"È un calendario scolastico non condiviso"
Ferve il dibattito in rete a proposito del sondaggio, commissionato dall'assessora Kaslatter Mur negli ultimi giorni di mandato a proposito del gradimento sul nuovo calendario scolastico.
Il sondaggio è stato realizzato prendendo in considerazione il solo mondo della scuola di lingua tedesca, anche se il calendario scolastico è stato adottato, con parecchi malumori, anche dalla scuola italiana.
Le reazioni nel mondo della scuola italiana non si sono fatte attendere e sono unanimemente negative.
Pierpaolo Terranova, membro della consulta scolastica italiana, ha ricordato che in origine contrario si era dichiarato anche l'assessore Christian Tommasini. Ma poi - ha detto Terranova - le cose sono andate diversamente, anche perché "è facile decidere politicamente i cambiamenti, ma poi tocca agli addetti organizzare il tutto".
Per il sindacalista Lorenzo Sola il vero problema sta nel fatto che l'assessora, con l'assenso dei comuni e di Kompatscher, "ha obbligato le scuole che avevano puntato su articolazioni di orario diverse sulla base dell'autonomia scolastica e delle esigenze formative, ad uniformarsi per meri motivi economici e di risparmio". Tali motivi - aggiunge Sola - "tra l'altro si sono rilevati fallimentari visti i problemi creati con le mense o le chiusure forzate delle scuole, vedasi la questione del 23 dicembre 2013".
Dal canto suo la consigliera comunale di Bolzano Maria Teresa Tomada ha rimarcato il fatto che siano state oggettivamente disattere le legislazioni sia nazionali che locali, relative all'autonomia scolastica.
L'insegnante Giovanni Accardo ha quindi ricordato che la contrarietà al nuovo calendario scolastico aveva accomunato insegnanti, genitori e studenti delle scuole italiane. Accardo ha anche affermato che la SVP, con la forzatura sul calendario scolastico, ha dimostrato che "di fatto governa anche la scuola italiana, visto che dispone della maggioranza in giunta". Accardo ha anche manifestato la preoccupazione che la rivendicata competenza primaria sulla scuola "porterebbe progressivamente alla cancellazione di ogni autonomia decisionale della scuola italiana, arrivando all'intendenza e all'assessore unico, magari mascherandolo con ragioni di risparmio".
L'insegnante Paola Previdi ha messo infine in discussione le modalità con cui è stata realizzata l'indagine da parte dell'assessorato della Kasslatter Mur. "Il questionario è stato proposto" - ha rilevato Previdi - "a circa 1500 persone e non è stato specificato se si trattasse di docenti, studenti o genitori". "È stato quindi compilato da 900 persone...non mi pare un campione statisticamente affidabile tanto da prenderne in considerazione i risultati" ha concluso l'insegnante.
La patata bollente a questo punto torna nelle mani dell'assessore Tommasini, con l'auspicio che vi sia margine per rimettere in discussione la questione con i suoi nuovi interlocutori, e cioè Philip Achammer ed Arno Kompatscher.
Ma qualcosa ci dice che rispetto al 2009, nel 2013 sia stata senz'altro minore la percentuale di voti che Tommasini ha raccolto nel mondo della scuola.
Non so se Tommasini abbia
Non so se Tommasini abbia ricevuto meno voti dal mondo della scuola; però so che, a pochi giorni dalle elezioni, fece una promessa. Mi permetto di rimandare a questo mio post per ricordargliela: http://www.salto.bz/de/article/30122013/memento-ad-usum-tommasini-i