Kompatscher Meloni Fugatti Fedriga
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Politics | La trattativa

Qualcosa non torna

Dov’ è finita la cultura liberale e giuridica di Kompatscher? Come può pensare di trattare una legge di rango costituzione come fosse cosa “sua”? 
  • C’è qualcosa che non torna nella giustificazione di Kompatscher per la sua virata a destra. Si propone come  lo statista che passerà agli annali della storia al pari se non di più di Magnago e per farlo è pronto a siglare il “patto della fiamma” che ci porterà, stando alle sue dichiarazioni, il terzo Statuto di Autonomia.

    Il primo Statuto di Autonomia, in quanto ancorato alla Costituzione fu deliberato nel 1948 da quell’Assemblea Costituente che approvò la Costituzione. Un’eventuale riforma dello Statuto, essendo legge di rango costituzionale, sarebbe dovuta passare dal Parlamento e così fu che, dopo un lungo iter preparatorio (la Commissione dei 19 forse qualcuno se la ricorda) il secondo Statuto venne approvato nel 1971 con la maggioranza qualificata (il pentapartito + il PCI) dei due rami del Parlamento e non devette sottostare al referendum confermativo. 

    E’ bene ricordare che tra le forze politiche che approvarono la Costituzione, il primo ed il secondo Statuto non ci fu mai il MSI e che la destra fu fieramente contraria allo Statuto di Autonomia. Lo Statuto fu poi “toccato” nel 2001 con la riforma del titolo V della Costituzione, approvata anche dai parlamentari SVP che fecero poi un’ampia campagna elettorale a favore del sì nel referendum confermativo, tanto che l’Alto Adige Suedtirol registrò la più alta percentuale di votanti e di sì della penisola.

    A partire dagli anni 90 fu sostenuto da più parti che lo Statuto avesse bisogno di una robusta manutenzione e la domanda forte che proveniva dalla società civile era che avvenisse con il coinvolgimento della popolazione. Ciò  sembrò possibile con l’elezione di Kompatscher nel 2013. La convocazione della Convenzione dell’Autonomia sembrava andare in quella direzione, ma il boicottaggio della SVP la fece fallire miseramente e con essa le proposte di modifica. 

    Ora si scopre che Kompatscher, latore di un progetto di riforma sostanziale dello Statuto, lo usa come merce di scambio per la formazione della giunta provinciale. Di fronte a quanto emerge in queste ore mi sorgono spontanee due domande. 

    La prima è: dov’ è finita la cultura liberale e giuridica di Kompatscher? Come può pensare di trattare una legge di rango costituzione come fosse cosa “sua”?  Non mi risulta che gli organismi legislativi del Consiglio Provinciale o Regionale si siano occupati della riforma dello Statuto (per lo meno la stampa non ha dato risalto), deduco pertanto che  le richieste pervenute al presidente del Consiglio siano state elaborate nelle “segrete stanze” di via Brennero.

    La seconda è: come concilia la riforma della Costituzione, cavallo di battaglia del presidente Meloni, e la riforma dello Statuto? Premierato ed autonomia differenziata viaggiano sullo stesso binario: per ottenere la modifica dello Statuto è disposto a votare il premierato? E’ disposto a farsi complice dello stravolgimento di quella Costituzione su cui si fonda la nostra Autonomia? 

    Se la politica si riduce a mercato delle vacche: qual è il “do ut des”? Ce lo dica

    Un tempo la politica la facevano i Degasperi, i Terracini, i Magnago oggi ci sono Meloni e Kompatscher ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: lo svuotamento dei luoghi istituzionali deputati ad elaborare le leggi che riguardano la vita di tutti noi. 

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Josef Ruffa Thu, 12/07/2023 - 11:21

Anche tutta la sinistra ha cooperato al risultato per la situazione odierna nel tempo passato. Questo per l‘onore della cronaca, non sono senza colpe.

Thu, 12/07/2023 - 11:21 Permalink
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Thomas Unterwinkler Thu, 12/07/2023 - 13:45

Kompatscher é coordinatore delle Autonomie speciali in seno alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Il testo sottoposto al Governo per la riforma degli Statuti delle Regioni autonome e delle Province autonome ( in particolare introduzione del principio dell’intesa tra Governo e Reg./Prov. autonome per la modifica degli Statuti nonché ripristino delle competenze autonomistiche compresse dalla giurisprudenza della Corte costituzionale a partire dal 2001) é un'INIZIATIVA COMUNE di tali Regioni/Province. Non vedo pertanto come la sig.a Carbone possa pensare che Kompatscher "tratti una legge di rango costituzione come fosse cosa sua".
É un dato di fatto che per la riforma dello Statuto é competente il Parlamento e non il Consiglio provinciale.
Inoltre, non si capisce come la sig.a Carbone possa scrivere che "premierato ed autonomia differenziata viaggiano sullo stesso binario". Si tratta di due disegni di legge costituzionale DIVERSI. La legge costituzionale sul premierato non otterrà la maggioranza dei due terzi in Parlamento, indipendentemente dal fatto che la SVP voti a favore o contro. Quindi si farà il referendum, dove i voti dei sudtirolesi conteranno poco o niente.

Thu, 12/07/2023 - 13:45 Permalink
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Hans Punter Thu, 12/14/2023 - 14:33

E`molto improbabile che l'introduzione nello Statuto della preventiva intesa fra Stato e Provincia per ogni futura modifica dello Statuto possa incassare l'approvazione del parlamento con voto dei 2/3. Nella maggioranza stessa non avra`unanime consenso.

Thu, 12/14/2023 - 14:33 Permalink