Due soluzioni per l’A22
Una serie dalle infinite stagioni quella sul rilascio della concessione per l’Autostrada del Brennero. Ieri (7 novembre) il presidente Arno Kompatscher ha incontrato a Roma, insieme agli attuali 16 soci pubblici di A22, la ministra alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli. Archiviata la registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPE n. 24 del 20 maggio 2019 per la finalizzazione della procedura di affidamento della gestione della tratta autostradale Brennero-Modena agli enti territoriali, Kompatscher tira fuori dal cilindro due proposte, perché “i tempi stringono”, dice. Il fine è quello di arrivare in tempi rapidi al rilascio della concessione trentennale a favore di una società in-house. La reazione del Ministero è stata: “Verificheremo”. L’intenzione è quella di valutare nei prossimi giorni la fattibilità tecnico-giuridica delle due ipotesi, anche attraverso una eventuale interlocuzione con gli organismi europei. Fra una settimana, ha detto la responsabile del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, arriverà una risposta.
Cosa propone il governatore? La prima soluzione prevede che la futura società concessionaria sia partecipata interamente dai soci pubblici - come disposto dalle norme attuali - e pone l’obiettivo di trovare un meccanismo che qualifichi con certezza la natura giuridica del fondo ferrovia (l’ipotesi è quella di un articoletto da allegare alla manovra finanziaria), al fine di permettere la liquidazione dei soci privati. Il fondo, alimentato dal 1998, ammontava nel 2014 a 550 milioni (già accantonati per il potenziamento della ferrovia). Ma di chi è questo “tesoretto”? Dei soci o dello Stato? La cosa non è chiara, motivo per cui Kompatscher chiede un intervento legislativo per sbrogliare la situazione una volta per tutte.
La seconda opzione riguarda il mantenimento dei soci privati all’interno della compagine societaria. In quest’ultimo caso è necessario ottenere il via libera della Commissione europea, la quale dovrebbe certificare la coerenza dell’operazione con la normativa europea. I soci pubblici, che hanno espresso la volontà di chiudere la partita il prima possibile, hanno sottolineato l’assoluta necessità di evitare che la concessione sia messa a gara, per poter garantire la rapida messa in moto dei rilevanti e cruciali investimenti previsti dal Piano economico finanziario, tra cui 1,7 miliardi per le opere ferroviarie legate al BBT e più di 4 miliardi per le opere viabilistiche e di miglioramento della tratta autostradale.