Environment | Due ruote

Bici, nasce la Fiab Alto Adige

I soci sudtirolesi hanno fondato la sezione locale. E vogliono crescere. “Nessun integralismo, in Alto Adige ciclabilità più competitiva”.
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Foto: Fiab Südtirol

Noi di Fiab non siamo integralisti dell’ambientalismo: quello che vogliamo fare è guardare agli esempi migliori in fatto di ciclabilità e mobilità integrata in Europa, per portarli anche in Alto Adige dove comunque la situazione è già positiva”. Helmut Lansbergen, originario dell’Olanda e “sudtirolese” dal 2005, presenta il programma della nuova sezione della Federazione Amici della bicicletta. A fondarla, il primo dicembre scorso, sono stati 36 soci prima nella sezione regionale di Trento che hanno dato vita a un’esperienza tarata sulla realtà altoatesina. I primi obiettivi sono raddoppiare i tesserati e cominciare a promuovere una mobilità green davvero “competitiva” con l’auto.

 

Nuova realtà, tutta altoatesina

 

L’esordio a livello ufficiale è fissato per il 30 marzo, con l’assemblea degli iscritti dalla quale dovrebbe uscire una conferma delle cariche provvisorie. Lansbergen, presidente, è coadiuvato da Fabio Martorano, segretario e coordinatore, e dal blogger Markus Lobis, responsabile della comunicazione.

 

 

Io ero socio di Fiab a Trento dal 2012 - racconta Lansbergen, che ha lavorato per 25 anni nel settore della logistica, anche in Austria e Baviera, ed è poi approdato a Bolzano -. Ho visto però che la realtà della provincia di Bolzano è troppo differente da quella trentina. Con un piccolo gruppo dunque ci siamo messi in proprio con la Fiab Südtirol-Alto Adige”. 

Io ero socio di Fiab a Trento dal 2012. Ho visto però che la realtà della provincia di Bolzano è troppo differente da quella trentina. Con un piccolo gruppo dunque ci siamo messi in proprio con la Fiab Südtirol-Alto Adige

Innanzitutto, spiega, per adattare l’attività della Federazione “al bilinguismo, che è necessario”. “Inoltre - aggiunge -, dato che tanti nostri soci sono professionisti della mobilità, architetti, progettisti delle infrastrutture, e che in diversi lavorano per Sta, ci siamo trovati d’accordo per riflettere assieme sulla mobilità locale. In una terra in cui la situazione di partenza è già positiva, ma dove si può ancora migliorare”.

La fondazione è avvenuta al bar Thaler, sotto i portici a Bolzano, in una delle sale del bar Bisboccia di viale Trieste, vicino allo stadio Druso, è stata collocata la sede. Lì si ritrovano gli iscritti. “A breve metteremo anche la bandiera dell’associazione” aggiunge il presidente.

 

 

Dove migliorare

 

La Fiab locale lavora per raddoppiare gli iscritti e dare impulso alle attività di sensibilizzazione. “In provincia di Bolzano - continua - la situazione è, si può dire, di lusso in fatto di bicicletta. I Comuni hanno investito nelle ciclabili. Occorre però fare qualcosa in più per stimolare l’intermodalità, ad esempio nella zona industriale a Bolzano sud. Noi infatti non siamo né integralisti dell’ambientalismo né della bici in via esclusiva. Crediamo nel modal split con veicoli privati, treno, pedonalità, e in una ciclabilità più rapida e competitiva, soprattutto per i pendolari”.

Non siamo fondamentalisti verdi e nemmeno solo della bicicletta, crediamo nell’intermodalità e nel fatto che le due ruote vadano rese più competitive, soprattutto per i pendolari, vedi a Bolzano sud. Ma finché si spendono 16 milioni di euro per un parcheggio non si può dire che mancano i soldi

Lansbergen guarda alle esperienze sia dell’Olanda da cui proviene che del Nordeuropa in generale. Accanto a un’idea da mutuare, vedi le cargo-bike utilizzate a Rotterdam per la raccolta rifiuti nelle piccole strade, c’è un ragionamento di fondo da fare. “Tutto - conclude - dipende da una scelta, quella su dove mettere i soldi. Finché si spendono 16 milioni per un parcheggio (il park Vittoria, ndr), si invitano gli automobilisti a venire in centro. Non si può dire quindi che mancano le risorse, che andrebbero invece spese per dei depositi-custodia per le bici nei punti della città collegati ai mezzi pubblici”.