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Buonerba: basta contributi a pioggia, spazio a chi promuove davvero la crescita

Le forze d'opposizione finora hanno mancato di denunciare il "peccato originale" della politica economica dell'Svp, resa possibile tra l'altro solo dalla strabiliante pressione fiscale dello stato.

In Alto Adige un partito è al governo ininterrottamente da quando in Italia è tornata la democrazia. Crediamo si tratti un di caso abbastanza unico nel panorama europeo. Certamente lo è in Italia e infatti l’SVP è l’unico movimento politico a non aver mai cambiato nome dal 1948 ai giorni nostri.
Prima di questa sonnolenta e noiosa campagna elettorale, ci saremmo aspettati del movimento visto che gli argomenti obiettivamente non mancherebbero. Lasciando ad altri l’analisi dello scandalo SEL, non si può certo affermare che chi ci ha governato abbia affrontato la più grave crisi economica con la competenza che essa richiedeva. Le competenze autonomiste sono assolutamente risibili dal lato delle entrate ma sono ampie dal lato delle uscite.  L’ammontare di queste ultime dipendono dalle imposte e ci pare superfluo sottolineare come esse siano così ampie grazie alla strabiliante pressione fiscale stabilita a Roma.

La crisi economica è iniziata con l’insediamento del Consiglio Provinciale  che sta per essere rinnovato e dalla fase più critica della stessa, quella che ha portato nel 2011 alla caduta del governo di centro-destra,  sono trascorsi oltre due anni. A giudicare dagli atti legislativi e amministrativi entrati in vigore durante l’ultima legislatura, ci pare di poter affermare che il governo locale uscente non abbia compreso in quale fase ci troviamo. Questa è una crisi di sistema che mette in discussione le certezze del ‘900 ad iniziare dal welfare state. Se vogliamo avere un futuro, dobbiamo rivedere drasticamente il sistema che genera la spesa pubblica improduttiva. Per farlo bisogna avere il coraggio di mettere in discussione una buona parte della legislazione che non determina valore aggiunto per il territorio.

In sostanza serve passare dall’ampia contribuzione a pioggia in tutti gli ambiti e pensata per accrescere i consensi ad un sostegno mirato e selettivo a chi dimostra di poter effettivamente creare crescita economica.
Abbiamo oltre cento leggi di spesa, molte di queste sono il frutto di iniziative politiche nate per comparti stagni all’interno degli uffici provinciali e delle associazioni non solo economiche e soprattutto manca una visione d’insieme. Ci piacerebbe sentire a chiare lettere, da chi si candida al Governo della Provincia, come intenda intervenire nell’ambito della semplificazione legislativa e soprattutto dove si troveranno le risorse per implementare politiche virtuose a favore di quella parte crescente della popolazione che si sta impoverendo.

Pensiamo ad esempio all’attuazione delle nuove competenze in materia di ammortizzatori sociali, alla creazione di un sistema efficiente di formazione continua, allo sviluppo del welfare society oppure al sostegno per le imprese che possano fare vera innovazione di prodotto.

Queste sono solo alcune delle cose che avrebbe dovuto fare la Giunta Provinciale in questi anni ultimi anni. Se si esclude qualche lodevole eccezione, il resto del panorama politico locale pare non essersi accorto di queste mancanze. Per questa ragione pronostichiamo un ampio successo dell’SVP alla quale spetterà l’onere di rimediare alla sua stessa inazione. Purtroppo la realtà non si potrà cambiare con il telecomando e di questa inizieremo ad occuparcene dal 28 ottobre in avanti. Nella speranza di avere ancora tempo e risorse per farlo, per ora accontentiamoci della toponomastica e del referendum per l’autodeterminazione