Politics | Unitalia e i manifesti contestati

Donato Seppi accerchiato

Contro i manifesti affissi dal partito nazionalista si mobilitano tutti: dai patrioti tirolesi agli alpini. Ma lui non ci sta. Anzi, se ne frega.

Donato Seppi, il consigliere provinciale di Unitalia che dal 1996 rappresenta la destra italiana dura e pura, è accerchiato. Contro di lui il classico fuoco nemico dei patrioti tirolesi, ma anche, e inaspettatamente, alcuni proiettili sparati dagli amici. I più dolorosi.

I presidenti dell’Associazione Nazionale Alpini di Trento e Bolzano, Maurizio Pinamonti e Ferdinando Scafariello, hanno infatti steso una lettera che prende posizione contro l’uso, fatto da Seppi, del caratteristico copricapo dell’arma. “Abbiamo appreso – si legge nella missiva – dei manifesti affissi a Bolzano e in provincia. Manifesti di propaganda elettorale con in primo piano un Consigliere della Provincia Autonoma di Bolzano iscritto all’Ana. Ha il cappello alpino in testa e il motto Ho sempre lottato in Consiglio provinciale per la nostra comunità, per i nostri toponimi, per i nostri monumenti con il simbolo del partito politico di appartenenza. Rispettiamo ogni persona che si mette a disposizione della collettività, e stimiamo chi, come il Consigliere provinciale in questione, fa parte degli organi di rappresentanza politica ad ogni livello. Ma siamo sconcertati per l’evidente utilizzo improprio del cappello alpino per finalità meramente personali”.

Colpito nel vivo, Seppi prima ha tuonato un paradigmatico “Me ne frego!”, poi, presa carta e penna, ha risposto per le rime.

“Carissimi responsabili dell'Ana delle provincie di Trento e Bolzano, intendo contestare pubblicamente la vostra presa di posizione nei miei confronti di Alpino prima che di consigliere provinciale, solo dopo averVi riconosciuto che l’Ana è riuscita a portarci a Bolzano un’adunata nazionale memorabile che resterà nella storia della nostra città. Detto questo, che va certamente a Vs merito, cari dirigenti Ana di Trento e Bolzano, lo sconcerto per la Vs. presa di posizione nei miei confronti è tutto mio: non ritengo infatti che l' attività dell' Ana, con la scusa a volte strumentale di essere, come sarebbe invece davvero giusto che sia, assolutamente apolitica, possa esonerarLa da prendere posizioni convinte su questioni che riguardano la nostra Provincia quando la sua popolazione, quella della Famiglia Alpina compresa, viene vilipesa da gesti inconsulti voluti dal potere politico ed atti ad offendere, non certo questo o quel partito, ma addirittura la Costituzione Italiana o, ancora di più, la storia degli Alpini nella nostra Terra”. Quindi chiude così: “Ci tengo ancora ad aggiungere che la nostra associazione non può e non deve essere solo ragione per organizzare manifestazioni stupende ma anche, e soprattutto, posta a baluardo e difesa della nostra identità perché ciò non è politica ma rappresenta la dignità, la fierezza e l'orgoglio dello spirito di apparenza ad un meraviglioso corpo militare e ad una grande Nazione. Almeno per chi come me ancora ci crede...”.

Come detto, contro Seppi e i suoi manifesti si sono mobilitati però anche i patrioti tirolesi dell’Heimatbund, capitanati da Roland Lang (Süd-Tiroler Freiheit). Per Lang, intenzionato a sporgere una denuncia, i manifesti di Unitalia rappresenterebbero una chiara infrazione della legge Mancino, in quanto raffiguranti il Monumento alla Vittoria con i suoi fasci littori e l’oltraggiosa scritta Hic patriae fines siste signa. Hinc ceteros excoluimus lingua legibus artibus. In questo caso la reazione di Seppi non è stata ancora resa nota, né sappiamo se la Procura aprirà un’inchiesta, ma non è improbabile che anche all’indirizzo di Lang e dell’Heimatbund, per non dire della Procura, sia già partito un altro stentoreo e propedeutico “Me ne frego!”.