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22 operai in cassa integrazione

L’incendio alle acciaierie di Bolzano dello scorso 4 novembre ha avuto conseguenze più gravi di quelle che si sarebbero potute immaginare in un primo momento.
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Foto: BFBZ VVFBZ

Il rogo - domato a fatica da decine di vigili del fuoco - ha infatti provocato il blocco del reparto fonderia dove l’attività potrà essere ripresa solo dopo circa 40 giorni a causa delle verifiche e poi dei lavori necessari per rimettere in sesto macchine e sistemi di sicurezza

Purtroppo l’incidente - per il quale ormai si esclude come causa l’errore umano - sta avendo conseguenze significative sulla situazione lavorativa di una cinquantina di operai. L’azienda e i sindacati nel corso di un incontro ieri hanno concordato per 26 addetti ai lavori il collocamento temporaneo in un altro settore della fabbrica, ma purtroppo per altri 22 si parla di un mese e mezzo di incassa integrazione

L’incidente di venerdì scorso è stato causato dalla non tenuta da parte dei mattoni di forno, che ha causato la fuoriuscita dell’acciaio allo stato liquido e l’incendio che ne è seguito. 

I sindacati hanno manifestato all’azienda tutta la loro preoccupazione per la situazione degli operai messi in cassa integrazione. Nell’ottica della ripresa della normale ripresa dell’attività della fabbrica e anche della perdita economica degli addetti lasciati a casa. 
Per quanto riguarda l’attività della fabbrica l’azienda si è organizzata in modo tale da far pervenire temperamente la materia prima che normalmente esce dalla fonderia da un altro stabilimento della famiglia Amenduni che si trova a Vicenza. Per quanto attiene invece gli operai messi in cassa integrazione la proprietà delle acciaierie si è resa disponibile ad integrare per ogni operaio l’importo della cassa cassa integrazione con un contributo di 200 euro