Politics | La polemica

Provocazioni e conseguenze

Esposto dei 5 stelle contro il manifesto di STF, Nicolini: “Stavolta hanno passato il limite”. Oltre le reazioni di sdegno spazio alla satira e a una prospettiva diversa.
Sven Knoll
Foto: STF

Un’azione provocatoria escogitata unicamente con l’intento di fare rumore. In questo Sven Knoll, Eva Klotz & co. sono andati a segno, ma oltre le reazioni indignate ora arrivano anche i fatti concreti. Galeotti i 15 manifesti di Südtiroler Freiheit che mostrano i piedi di un cadavere in barella con il cartellino sull’alluce che recita “Qui muore il diritto alla madrelingua” e in alto la scritta “Il medico non sapeva il tedesco”. Poster che sono stati affissi intorno agli ospedali nelle città di Bolzano, Merano e Bressanone. Il riferimento è agli oltre 200 medici assunti in deroga al bilinguismo, a tempo determinato (se alla fine dei 5 anni concessi per imparare la lingua non superano l’esame per il patentino dovranno lasciare l’impiego). 

Alessandro Urzì, leader di L’Alto Adige nel cuore, suggerisce di isolare il partito dei secessionisti e di non approvarne le proposte in consiglio provinciale e chiede l’intervento della Procura perché venga valutato da una parte “il sequestro e quindi il ritiro dagli spazi esposti al pubblico dei manifesti che accusano i medici di lingua italiana di causare la morte dei pazienti”; e dall’altra se “esistano profili di reato che possano fare discendere azioni penali nei riguardi dei responsabili del movimento politico estremista”. Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, dà man forte presentando sul tema un’interrogazione al governo chiedendo di rimuovere i manifesti dall’intera provincia, mentre Sandro Repetto del Pd ha invece depositato un’interrogazione sull’argomento in consiglio provinciale. Dal consigliere provinciale e capogruppo della Svp Gert Lanz, nel frattempo, arriva una inequivocabile presa di posizione:

Oltre a Urzì anche il consigliere provinciale del Movimento 5 stelle Diego Nicolini ha depositato, stamani, un esposto presso il Tribunale di Bolzano contro gli autori del manifesto. “Di solito evitiamo di fare da cassa di risonanza alle provocazioni di Südtiroler Freiheit, questa volta però hanno passato i limiti della decenza. Tutti i medici e tutto il personale medico nei nostri ospedali, italiani, tedeschi o qualsivoglia, stanno facendo del loro meglio in una situazione molto difficile - afferma Nicolini -. Il poster affisso all’ingresso dell’ospedale è irrispettoso nei confronti di tutti: medici, pazienti e familiari di tutti i gruppi linguistici. Questa volta era necessario reagire: vogliamo che la giustizia se ne occupi”.

Si accoda la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore: “Intervenga la Procura della Repubblica di Bolzano, Südtirol Freiheit è un partito che deve essere dichiarato fuori legge perché fuori dall’arco costituzionale democratico italiano”. Anche la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, peraltro, sta valutando la possibilità di fare una segnalazione alla magistratura.

Da segnalare la replica dei Giovani democratici che “riscrivono” il manifesto dello scandalo ribaltandone il messaggio:

Infine, l’ironica soluzione a tutta la faccenda la fornisce la nota pagina Facebook satirica “Gries ist nicht Bozen”: “Un buon sano feticismo”. 

In ogni caso, per nulla impressionati, i diretti interessati fanno sapere che daranno battaglia anche in tribunale se necessario: Die Süd-Tiroler Freiheit wird auch weiterhin vehement für die Grundsäulen der Autonomie kämpfen, seien es das Recht auf Gebrauch der Muttersprache oder den Proporz. Gerne auch vor Gericht!”.