Economy | Intervista

L’impegno di CGIL-AGB per gli anziani

Intervista al segretario di settore Gastone Boz, volta a delineare i principali settori d’intervento a livello provinciale.
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Gastone Boz
Foto: Gastone Boz

Ci fa un quadro del settore anziani di CGIL-AGB?

I pensionati e gli anziani in Alto Adige sono circa 126mila, rappresentando una percentuale del 24% sul totale della popolazione. Noi abbiamo 26 uffici sparsi per la provincia con una quarantina di collaboratori e 13mila iscritti distribuiti in 115 località.

Ci impegniamo in modo particolare sul tema della previdenza, cioè la difesa e la tutela delle pensioni. La nostra attività principale è quella del controllo della pensione, perché ci siamo accorti che spesso e volentieri l’INPS commette degli errori a causa di carenze sue. A volte non vengono erogati gli assegni familiari, altre volte invece si verificano errori nel calcolo dell’aumento della pensione. Poi ci sono tutti quelli che noi chiamiamo ‘diritti inespressi’, dei quali spesso la gente non conosce l’esistenza. Sto parlando degli assegni familiari, la legge 102 relativa alle invalidità, la non autosufficienza con i vari bonus introdotti da Renzi ma anche dai governi precedenti (luce e gas). Poi c’è la 14esima mensilità, una prestazione economica che viene data dall’INPS sulla base dei loro dati, ma che spesso viene dimenticata e non sappiamo perché. Controllando la pensione degli anziani noi abbiamo la possibilità di fare le relative domande attraverso l’INCA. Poi ci sono anche tutte le leggi provinciali, con gli aiuti per gli affitti e la gestione dell’alloggio. Le domande vengono portate avanti da INCA oppure dal nostro CAF. A noi spetto il compito di verificare se il diritto esiste.

 

Siete attivi anche nel settore sanitario?

Sì, sono anni che ad ogni rinnovo di legislatura realizziamo a questo proposito un protocollo d’intesa con la Provincia. Nel documento si parla delle varie necessità che naturalmente di volta in volta non sono sempre le stesse. Le richieste riguardo la salute in generale, gli ospedali, il Pronto Soccorso. In questa legislatura la nostra richiesta forte è stata quella di poter avere una ricetta telematica veramente funzionante. Abbiamo chiesto anche l’istituzione di un albo delle badanti. Come numero le badanti sono in continuo aumento però su requisiti, qualità, capacità ed efficienza ci sono spesso dei problemi. L’albo dovrebbe essere collegato ad una serie di corsi ad esempio su come si movimenta un paziente come si alimenta una persona.

Chiediamo con forza anche l’eliminazione delle barriere architettoniche che ci sono ancora, nonostante tutti gli interventi che sono stati fatti negli ultimi anni.Spesso le barriere le troviamo ancora persino dove hanno sede i medici di famiglia.

Poi c’è la faccenda delle liste d’attesa per cui va trovata una soluzione. E la carta dei servizi che finora ci è servita solo come codice fiscale oppure per tenere traccia in farmacia delle medicine che abbiamo acquistato. Con quella carta in futuro si dovrà poter fare molto di più e sono anni che chiediamo all’assessora provinciale Waltraud Deeg di guardare un po’ a quello che succede nel resto del territorio italiano. Ci sono posti dove con quella carta si possono addirittura iscrivere i bambini all’asilo. La cosa positiva è che ora stanno mettendo la fibra ottica quasi in tutti i comuni, che è la premessa fondamentale per attivare questo tipo di servizi digitali.

Abbiamo chiesto anche di rendere più efficienti i distretti sociali. Nonostante tutte le nostre pressioni, la gente continua infatti ad essere mandata da un ufficio all’altro.

E poi c’è benedetta questione della cartella digitale: se in Emilia Romagna e in Lombardia è possibile perché non deve esserlo anche da noi?

Per quanto riguarda i medici di famiglia a nostro avviso andrebbe regolato un po’ meglio questo rapporto privatistico. Non sempre si attengono alle norme ed ai contratti che sono stati sottoscritti.

