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L’amore ai tempi del Vaticano

Il celibato dei preti: le frustrazioni, i gruppi di supporto, le aperture del Papa, e l’irrinunciabilità dei privilegi economici.

Si sono incontrati e si sono innamorati. Due delle azioni più consuete e appaganti previste dai canoni dell’esistenza. Se non fosse per un minuscolo, trascurabile particolare: lui è un prete. A quel punto effusioni furtive e incontri segreti diventano i codici comportamentali da seguire pedissequamente perché il sacro romano impero ecclesiastico non si accorga della profanazione in corso.

Un gruppo di 26 donne, ansiose di vivere la loro relazione sentimentale clandestina alla luce diretta del sole, lo scorso maggio ha perfino scritto al Papa chiedendo di far annullare il celibato dei preti. Una di loro ci ha anche riprovato prima del Sinodo dei porporati (appena concluso), ma nulla, questo matrimonio non s’ha da fare. Intanto – riporta il New York Times -  sui social network, facebook in particolare, crescono come funghi i gruppi di supporto per casi del genere. Fra questi la britannica Advent, la quale ha stimato che solo in Inghilterra e nel Galles, negli ultimi 50 anni, sono stati circa 10mila gli uomini ad aver abbandonato l’abito talare per potersi sposare. Un altro gruppo, Married Priests Now ne ha individuati 25mila negli Stati Uniti e 150mila in tutto il mondo.

Un primo punto di svolta sul tema c’era stato nel 2009 quando Benedetto XVI aveva accolto i chierici anglicani sposati che chiedevano di entrare in comunione con Roma. Lo scorso maggio anche papa Francesco apriva al dibattito sul celibato clericale pur esortando i preti a far fede al loro voto di castità e a lasciare il sacerdozio qualora non fossero riusciti nell'intento.

“Disertare”, tuttavia, non è un’opzione facilmente praticabile: in molti casi i diretti interessati parlano di procedure dimissionarie umilianti, rese peggiori da vescovi sdegnati che cercano di farli rinsavire. Gli impedimenti, del resto, non sono unicamente etici, uno dei maggiori deterrenti all’abbandono del ministero è la rinuncia al privilegio della stabilità economica raggiunta, unita al timore di non riuscire a ricollocarsi professionalmente con una laurea in teologia nella ventiquattrore. Comprensibile, ma la botte piena e la moglie ubriaca è un concetto stantio che non è mai piaciuto granché ad alcuno.