Culture | Abstract-techno

Astratta-elettronica in arrivo a Verona

Interzona porta in Italia il visionario Ryoji e la sua nuova installazione
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Ryoji Ikeda, uno dei simboli della cosiddetta abstract-techno a livello mondiale, uno di quelli che porta questo tipo di espressione verso nuovi orizzonti, presenta il 21 Marzo a Verona (spazio ex Magazzini generali di Verona, dalle ore 22.00), grazie all’ Associazione Culturale Interzona, uno dei suoi ultimi lavori: Supercodex.

Questo esce nel 2013, come parte di una trilogia di cui fanno parte Dataplex (2005) e Test Pattern (2008). Tutti e tre unici, tutti usciti sotto l’etichetta Raster-Noton, quella stessa il cui co-fondatore è Alva Noto, il tedesco di Chemnitz genio dell’elettronica.

Le opere di Ikeda vanno oltre la sola musica, che più che musica è suono, e ci catturano con le immagini, le luci, tutto quanto a ritmo per poi portarci in una diversa (e nuova) dimensione. Se con la produzione “ +/- “ (1997, Touch) ha voluto giocare sui suoni al limite (spesso oltre) dell’udibile, e l’anno successivo con zero degrees, prodotto sempre dalla medesima etichetta Touch (prima di essere strappato via  a questa proprio da Noto) ha inventato qualcosa di sconosciuto fino ad allora con suoni presi in prestito dalle macchine elettroniche, che in un crescendo monotono e lontano anni luce da questo pianeta si sovrappongo tra di loro, diventando sempre più numerosi, l’obiettivo di questa trilogia sarà questa volta lo studio dei rapporti tra sound of data e data of sound. Come raffigurare il suono? Quale formula matematica regola tutto? Suono udibile, che sentiamo, suono teorico, in formule e programmi, suono visibile, che vediamo nelle luci.

Prosegue quindi con questo lavoro la ricerca di Ikeda degli algoritmi e dei collegamenti che generano la sua musica, tema al centro dei suoi pensieri anche durante la grandiosa installazione di Times Square (NY) nel 2014.

Il 21 marzo a Verona ci si potrà staccare da tutto ed entrare nel mondo del suono e della luce, dimenticarsi finalmente del mondo pesante e palpabile, lasciare i nostri corpi da qualche parte in basso almeno per una sera, ed entrare leggeri in un mondo di pura astrazione (e luce).

Tokyo, Roma, Singapore, New York - ora è il turno del pubblico di Verona.

 

 

Chie è? Ryoji Ikeda, classe 1966 di Gifu, una provincia giapponese senza sbocchi sul mare. Oggi vive a Parigi, collabora con l’etichetta Raster-Noton e quindi con Alva Noto.

Tra i suoi maggiori album: +/- (1996), 0°C (1998), matrix (2000), dataplex (2005), test pattern (2008) e supercodex (2013).

Alcune mostre e festival a cui ha partecipato: Museum of Contemporary Art di Tokyo, Singapore Art Museum, Hamburger Bahnhof di Berlino, MoMA di New York, Metropolitan Museum of New York, CERN 2014 (dopo un periodo passato nel centro di ricerca di Fisica produrrà poi il capolavoro Supersymmetry).