Energia: Bolzano aperta ma prudente
Merano, Bolzano e la loro Azienda Energetica (AEW). Un gioiello di famiglia ereditato dai padri e dai nonni. Una realtà che, da ben più di un secolo, costringe le due principali città altoatesine a parlarsi e a programmare insieme. Una “cosa” che certamente non si svende, ma nemmeno si vende a cuor leggero.
Il vicesindaco di Merano, Giorgio Balzarini, la settimana scorsa, dopo aver letto le “esternazioni giornalistiche di Brandstätter e Hager” sulla possibile fusione tra SEL e AEW, aveva preso mouse e tastiera e aveva voluto mettere le mani avanti per dire, in sostanza: prima le elezioni e poi, eventualmente, gli accordi tra noi (Merano e Bolzano) e voi (Provincia).
Il commercialista Heinz Peter Hager aveva dichiarato di essere stato incaricato dalla Provincia, assieme all’avvocato Brandstätter, “come consulenti esperti del settore, di elaborare modelli strategici e/o industriali tra gli operatori pubblici in campo energetico”. Leggendo tra le righe: verificare le possibilità di una fusione, appunto, tra i due big locali dell’energia.
Balzarini aveva reagito affermando che “i disastri provocati dalla Provincia non possono essere gestiti e trattati come argomento elettorale dalla Svp provinciale, che con alcuni suoi uomini ha la responsabilità politica di quanto è accaduto”. Sosteneva che l’“insensata accelerazione” fosse “dettata dall’appuntamento elettorale”. Ricordava: “La nostra posizione non è aprioristicamente contraria a nessuna ipotesi” e “siamo disposti a ragionare in termini economici e aziendali”. Chiariva però che il “consistente valore patrimoniale e industriale di AEW” non può “essere oggetto di trattativa politica”. Vanno valutati anche in sede politica, invece, secondo il vicesindaco meranese, “il futuro ruolo dei due Comuni proprietari, le maestranze e i dipendenti e le scelte strategiche”. Ma certamente non in “campagna elettorale, alla stessa stregua della toponomastica dei rifugi di montagna”.
Secondo Balzarini non sarebbe solo Merano a pensarla così. Bolzano avrebbe una posizione “ufficialmente simile” a quella che si formula in riva al Passirio. “Vogliono considerare varie offerte e l’ipotesi della fusione non è quella prioritaria”.
Ma esiste davvero una posizione del Comune di Bolzano sulla questione? “Esiste, e la ribadisco da mo’”, taglia corto il sindaco Luigi Spagnolli. “Politicamente nulla osta a trovare ed attivare forme di collaborazione che razionalizzino attività e spese, a vantaggio delle collettività proprietarie di SEL e di AEW. Che poi si tratti di fusione tra le due ‘madri’, o tra ‘figlie’ omologhe – Trading, Reti ecc. – o altre forme legittime e condivise, è una questione di scelte aziendali in funzione dei vantaggi industriali che ne conseguono”. Insomma la fantomatica fusione potrebbe avvenire “a monte” oppure “a valle”, per così dire. “Trovo molto discutibile parlare, con faciloneria da bar, di fusione, senza tener conto del fatto che, prima di una tale decisione, ci devono essere valutazioni tecniche e finanziarie certificate”, dice il sindaco. “Altrimenti, di fronte ad un ricorso di un qualsiasi cittadino, come si giustificherebbero le spese e le mancate entrate ad essa connesse?”
La strada di un accordo sembra essere in salita e comunque poco praticabile nella fase preelettorale. “È evidente che finché ci sarà una gestione di SEL di tipo padronale, come quella dell’era Durnwalder, difficilmente si può arrivare ad una decisione. Senza contare che già tra meranesi e bolzanini non sarà facile, come non è mai, trovare intese su questo punto...”