Capitale Verde Europea
L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, la giovanissima attivista svedese per la tutela dell’ambiente e il cambiamento climatico Greta Thunberg, il conseguente movimento – ormai mondiale – Fridays For Future, il Green Deal europeo. Sono alcune delle più recenti spinte per una maggiore attenzione all’ambiente, al clima, alla tutela dei luoghi in cui viviamo. Spinte politiche, nel senso più alto e profondo del termine, per i giovani attivisti del clima che da tre anni, in quasi tutto il mondo, scendono e popolano le piazze e le strade per chiedere giustizia e azioni concrete a una classe dirigente – dal locale al globale – che evidentemente, finora, non ha fatto abbastanza. Spinte più piccole e quotidiane che portano ciascuno di noi (è bello pensarlo) a fare qualcosa per salvaguardare il pianeta, come ad esempio una spesa più attenta o un giro in bici.
A fare attualmente da cornice alla politica ambientale – una delle sfide e delle priorità dell’agenda europea – è l’insieme di iniziative del Green Deal.
Una delle accortezze della Commissione Europea in ambito ambientale nasce però nel 2006, a Tallinn, da una considerazione molto semplice: due su tre abitanti europei vive in aree urbane e città. Così, sono proprio questi i luoghi in cui si giocano le sfide maggiori per l’ambiente. Le autorità locali e le singole municipalità diventano centrali per provare a vincerle, per introdurre iniziative innovative e attente che migliorino la qualità della vita dei cittadini. Per questo, nel maggio del 2006, nella capitale estone, 15 città europee e l’Associazione delle Città Estoni sottoscrivevano congiuntamente un Memorandum che dava inizio al Premio Capitale Verde Europea.
Premio Capitale Verde Europea
Un premio assegnato con cadenza annuale alla città che è riuscita a realizzare nel passato e con costanza, e programmare per il futuro iniziative concrete e ambiziose per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico sostenibile. Un riconoscimento, da parte della Commissione Europea, alle autorità locali per il loro impegno nel rendere le aree urbane sempre più ecosostenibili e un incoraggiamento affinché le città si impegnino sempre di più nell’ideazione, nella programmazione e nella realizzazione di misure che mirino a migliorare la qualità della vita dei cittadini e quindi la salvaguardia del territorio e dell’ambiente.
Scrupolose le condizioni per la candidatura. Possono concorrere al premio le città di stati membri dell’Unione Europea o di stati candidati all’ingresso, così come di Islanda, Svizzera, Norvegia e Lichtenstein. Le città devono dimostrare la capacità di raggiungere ed aver raggiunto obiettivi concreti e considerevoli nell’ambito della tutela dell’ambiente, che siano riscontrabili pubblicamente, così come l’impegno per un costante e ambizioso raggiungimento di traguardi per lo sviluppo sostenibile e per migliorare l’ambiente, e, infine, di fungere da modello per altre città europee che vogliano intraprendere un percorso green, ispirandole e promuovendo buone pratiche. Oltre a queste tre caratteristiche fondamentali, le città vengono valutate da un gruppo di dodici esperti, sulla base di altrettanti indicatori ambientali: qualità dell’aria, inquinamento acustico, gestione delle acque, gestione sostenibile del suolo, gestione dei rifiuti ed economia circolare, natura e biodiversità, innovazione ecologica e crescita verde, mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, mobilità urbana sostenibile, prestazioni energetiche e governance. Per ciascun indicatore è necessario descrivere la situazione attuale e le misure implementate nell’arco di tempo che va dagli ultimi cinque agli ultimi dieci anni, stilare una lista degli obiettivi a breve e lungo termine e il modo con cui si desidera raggiungerli e, soprattutto, documentare quanto presentato. In seguito alle valutazioni degli esperti, la giuria – composta da rappresentanti di Commissione e Parlamento Europeo, Ufficio Europeo per l’Ambiente, ICLEI (Amministrazioni Locali per la Sostenibilità) e Patto Europeo dei Sindaci per il Clima e l’Energia – decreta la città vincitrice.
