La scuola dell’esclusione
“Sorprendono le parole di soddisfazione per l'aumento delle iscrizioni alle scuole materne in lingua italiana. Conseguenza di una politica imposta da Svp e Freiheitliche che inibisce pesantemente la libera scelta delle famiglie italiane e straniere alla quale il Pd non ha saputo contrapporre null’altro che il silenzio”. Una presa di posizione critica quella dei Verdi bolzanini in risposta all’assessore dem Christian Tommasini che ha certificato, non nascondendo una certa soddisfazione viste le polemiche relative al ripiegamento sulle scuole tedesche di bambini “italiani” e stranieri, un aumento delle iscrizioni alle scuole dell'infanzia italiana.
Per l’esattezza si tratta di 62 domande in più rispetto allo scorso anno (e i numeri aumenteranno, sottolinea l’assessore), cosa che porterà anche a nuove assunzioni per quel che riguarda il personale che si occupa di sostegno e integrazione. In totale sono 3.460 i bambini iscritti nelle materne di lingua italiana in Alto Adige, e a Bolzano le iscrizioni toccheranno quota 1.707 con 75 bambini in più. In autunno ci saranno in tutto 174 sezioni, una in più rispetto a quelle dello scorso anno che verrà istituita a Bronzolo. Nel capoluogo i numeri delle sezioni resteranno invariati in quanto sarà aperta una seconda sezione in lingua italiana nella scuola del quartiere di Casanova e parallelamente diminuita di una sezione la scuola dell’infanzia “Raggio di Sole” di via Genova.
“L’aumento progressivo registrato in questi anni, conferma la bontà degli investimenti e delle progettualità attuate nelle scuole, sia per quanto riguarda il plurilinguismo, che la dimensione pedagogico-didattica”, sottolinea Tommasini annunciando inoltre che in cantiere ci sono altri progetti didattici innovativi.
Con questa scelta sia la Svp che il Pd antepongono i loro tornaconti elettorali al bene della popolazione del Sudtirolo/Alto Adige e del capoluogo e aprono le porte ad una destra che sostiene le divisioni in nome della difesa dei propri diritti
C’è poco da festeggiare, tuttavia, dicono gli ambientalisti: “Ora si esulta per l'aumento delle iscrizioni e il consequente aumento di posti di lavoro, meta raggiungibile anche attraverso un percorso plurilingue facoltativo negato. Si preferisce invece perseverare in un plurilinguismo socialmente sterile che delimita, ancora una volta, i bacini elettorali divisi per gruppi linguistici, un plurilinguismo che paradossalmente alimenta la divisione anziché la convivenza”. E ancora: “Con questa scelta sia la Svp che il Pd antepongono i loro tornaconti elettorali al bene della popolazione del Sudtirolo/Alto Adige e del capoluogo e aprono le porte ad una destra che sostiene le divisioni in nome della difesa dei propri diritti”.
Cosa chiedono dunque i Verdi bolzanini? “Una scuola che guardi all'Europa, alla convivenza reale, quotidiana. Vogliamo una scuola che dia alle nuove generazioni strumenti validi per affrontare le sfide della globalizzazione. Vogliamo una politica che sostenga le famiglie che continuano a volere e a chiedere, inascoltate, un percorso di scuola plurilingue facoltativa”.