Nostalgia, cattiva consigliera
Quella del commercio è una crisi grave anche in provincia di Bolzano. Negozi che chiudono, dipendenti sotto crescente pressione su orari e salari, concorrenza esasperata. Un mondo che cambia rapidamente nelle scelte dei consumatori, nel tipo di prodotti, nelle modalità di vendita, nella varietà “etnica” dei commercianti. È dura per chi vive del commercio, specialmente di quello piccolo e di periferia. Un cambio epocale, spinto dalla globalizzazione, dalle innovazioni tecnologiche e dalla stagnazione dei redditi. Che fare per tutelare il settore e dargli un futuro? “Far tornare indietro la Storia”, sembrano dire convinti i Politici ed i rappresentanti delle Imprese e dei Dipendenti. In questa direzione si muovono infatti le loro proposte di queste ultime settimane: reintroduzione dell’obbligo di autorizzazione da parte dei Comuni per l’apertura degli esercizi commerciali (Unione dei commercianti), la definizione degli Orari di apertura da parte dei Comuni (Sindacati), la norma di attuazione dello Statuto di Autonomia con i poteri della Provincia per gli insediamenti commerciali al dettaglio nelle zone produttive. Insomma, un ritorno al passato con un rinnovato ruolo dirigistico dei Comuni e della Provincia nelle attività commerciali. Senza tenere conto che di quel passato non esistono più i consumatori, le famiglie, le abitudini. Ai mali attuali del commercio, non servono le medicine scadute.
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