Il premio, assegnato a partire dal 2010, ha visto tra le vincitrici Stoccolma, Nantes, Amburgo, Copenaghen, Bristol, Lubiana, Essen, Oslo, Lisbona, Lahti. Per non disperdere le buone pratiche e anzi, implementarle in modo duraturo, è stato istituito nel 2014 – anno in cui a vincere il premio fu la capitale danese – il Network delle Capitali Verdi Europee. Vi fanno parte le città vincitrici e finaliste, che mantengono vivo l’impegno per la tutela dell’ambiente, discutono le buone pratiche e le innovazioni e supportano altre città europee che desiderino candidarsi per il premio. Grazie al lavoro congiunto di questa rete sono inoltre state create delle ‘cassette per gli attrezzi’ – toolkit – utili per iniziare a sviluppare politiche ambientali sostenibili nelle aree urbane. Vi sono contenuti esempi e strategie per la tutela dell’ambiente e l’economia sostenibile adottate dalle città che sono state insignite del premio. Diventare Capitale Verde Europea permette significa quindi entrare a far parte di una rete ampia di amministrazioni interessate alla tutela dell’ambiente, per continuare a sviluppare nel tempo una transizione verde sempre più attenta, innovativa e completa.
L’interesse verso una transizione sostenibile diventa per le città europee sempre più accattivante e necessaria. I benefici sono sì ambientali – a favore del pianeta e di una qualità della vita migliore per i cittadini – ma anche di riconoscimento politico a livello internazionale. Una coccarda – verde – tanto ambita quanto difficile da ottenere. Tra le candidature per il Premio Capitale Verde Europea del 2022 anche tre città italiane: Perugia, Parma e Torino. In finale solo quest’ultima, scalzata dalla francese Grenoble, che detiene il titolo dal 15 gennaio.
Grenoble 2022
La metropoli alpina Grenoble si è distinta per un piano di iniziative sostenibili consolidate nel tempo e sempre più ambiziose. È stata la prima città francese ad adottare un piano per il clima, nel 2005, riducendo le emissioni di gas serra del 25% dal 2005 al 2016, con l’obiettivo di arrivare al 50% entro il 2030. È la zona francese più ampia a basse emissioni, avendo ridotto a 30 km/h il limite di velocità del traffico in città; ciò permette non solo di ridurre le emissioni del gas ma anche di attenuare l’inquinamento acustico della metropoli, che a partire dal 2014 ha piantato più di 5500 alberi (e conta di arrivare a 10 mila entro il 2030). Altre caratteristiche notevoli sono, oltre alla spiccata attenzione per combattere lo spreco alimentare e per incoraggiare i produttori agricoli locali, anche gli incentivi e i rimborsi offerti ai ciclisti e il fatto che la rete di riscaldamento della metropoli è basata all’80% sull’energia rinnovabile.
La Capitale Verde offrirà per tutto l’anno un ampio ventaglio di iniziative – culturali, artistiche, scientifiche, sportive tra cui ad esempio mostre e convegni – dedicate all’impegno ambientale e adatte a tutte le fasce d’età e agli interessi di ciascuno. È già presente, sul sito (http://www.greengrenoble2022.eu) una sezione rivolta a cittadini, imprese ed enti locali, che offre esempi concreti di buone pratiche da adottare per la salvaguardia dell’ambiente, facente riferimento ai dodici indicatori ambientali indicati dalla Commissione Europea.
L’anno di Grenoble Capitale Verde Europea coincide con la presidenza – semestrale – francese al Consiglio dell’Unione Europea. Una coincidenza – forse amara – è proprio il tema di questo mese: l’energia. Un nodo fondamentale su cui l’Europa intera si sta arrovellando, data la crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina.
Il premio tornerà a Tallinn, dove è nato, nel 2023. La capitale estone, già selezionata per il prossimo anno, si prepara a mettere in atto il piano strategico di iniziative per il clima.
Le candidature per il premio Capitale Verde Europea 2024 sono aperte fino al 25 marzo 2022. Chissà che non tocchi ad una città del belpaese.