Environment | Dolomiti Unesco

“Marmolada libera dal cemento”

A chiederlo è Mountain Wilderness, che denuncia: “Imprenditori della Val Gardena sostenevano la costruzione di un impianto di risalita proprio nella zona della valanga”.
Marmolada
Foto: Othmar Seehauser

"Una tragedia che deve farci riflettere". Lo ha detto Mario Draghi, in visita a Canazei all'indomani della valanga sulla Marmolada, e lo ripete con più forza (e argomenti) Mountain Wilderness Italia. Il Consiglio direttivo dell'associazione ha diffuso un ampio comunicato in cui spiega le ragioni della propria preoccupazione: "I ghiacciai urlano con forza dirompente la loro sofferenza causata dai cambiamenti climatici in atto, che modificano in modo sempre più veloce le alte quote: le montagne diventano instabili, crollano pareti e i ghiacci franano a valle". Il ghiacciaio della Marmolada "sta morendo, scomparirà nell'arco di 20 o 30 anni". In tutto questo "la politica incolpa il clima, ma non fa nulla di concreto per mitigare gli effetti della nostra impronta ecologica sempre più pesante".

 

 

Mountain Wilderness cita alcuni casi concreti: "Pochi anni fa un amministratore pubblico di Canazei, nel sostenere l’allargamento dell’area sciabile sul ghiacciaio della Marmolada, in piena zona tutelata dall’UNESCO affermava che la Marmolada è grande, può sopportare anche il raddoppio degli sciatori" e "fino al giorno della tragedia, amministratori trentini e veneti sostenevano un collegamento funiviario da Alba di Canazei verso Passo Fedaja per poi arrivare nei pressi di punta Rocca". Secondo MW, "l’amministrazione di Canazei voleva la nuova funivia fino a Punta Rocca, imponendo al ghiacciaio perfino un pilone alto 65 metri", mentre "imprenditori della val Gardena stanno sostenendo un nuovo impianto che da Fedaja superi Pian dei Fiacconi per poi raggiungere Punta Rocca. Ricordiamo che l'eventuale impianto sarebbe proprio passato sulla linea della caduta della valanga di ghiaccio", ricorda l'associazione.

 

Basta insediamenti umani, più sobrietà

 

L'auspicio degli ambientalisti è che il versante nord della Marmolada diventi "uno spazio libero da insediamenti umani. Una montagna liberata da cementi, da funi e telecabine. Uno spazio che permetta a noi tutti, sia nella stagione turistica invernale che in quella estiva, di ritrovare sulle alte quote i valori della spiritualità, la genuinità della montagna, il senso del limite, di poter riappropriarci, grazie alla fatica delle salite, del respiro di tanti silenzi e dei paesaggi fantastici presenti in Dolomiti, senza più sedie a sdraio, ciabatte, musica ad alto volume". "Questa tragedia che ha colpito tanto in profondità l’opinione pubblica italiana e mondiale - prosegue il comunicato - dovrebbe portarci a rivedere la frequentazione dell’intero gruppo della Marmolada in modo diverso, sobrio, leggero".

Per Mountain Wilderness la protagonista di questo disegno dovrebbe essere la Fondazione Dolomiti UNESCO "da noi sollecitata in tal senso da anni, ma oggi priva di respiro e strategia, immobilizzata dagli egoismi dei singoli territori che ancora leggono il turismo in modo selvaggio, costruito su numeri, su traffico, sul potenziamento di rifugi ed altre infrastrutture". Solo partendo dalla Regina delle Dolomiti, offrendo a questa il ruolo che le spetta, si potrà restituire ospitalità e bellezza alle Dolomiti intere.

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M A Fri, 07/08/2022 - 07:22

Es wäre Courage, wenn diese Gipfelseilbahnen abgebaut würden, welche nur der billigen/kostspieligen Touristenbelustigung dienen und ansonsten keinen größeren Nutzen für die Allgemeinheit haben.
- Marmolada
- Tofane
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