Poi seguiamo anche la cosiddetta infermiera di famiglia, che è un po’ una novità. Lo dice sempre l’assessora Martha Stocker ed anche noi insistiamo molto sul fatto che la sanità deve poter andare sul territorio. Recentemente ho visto per le donne che hanno partorito esiste un servizio potato da un’infermiera che va in casa per 4 o 5 volte, con lo scopo di verificare la situazione. Questa cosa dovrebbe avvenire anche nei confronti degli anziani, specie quelli meno autosufficienti.

Poi ci impegniamo molto per quanto concerne le case di riposo, che vanno assolutamente aumentate sul territorio e su questo tema siamo in contatto anche con IPES e con gli stessi comuni.

 

Quello degli alloggi per gli anziani è un altro importante fronte aperto.

Sì e con il presidente di IPES Schweigkofler abbiamo avuto una serie di incontri in merito. IPES ha in Provincia di Bolzano ben 13 mila alloggi, non dislocati solo nella città di Bolzano. C’è poi la questione degli appartamenti sovradimensionati rispetto agli anziani che vi risiedono: anche su questo siamo in trattativa. Abbiamo anche posto il tema delle nuove costruzioni che dovrebbero essere congegnate in modo tale da poter ospitare in prospettiva un’eventuale badante, una volta che avanza l’età. Il prossimo 2 ottobre su questo tema faremo un convegno insieme ad IPES ed agli altre tre organizzazioni sindacati del territorio. Alcuni esperti della Federcasa italiana ci porteranno degli esempi da seguire, ma guarderemo anche quello che si fa in merito nel Tirolo del Nord.

 

Per quanto riguarda la contrattazione territoriale cosa possiamo dire?

Ci relazioniamo con i sindaci, anche se ce ne sono di più attenti ed altri più riottosi. Con loro parliamo di sicurezza, della necessità di avere orti, dei collegamenti tra le varie frazioni. In tutti i Comuni in pratica esiste la consulta degli anziani, però questo organismo spesso e volentieri è composto da associazioni e organizzazioni che si occupano solo della festa del paese, della gita da qualche parte e delle ferie al mare. A nostro avviso la funzione della consulta dovrebbe essere un’altra, come avviene ad esempio con il Comune di Bolzano dove abbiamo fatto un protocollo d’intesa che tratta proprio di tutti i problemi legati ai pensionati. Puntando al fatto che questi problemi siano per lo meno discussi con le organizzazioni sindacali. E intanto la cosa positiva è che abbiamo ottenuto l’eliminazione dell’addizionale comunale. Di contrattazioni comunque ne facciamo anche a Silandro, Laives, Prato allo Stelvio, Merano, Bressanone, Monguelfo, Bronzolo e Vadena. A Bolzano abbiamo anche affrontato la questione di ASSB con le case di riposo e i problemi legati ai servizi della Seab. Poi i collegamenti dei bus con Sasa.

 

Con la Provincia avete contatti?

Sì. Per ci siamo sentiti mi merito all’addizionale regionale, dove siamo riusciti ad elevare fino a 28mila euro il tetto di reddito oltre il quale si comincia a pagare la tassa.

Per quanto riguarda l’assegno di cura che va da 800 a 1800 euro a seconda del grado di invalidità della persona, siamo riusciti quindi ad ottenere che non sia riconosciuto come reddito. L’INPS e il governo nazionale volevano tassarlo, ma per noi non aveva davvero senso.

 

Per quanto riguarda la solidarietà intergenerazionale come si muovono i pensionati CGIL? In particolare in relazione all’alta disoccupazione giovanile? I pensionati si pongono il problema di come i loro diritti si relazionano con quelli delle generazioni più giovani che faticano ad entrare nel mercato del lavoro?

Faccio riferimento solo ad una cosa. ll sindacato dei pensionati non ha aperto bocca quando Monti e la Fornero hanno deciso di bloccare tutte le pensioni oltre i 1500 euro, rivedendo anche i criteri di aumento annuale prima legati all’incremento del costo della vita. Però l’impegno era quello di utilizzare i non pochi quattrini che si sarebbero risparmiati per frenare il debito pubblico e fare degli interventi a favore dei giovani. A noi è sembrato che questa cosa non sia stata portata avanti, o per lo meno non nel modo che era stato preannunciato.

Nei confronti dei giovani non c’è disattenzione e su questi temi ci confrontiamo costantemente, sia a livello unitario che nelle nostre assemblee sul territorio provinciale.