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È già tardi, gli assalti vanno fermati

Gli impiantisti rispondono ai temi sollevati dalla manifestazione a Passo Sella. Come sempre omettendo la maggior parte dei passaggi e utilizzando una retorica consunta.
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Foto: Othmar Seeahauser

Come è giusto che sia gli impiantisti altoatesini hanno replicato alle denunce esposte dalle associazioni alpinistiche e ambientaliste delle Alpi il 3 agosto a passo Sella.
I contenuti della replica sembrano proprio fragili, dei balbettii. Più che un dialogo sostenuto, un merito, dai media, è necessario avere il coraggio di un confronto aperto, anche severo. Passaggio che sicuramente Mountain Wilderness, non da sola, sostiene fin dal decennio scorso.

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In difesa dell'ambiente alpino: Continuare a ampliare o creare nuove aree sciabili sulle Alpi è, oggi più che mai, un’offesa all’intelligenza (Foto: Othmar Seehaueser)

 

Gli impiantisti sostengono che i contributi pubblici siano necessari, specie per mantenere vitali aree delle montagne definite marginali. C’è modo e modo di sostenere con soldi pubblici determinati settori industriali: elargizioni che arrivano a coprire fino l’80% delle spese sono uno scandalo economico, uno sperpero, una regalia, non un sostegno. Significa che quell’impresa o progetto non è sostenibile, significa che una determinata area sciabile ha finito il suo corso e c’è bisogno di riconversione sociale e economica.
Continuare a ampliare o creare nuove aree sciabili sulle Alpi è, oggi più che mai, un’offesa all’intelligenza (valle dell’Ayas, Alpe di Devero, Bormio – Livigno, Dolomiti olimpiche, Comelico, Nevegal). E’ un segnale di arroganza di una imprenditoria che si ritiene proprietaria, non ospite della montagna, che rifiuta ostinatamente di fare i conti con i cambiamenti climatici in atto, con la caduta di biodiversità sulle Alpi, con il bisogno di ricreazione autentica che investa nelle storiche identità delle montagne, partendo dal limite, dalla bellezza, dalla capacità di rinuncia, dalla demolizione di quel tanto che oggi è inutile e abbandonato.

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Una retorica da superare: Gli impiantisti sostengono che i contributi pubblici a loro elargiti siano necessari per far vivere la montagna, (Foto: Othmar Seehaueser)


Quando poi si parla della rete impiantistica come sostituto naturale del trasporto privato su gomma è evidente come si stia raggirando l’utente e l’opinione pubblica. In nessun luogo (Campiglio – Val di Fassa, Val Gardena) se non l’isolato caso dell’Alpe di Siusi, la costruzione di collegamenti sostenuti con fondi pubblici semplicemente indecenti nella misura elargita, ha tolto una sola auto dalle strade. Vedasi i quattro passi dolomitici. Si è solo consumato bellezza e altre risorse a vantaggio di una sola, fragile economia, il turismo (turistificazione).

Quando poi si parla della rete impiantistica come sostituto naturale del trasporto privato su gomma è evidente come si stia raggirando l’utente e l’opinione pubblica


Cosa chiediamo a un’imprenditoria capace di visione del futuro e rispettosa della montagna e dei destini del pianeta? Aprire un tavolo nazionale sui temi citati che comprenda tutti gli attori del vivere la montagna per rivedere lo sviluppo delle montagne, dapprima fermando ogni aggressione in atto, per poi investire solo laddove sia dimostrato necessario e sia condiviso. In primo luogo servono servizi pubblici, aree protette reali, gestione e manutenzione giornaliera dei territori alpini Ad oggi questa imprenditoria non ha mai risposto alla costruzione di un progetto tanto vasto; la politica, come dimostrato a passo  Sella, sia altoatesina che trentina e veneta è rimasta assente (lodevole l’eccezione del senatore Luigi Spagnolli). E sulle aree protette sono quarant’anni che il mondo di un turismo di assalto ne impedisce di nuove (Nusc Confin, Centro Cadore, Lagorai) e ne ha annullato il valore di quelle esistenti, specie in Dolomiti.

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Gli impiantisti non citano mai le conseguenze di ogni loro investimento nelle alte quote: La trasformazione della montagna in un’area ricreativa ad abuso e consumo di chi scappa per trovare quanto già vivono nelle realtà metropolitane (Foto: Othmar Seehauser)


Le sfide che dobbiamo affrontare, uniti e convinti, riguardano il blocco delle emissioni della CO2, il rispetto della montagna, la tutela delle risorse primarie, acque, bellezze, biodiversità. Gli impiantisti non citano mai le conseguenze di ogni loro, anche minimo investimento nelle alte quote: l’effetto domino che loro alimentano, trasformando le montagne, tutte le montagne, in un’area ricreativa per chi fugge dalle città per trovare un’ambientazione sempre più simile nella offerta e nell’uso (abuso) a quanto vivono nelle realtà metropolitane.

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Herta Abram Tue, 08/08/2023 - 21:13

In reply to by Dietmar Nußbaumer

Haben Sie diese Stellungnahme von LR Schuler schon gelesen?

https://www.rainews.it/tgr/tagesschau/articoli/2023/08/langkofel-und-sa…
Land verkauft Berg . Der Deal sei im Allgemeininteresse, behauptet LR Schuler

Ich behaupte, es geht um einen Deal für Parteifreunde, also um Privatinteressen, welchem nun der "für-die-Allgemeinheit Deckmantel" übergestülpt werden möchte.
Tatsache ist die svp verhökert Welterbe, lässt weiterhin zu, dass Natur verschmutzt und ausgebeutet wird.....

Tue, 08/08/2023 - 21:13 Permalink
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Herta Abram Wed, 08/09/2023 - 10:32

In reply to by Bruna Corteletti

Ja, was der LR mit "Allgemeinheit" wohl meint??!

Diesen sehr sehr besonderen immateriellen Wert - den (diese) Berge für viele von uns haben, hat die svp auf einen rein materiellen Wert reduziert.
- Der Verkaufspreis für ein Stück Rosengarten: 30 bis 35 Euro pro Quadratmeter, privates Bauen am Berg mit öffentlichen Mitteln fördern damit einige wenige ein gutes Geschäft machen...

Der Rosengarten ist Teil des Naturparks Schlern-Rosengarten und wurde 2009 zum Dolomiten UNESCO Welterbe erklärt.

Das Welterbe basiert auf der „UNESCO Konvention zum Schutz des Kultur- und Naturerbes der Welt“ .

Grund:

Kultur- und Naturdenkmäler von außergewöhnlichem universellen Wert sollen durch diese Konvention geschützt werden.

Das Weltnaturerbe umfasst u.a. Naturlandschaften und Schutzreservate für vom Aussterben bedrohte Tier- und Pflanzenarten und geologische Formationen.

- Ist halt alles, gewissen (Macht)Kreisen wurscht
....wie können wir - die Allgemeinheit- das aufhalten?

Wed, 08/09/2023 - 10:32 Permalink
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Dietmar Nußbaumer Wed, 08/09/2023 - 13:39

Dazu hat "der" Messner in seinem neuen Buch (und ein Stück weit auch Vermächtnis: "Gebrauchsanweisung für Südtirol") einige interessante Ansätze. Ist-Zustand: Alles wird dem Tourismus untergeordnet und aus dem Land wird ein Funpark gemacht. Zusätzlich versucht er auch Lösungsansätze aufzuzeigen. Sicher nicht die Bibel, aber allemal lesenswert (auch für Dorfkaiser, Touristik und Politiker).

Wed, 08/09/2023 - 13:39 Permalink