Politics | L'annuncio

"Promesse disattese, lascio la Lega"

L'eurodeputato Matteo Gazzini estromesso dalla lista per le Provinciali esce anche dal gruppo Identità e democrazia. "Troppi annunci sui social e poca concretezza".
Matteo Gazzini
Foto: facebook/Matteo Gazzini
  • “Ho deciso di annunciare, dopo un lungo periodo di riflessione, la decisione di allontanarmi dal partito Lega per Salvini Premier, dando altresì le dimissioni dal gruppo Identità e Democrazia del Parlamento europeo Lascio la Lega ma conservo intatta la stima per quei tanti colleghi con cui ho lavorato attraverso tutte le difficoltà: esperienze condivise e amicizie consolidate che restano parte preziosa del mio percorso politico e di vita”. Lo afferma l’eurodeputato bolzanino Matteo Gazzini, malamente estromesso qualche mese fa dal commissario Maurizio Bosatra dalla lista leghista per le elezioni provinciali del 22 ottobre. 

    “E’ proprio analizzando il mio percorso personale – spiega - che ad un certo punto mi sono ritrovato a pormi quesiti sulla condivisione di azioni, contenuti, ma soprattutto promesse elettorali del partito che rappresentavo; non vedevo più un’azione politica volta al servizio, ma solo un’entropia di guasconate tese al sensazionalismo e mancanti di concretezza. Per non parlare degli impegni disattesi, ma pubblicizzati in pompa magna, come il controllo  dell’immigrazione clandestina, la gestione della guerra in Ucraina, la paventata uscita dall’Unione Europea, la pace fiscale, l’autonomia delle regioni, la flat tax, abolizione del canone rai, la riforma delle pensioni, la sicurezza, e molto altro ancora, sono rimasti nella storia dei social network e mai usciti da là”.

    Cosa farà dunque Gazzini? “Sento che la mia visione ed i miei valori richiedono un sentiero alternativo. Questa non è una decisione presa per dissenso o in polemica, ma per una profonda convinzione che sia necessario un cambiamento, un’innovazione. Oggi, quindi, sono passato al gruppo dei non iscritti del Parlamento Europeo, cominciando la lettera alla presidenza con un “Cara Roberta”, simbolo della mia volontà di riconciliazione con la politica un po’ più silenziosa, ma più efficace”.