Politics | Neofascismi

Cliccare col braccio teso

In Germania è boom dello shopping online di gadget neonazisti, armi comprese. E tra i clienti figurano ancora una volta le “teste rasate” sudtirolesi.
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Foto: Antifa Meran

Non solo Predappio, non solo vino imbottigliato con il volto del duce acquistabile nei negozietti di souvenir della città natale di Benito Mussolini, per provare l'ebrezza del Ventennio (e qui occorrerebbe quasi un'epistenologia dell'era fascista): mentre il parlamento italiano, dallo scorso gennaio, sta discutendo una proposta di legge firmata da tre deputati del Partito Democratico, per “sanzionare la produzione, la distribuzione, la diffusione e la vendita di oggetti raffiguranti immagini o simboli del partito fascista” , in Germania si assiste a un preoccupante boom del commercio online neonazista. Come riporta il blog dell'Antifa di Merano – citando anche un dettagliato reportage di Motherboard Vice – l'acquisto in rete di t-shirt, adesivi, cd musicali, e persino bastoni, balestre e pistole stordenti è molto in voga nella scena neonazista tedesca, anche tra i “camerati” di estrema destra del Sudtirolo.

Non è una novità: nel gennaio 2015 un'inchiesta di Salto.bz rivelò la presenza di otto uomini sudtirolesi tra i clienti del sito di vendita nazionalsocialista OPOS Records. Questa volta, sotto la lente d'ingrandimento degli antifascisti meranesi, è finito lo shop online “Druck 18”. 18 sta per la 1. e 8. lettera dell'alfabeto, AH, abbreviazione di Adolf Hitler. Accanto a t-shirt, occhiali da sole, persino lenzuola per le “divisioni” dell'Austria (definita "Ostmark"), Svizzera (detta "Helvetia") e dei Länder tedeschi come Assia, Baviera, "Prussia", Turingia o Sassonia, la piattaforma web offre anche leggings, canottiere, shorts e tute da jogging che riportano la scritta “Division Südtirol” (accanto all'aquila tirolese). Capi di abbigliamento rigorosamente in nero compaiono accanto ad altri duecento oggetti del desiderio nazista: coltelli, asce, spray urticanti, balestre, stivali e guanti da combattimento. Una foto di gruppo scattata a Völlan/Foiana, sopra Lana, ritrae quattro giovani neonazisti con le magliette total black acquistate in internet e le cinture con la fibia del “sole nero”. L'immagine conferma ancora una volta la fitta rete di contatti tra la scena di destra sudtirolese e quella tedesca: secondo l'Antifa, macchinate di 20-40 persone perlopiù del Burgraviato (Foiana/Lana, Schenna, Naturno) si recano di frequente ai concerti neonazisti in Germania, coltivando i contatti con gli omologhi d'Oltrebrennero.

Anche in Italia l'e-commerce neofascista è in crescita: secondo il rapporto “Web Nero”, di cui abbiamo dato notizia nel 2015, sono circa cento i principali siti attivi nel nostro paese, senza contare i vari blog, forum e negozi online dove acquistare cimeli d’epoca fascista (e non solo). D'altronde, si sa, il nero non passa mai di moda.

 

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F. T. Tue, 11/08/2016 - 23:17

Mi spiace ma l' articolista ha poca conoscenza della storia e delle leggi che vigono in materia.
Il colore dei nazisti, a differenza dei fascisti italiani, non era il nero, ma il marrone. In Germania
è severamente proibito la riproduzione di simboli nazisti. Persino oggetti originali d' epoca (decorazioni militari) non possono essere pubblicizati per la vendita senza che prima sia stato offuscato il simbolo nazista. Vendere abbigliamento con l'aquila tirolese ed una inventata "Division Suedtirol" non è reato. Serve solo agli stupidi. Sarebbe piuttosto da criticare la grave situazione italiana, dove viene offerto ai nostalgici della dittatura, che ha ridotto in macerie il paese, materiale di tutti i tipi con chiari simboli del PNF, e quindi illegale.

Tue, 11/08/2016 - 23:17 Permalink
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Valentino Liberto Wed, 11/09/2016 - 10:02

In reply to by F. T.

In tutta Europa, dalla NPD a CasaPound, i militanti di estrema destra utilizzano il colore nero per abbigliarsi. Eloquente è pure la toponomastica utilizzata per esempio da Druck18: la divisione "Ostmark" rievoca il nome usato nella Germania nazista per indicare l'Austria dopo l'Anschluss del 1938. Ovvio che la legge tedesca, certamente più rigida della normativa italiana, venga aggirata mediante degli escamotage. E sulla situazione italiana Salto.bz ha dato ampio spazio, come potrà constatare anche dagli articoli collegati a questo.

Wed, 11/09/2016 - 10:02 Permalink