“La cattiva scuola altoatesina”
La ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, lo annuncia via Twitter, ieri sera (7 agosto), a margine del Consiglio dei ministri: 3 decreti (che attendono di essere pubblicati ora sulla Gazzetta ufficiale) danno il disco verde a 58.348 assunzioni nella scuola tra docenti, dirigenti, educatori e personale Ata: amministrativi, tecnici e ausiliari. Nel dettaglio saranno sbloccate 51.773 cattedre - come preannunciato un mese fa dalla titolare dell’Istruzione Valeria Fedeli - cui vanno aggiunte 6.260 unità di personale Ata, 259 dirigenti scolastici e 56 educatori nei convitti e negli educandati. Buone notizie, insomma, ma a quanto pare non per tutti.
Il comitato Precari della scuola di Bolzano, che da tempo si batte per l’ingresso in ruolo degli insegnanti in base alla legge sulla Buona scuola, ha inviato al Ministero della Pubblica Istruzione una domanda di partecipazione alla nuova fase nazionale di assunzioni corredata da una lettera per la ministra Fedeli, in cui viene denunciata la situazione in Provincia. “Che in tutta Italia si sappia che quella altoatesina è l’unica scuola nel Paese dove non esistono cattedre per il potenziamento e che noi e i nostri alunni abbiamo di conseguenza meno diritti di tutti gli altri. Annunciamo che nelle prossime settimane organizzeremo sit-in di protesta e conferenze stampa contro le scelte delle forze politiche al governo della Provincia (SVP e PD) per richiamare l’attenzione dei media e sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, già a noi molto vicina e solidale”, scrive Enrico Palazzi a nome del comitato.
Puntuale arriva la presa di posizione di Alessandro Urzì, consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore devoto alla causa dei precari della scuola: “La Provincia di Bolzano (grazie alla sua dannata competenza sulla scuola attribuita e in parte rivendicata) - afferma - il piano di assunzioni non lo farà. I nostri precari, unici in tutta Italia, nonostante decenni in alcuni casi di competenze maturate sul campo, rimarranno per strada, appesi al filo della speranza di assunzioni temporanee di anno in anno, senza la possibilità di programmare la famiglia, di accendere un mutuo, comprare casa, vivere come tutti di certezze. Questo vale solo per la scuola in lingua italiana. Ovviamente”.
Di qui la consueta, solerte critica all’assessore competente Christian Tommasini che “per il PD - tuona Urzì - ha accettato il diktat posto dall’omologo di lingua tedesca Achammer che è anche Obmann della Svp: non si aumenta la pianta organica. Solo della scuola italiana perché solo a dicembre 80 nuovi insegnanti sono stati assunti, ma solo nella scuola in lingua tedesca. Mentre in quella italiana per i pur sacrosanti programmi di lingua tedesca i posti calano. E senza reciprocità (la scuola tedesca rimane impermeabile a queste innovazioni) ovviamente non si aprono opportunità di sbocco professionale. Così come tardano a realizzarsi i piani di potenziamento dell’offerta formativa e i progetti di integrazione anche per adulti (la scuola per adulti stranieri)”. Secondo Urzì, dunque, è “un disastro la cattiva scuola altoatesina che non accetta la stabilizzazione dettata dalla ‘Buona scuola’ imposta dal Governo per tutta Italia, Bolzano esclusa”.
Il problema è solo che a Roma
Il problema è solo che a Roma si vota tra qualche mese! Basta aspettare le elezioni in provincia e vedrete che il PD vi accontenta anche qui.