Lady Photographia
Francesca Witzmann ha scelto il volto di Gina Lollobrigida, in una sua foto scattata nel 2003 a Cortina, insieme a quello di una solare Marta Marzotto, in una foto scattata da Witzmann sempre a Cortina nel 2016, per rendere omaggio alla figura della donna, nell’ambito della mostra Lady Photographia allestita alla galleria Espace La stanza di Bolzano fino al 18 marzo prossimo.
Nelle due fotografie, selezionate dal ricco carnet di foto e ritratti realizzati da Francesca Witzmann in decenni di carriera come fotografa e ritrattista di tanti personaggi famosi, dai politici con ruoli di rilievo ai campioni sportivi, emerge prepotente la forte personalità di due protagoniste femminili del costume e della vita sociale italiana, entrambe, in modo diverso, ostinatamente non convenzionali, orgogliosamente indipendenti e libere.
“Gina Lollobrigida in particolare è stata non solo un’iconica interprete del cinema, ma lei stessa fotografa e scultrice -sottolinea Francesca Witzmann- e anche Marta Marzotto non si è limitata ad essere musa e compagna, ma è stata anche stilista e ha avuto sempre una personalità vivace e autonoma, particolarmente interessata all’arte e alla cultura”.
Lady Photographia oltre a voler essere un omaggio alla donna, nella ricorrenza dell’8 marzo, è soprattutto un omaggio all’arte fotografica.
“La fotografia è stata considerata spesso la Cenerentola tra le arti figurative, sia rispetto alla pittura che la scultura” – afferma Francesca Witzmann – mentre ha una tradizione altrettanto importante”.
A conferma delle parole di Francesca Witzmann, sono esposti nella mostra una serie di pannelli con fotografie originali risalenti ai primi anni del secolo scorso. Sono una serie di raffinati ritratti nelle delicate tonalità seppia che identificano le fotografie degli albori, in piccoli formati come era uso a quel tempo, che li rende ancor più preziosi.
A quel tempo si parlava di pittorialismo. I fotografi lavoravano inserendo i soggetti in sfondi che riproducevano paesaggi naturali o ambientazioni interne e la fotografia si avvicinava al modello della pittura, da qui il nome ‘pittorialismo’, che traduce approssimativamente il termine tedesco Kunstmaler Fotograph, con cui si definiva il fotografo allora.
Tutte le foto di quel periodo esposte nella mostra provengono dall’archivio della famiglia Witzmann, conservato ora con cura da Francesca. La famiglia di origini viennesi fin dal 1878 gestiva il prestigioso Hotel Du Lac a Riva del Garda, che faceva parte allora dell’impero Austro-ungarico.
“Gli albergatori del Du Lac erano persone interessate alle arti oltreché imprenditori e all’inizio del Novecento misero a disposizione degli ospiti dell’hotel, appartenenti in gran parte alla ricca nobiltà austriaca, un atelier per la pittura e anche una camera oscura per espletare l’arte della fotografia che cominciava allora a diffondersi” -ricorda ancora Witzmann.
Un esempio di pittorialismo dal fondo di famiglia, ritrae in una foto, la bisnonna di Francesca Witzmann seduta su uno slittino in un paesaggio montano invernale. La foto imita la pittura, ma anche risulta più incisiva, come solo il realismo ottenuto attraverso l’uso della macchina fotografica era in grado di fare.
Quel misto di tradizione asburgica e spirito innovativo dei gestori del Du Lac, che aprirono allora le porte alla novella arte fotografica, si rispecchia nella personalità di Francesca Witzmann che per anni ha esercitato la professione di fotografa con rigore e instancabile passione.