un riflesso pavloviano da Dolomiten ed SVP.
Alla presentazione della nuova sezione trilingue ed internazionale del liceo pedagogico Pascoli (che per Dolomiten si trova ancora in via Combattenti stando alla foto pubblicata, n.d.r.) pericolosamente dotata di assoluta parità nelle ore d’insegnamento in italiano, tedesco ed inglese (10), Tommasini ha associato un auspicio. E cioè che nella scuola italiana dell’Alto Adige nel prossimo futuro si possa avviare un progetto pilota che consenta agli studenti di conseguire la maturità in 4 anni, avvicinando le tempistiche (e la qualità della formazione) alla prassi ed agli standard europei.
Naturalmente l’assessore Tommasini ha poi condito il tutto, riaffermando le tre parole chiave del suo programma politico per la legislatura.
Proprio le stesse tre parole, tradotte in ‘Offen, dynamisch e mehrsprachig’, sono state quindi riferite da Dolomiten con preoccupazione nell’apertura dell’edizione di oggi del giornale. Indicando in esse la sintesi dell’evidentemente pericolosa visione della società altoatesina da parte del vicepresidente della Provincia. Non solo: il quotidiano riferisce dello stupore manifestato al contempo dall’intendente della scuola tedesca Peter Höllrigl e dell’assessore alla scuola tedesca ed Obmann SVP Philipp Achammer. Che sarebbero stati completamente all’oscuro del progetto di Tommasini.
Nell’articolo di Dolomiten Achammer entra anche nel merito, affermando che se Tommasini gliene avesse parlato lui avrebbe potuto riferirgli che la maturità-turbo già da tempo viene sperimentata in Germania, ma che i risultati non sarebbero poi così positivi tant’è vero che in Baviera diverse scuole che l’avevano adottata stanno facendo un passo indietro. Achammer coglie l’occasione anche per dare un giudizio di fondo sull’impostazione della scuola superiore in Italia.
“Il problema della scuola italiana sta nel fatto che è troppo teorica, non che la maturità arriva troppo tardi”
La meraviglia e il fastidio manifestato da SVP e dintorni viene commentata stamani a caldo da Christian Tommasini che di per sé non pare parimenti sorpreso. Quasi come se il passo fosse stato davvero politicamente voluto.
“Non ne ho parlato con Achammer e Höllrigl? Beh, in effetti è possibile che ciò sia accaduto visto che in merito alla maturità in 4 anni abbiamo preso solo i primi contatti a livello nazionale per capire come muoverci, in particolare facendo riferimento ad un progetto pilota già attivato a Villafranca in provincia di Verona”
Non ci sono grandi novità, di per sé. Tommasini confrontandosi con i giornalisti nella conferenza stampa di metà legislatura ha in sostanza ribadito di considerare il miglioramento della scuola italiana come una priorità della sua azione politica. Nella prospettiva della scuola plurilingue ma non solo.
“Lo strumento che abbiamo adottiamo è quello delle sperimentazioni per le quali occorre un’autorizzazione specifica da parte del ministero”, conferma Tommasini facendo esplicito riferimento al suo ’cortile’ e cioè alla scuola in lingua italiana. Aggiungendo: “noi vogliamo che i nostri ragazzi diventino effettivamente in grado di giocarsela con i loro coetanei a livello europeo”.
E la scuola tedesca?
La domanda, proprio così brutalmente formulata, è stata rivolta dal Dolomiten ad Achammer e Höllrigl, ottenendo le risposte già riportate. Giriamo la stessa domanda prontamente a Tommasini, per vedere l’effetto che fa.
“Achammer ha ragione nel dire che la scuola italiana soffre del fatto che è troppo teorica. Per questo bisogna intervenire. Il plurilinguismo ormai è una realtà per tutti. In passato mi sono dovuto confrontare e litigare con la parte di lingua tedesca per spingere nella direzione della scuola plurilingue. Ora il rapporto è ottimo perché i progetti sono in campo. Io sto con i piedi per terra ma in astratto mi piacerebbe che si potesse andare verso una scuola unica o almeno molto più coordinata. Si tratta di un obiettivo di lungo periodo, raggiungibile quando effettivamente molti più ragazzi saranno bilingui.”
E allora?
Tommasini precisa: “attualmente le differenze sono ancora molto importanti e questa terra vive anche e soprattutto del rispetto delle differenze”. Facendo anche i complimenti alla scuola di lingua tedesca.
“Su molti punti loro sono avanti e da loro bisogna imparare. Nella didattica ‘pratica’ ad esempio. Bisogna dire anche che si tratta anche di un altro tipo di società, se volgiamo. Sulle lingue posso dire che noi italiani abbiamo sentito forte questa esigenza e quindi ci abbiamo insistito. Ma non solo sul tedesco: l’inglese lo abbiamo a partire dalla prima elementare ed ora abbiamo un progetto che lo porta in tutte le scuole dell’infanzia. Nella scuola tedesca loro con l’inglese fanno meno fatica di noi perché partono da una lingua germanofona. Poi non bisogna dimenticare che loro hanno la necessità di promuovere l’uso del Hochdeutsch a scuola. Un problema che noi non abbiamo.”
Per Christian Tommasini è importante che le tre articolazioni della scuola altoatesina possano muoversi in autonomia nel loro contesto, insomma.
“Lasciamo che ogni scuola sperimenti quello che è più in linea con le proprie esigenze e poi confrontiamoci sulle esperienze migliori”, conclude Tommasini dicendosi convinto che “in futuro comunque lavoreremo sempre di più insieme”.
“Il mondo è cambiato in pochi anni. E la scuola deve reagire di conseguenza. Non si tratta di progetti facili, perché si tratta di riformulare tutto e vedere se funziona. Non è solo una questione di curricoli e didattica. Se tu fissi gli obiettivi formativi con gli studenti loro si sentono molto partecipi e cambia tutto.“
Insomma: a quanto pare l’assessore alla scuola italiana sembra aver assunto ormai il ruolo di apripista, nel bene e nel male e con tutti i limiti del caso, per quanto riguarda l’evoluzione plurilinguistica della società altoatesina dal punto di vista del sistema formativo.
A questo punto però sorge un interrogativo: il mondo di lingua tedesca e la SVP ne sono veramente consapevoli?
E poi - soprattutto - sono e saranno in grado di accettarlo e digerirlo?
Staremo a vedere.
sono d'accordo sul
sono d'accordo sul plurilingue ma la maturità turbo fa solo senso se i programmi vengono rivisti radicalmente (aspetto che non è stato considerato nelle scuole tedesche (germaniche) che adesso tornano indietro)!