Politics | ordinanza antimovida

“Eccessive indecenze”

Sì al Daspo e guerra agli amplificatori. Alcol a fiumi, ma solo nei bar. Firmata l’ordinanza antimovida per il ripristino del famigerato decoro: “È solo buona educazione”
Piazza erbe, carabinieri, movida
Foto: Rai news

Ritorno al silenzio e ripristino del decoro. Con la nuova ordinanza firmata dal sindaco Renzo Caramaschi la città di Bolzano potrà tornare a dormire sonni tranquilli, o almeno questo è quanto si vuole affermare.
Dopo settimane di dichiarazioni, proposte di risoluzione - di cui alcune rasentanti i limiti dell’assurdo - e il gioco a chi la spara più reazionaria, che ha coinvolto in maniera particolarmente animata anche le ali considerate più a sinistra dell’arena politica, l’ordinanza presentata stamani, 7 settembre, in una conferenza stampa indetta dallo stesso Sindaco inaugura un vero e proprio giro di vite. “Non si tratta di repressione - si affretta a sottolineare Caramaschi - tanto che il primo richiamo che facciamo è inerente alla buona educazione, al vivere la città in modo adeguato, alla libertà di divertirsi ma soprattutto a quella di riposare. Capisco - dice - che siano due esigenze contrastanti ma si tratta appunto di buona educazione”. 
Le misure entreranno in vigore a partire da venerdì 10 settembre fino a domenica 3 ottobre. “È una sperimentazione - continua Caramaschi - a ottobre decideremo se sia il caso di inasprire l’ordinanza, allentarla oppure revocarla”.
Sebbene le limitazioni andranno a riguardare soprattutto il Centro storico, assieme alla zona di Corso Libertà e Piazza IV Novembre, essendo “quelle in cui sono state rilevate il maggior numero di comportamenti non consoni”, per Caramaschi non possono esistere zone franche e non essendo una misura repressiva, sostiene, "non si va a colpire un eccesso di libertà bensì un eccesso di maleducazione e di poco rispetto per il prossimo". 


Il bar non si tocca

L’Assessora alle Attività Economiche Johanna Ramoser, intervenuta durante la conferenza stampa, ha ribadito che il provvedimento in questione è stato condiviso con le diverse associazioni di categoria e che a loro volta si sarebbero dimostrate favorevoli proprio perché non ci sarebbero state limitazioni nei confronti di bar e ristoranti. Il provvedimento in questione ordina infatti, dalle ore 23:00 e alle ore 5:00 del giorno successivo, “il divieto di introdurre, depositare al suolo, detenere, trasportare, cedere o ricevere a qualsiasi titolo bottiglie e contenitori di vetro, lattine, bottiglie in plastica chiuse con tappo di qualsiasi tipologia nonché di consumare bevande di qualsiasi tipo al di fuori dei plateatici degli esercizi pubblici ovvero dopo l’orario di chiusura di questi ultimi”. I pubblici esercizi potranno invece, per tutto l’orario di apertura dell’esercizio, servire bevande di qualsiasi tipo e grado alcolico ai propri avventori purché vengano consumate da seduti nel locale o nei plateatici di pertinenza in quanto, si legge ancora nell’ordinanza "il deposito incontrollato al suolo di bottiglie e in genere di contenitori di vetro, specie se frantumati, costituisce inoltre un pericolo per l'incolumitá delle persone che passano da tali luoghi. Tale situazione, se non contrastata con prescrizioni già vigenti, determina un notevole degrado e incuria delle piazze, vie e parchi con pregiudizio alla vivibilitá e alla fruizione degli spazi pubblici ed incremento di oneri a carico della cittadinanza tutta".

Sono circa 80 mila euro l’anno. Suddivisi su una popolazione di 100 mila persone capisco anche io che non siano molti però si tratta comunque di leggeri aumenti degli oneri che dovranno affrontare i cittadini


Il problema, dicono, non sarebbero solo le bottiglie abbandonate - a cui si può ovviare installando nuovi cestini e cassonetti mobili - ma il necessario intervento di Seab alle cinque della mattina per ripulire i resti di “alcune eccessive indecenze”, così come le ha definite Caramaschi. E sui costi riversati sulla comunità è proprio il Sindaco a ridimensionare il tiro: “Sono circa 80 mila euro l’anno. Suddivisi su una popolazione di 100 mila persone capisco anche io che non siano molti però si tratta comunque di leggeri aumenti degli oneri che dovranno affrontare i cittadini”.


Si svuota il Centro storico? “È per colpa del rumore”

Un’ulteriore misura (“quella a cui tengo di più”, dice Caramaschi) e che riguarderà sempre gli orari (23.00-05.00) e le zone individuate dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, vieterà di “produrre con strumenti sonori e musicali, radio o altri dispositivi elettronici e con impianti di amplificazione audio, musica, canti, o altre emissioni sonore ad alto volume e di particolare intensità, che disturbano la pubblica quiete” ad esclusione delle manifestazioni espressamente autorizzate dall’Amministrazione Comunale.


“La mia libertà finisce quando comincia la tua - commenta ancora il Primo cittadino - e il divertimento di ascoltare musica ad alto volume fino alle tre del mattino, sebbene io non capisca che divertimento ci sia, contrasta con il diritto di chi vuole riposare. Questa è un’ordinanza di vivere civile, il Covid non c’entra, e si può bere e parlare tranquillamente senza bisogno di eccessi. I quartieri non sono discoteche e se queste sono chiuse per un’ordinanza della Provincia non se ne possono ricreare a cielo aperto usando la città”.
In caso di trasgressioni, sono previste sanzioni comprese tra i 200 ed i 600 Euro “a seconda dell’entità delle casse, dei rumori e dei decibel”, nonché il sequestro di possibili strumenti musicali, radio e amplificatori. E sullo svuotamento del Centro storico a causa di ordinanze eccessivamente restrittive e conseguente militarizzazione risponde netto che no, se il Centro si svuota “è per colpa del rumore e di conseguenza di nessuno che vuole più andarci ad abitare”.

 

Daspo ed espulsioni

Interpellato da salto.bz sulla questione del Daspo urbano, Renzo Caramaschi ha ricordato che in sede di Consiglio comunale si affronterà l’ipotesi di estensione della misura ad altre parti della città. Una cinquantina invece, sono le persone che in questo frangente hanno ricevuto un ordine di allontanamento dal territorio comunale e a tal proposito non si lascia sfuggire il rammarico di fronte a una misura che a sua volta ritiene poco efficace: “Alcune persone hanno ricevuto il Daspo urbano anche sei o sette volte. Stiamo provando a capire con la Questura se ci sia qualcuno che sia destinatario almeno di un decreto di espulsione. Siamo in attesa”.