ASGB attacca i ‘risparmi’ di Schael
Mentre l’ex direttore della ASL Andreas Fabi continua ad essere al centro dell’attenzione per il suo operato ed il suo inquadramento, a far discutere nelle ultime ore è il neo direttore dell’Azienda Sanitaria altoatesina Thomas Schael, 'scivolato' in una polemica suscitata da una sua battuta, poco felice, relativa alle ultime settimane di vita degli ammalati oncologici.
Nell’annunciare tagli nelle spese dei farmaci, nello specifico oncologici, Schael si è lasciato andare (“non ha senso regalare una settimana in più, che magari piove”), venendo subito stigmatizzato dalle associazioni dei malati. Il direttore della ASL ha fatto poi un passo indietro, anche se il contenuto della sua battuta è stato parzialmente confermato (in tono serio) dal primario della medicina palliativa del San Maurizio Massimo Bernardo (“sono d’accordo, ma si tratta di un discorso clinico e non economico, spesso non ha davvero senso prescrivere nelle ultime fasi farmaci costosi e tossici dalla dubbia efficacia”).
Sulla questione prende la parola oggi anche il sindacato ASGB: “Schael fällt erneut zum wiederholten Mal mit unqualifizierten Aussagen auf”.
Il sindacato mette in guardia contro quelli che definisce “ciechi risparmi chiaramente a discapito dei pazienti”. Per la ASGB la spending review di Schael sarebbe alimentata esclusivamente da motivazioni economiche. Il sindacato esprime preoccupazione, ricordando che “i risparmi non possono ripercuotersi sulla salute dei cittadini che sono in definitiva coloro che finanziano l’assistenza sanitaria”.
Identificare fasce di pazienti di serie B per la ASGB "è una grave forma di discriminazione che purtroppo conferma atteggiamenti che Schael avrebbe assunto già nel corso dei suoi colloqui con i personale dei reparti di maternità di Silandro e Vipiteno".
L’attacco a Schael, portato dal segretario della ASGB Tony Tschenett, si conclude con l’invito ad iniziare, con i risparmi, dal compenso del direttore generale.
“Bevor Thomas Schael den Sparstift zu Lasten des Personals und der Patienten ansetzt, soll er bei sich anfangen. Es wäre ein Zeichen des guten Willens, wenn er sein Gehalt von 240.000 € dem des Generaldirektors der Autonomen Provinz Trient von 190.000 € anpassen würde.”