Berlusconi: servizi sociali o arresti domiciliari?
Ma non c'è solo questo. Secondo gli ultimi sondaggi - infatti - senza il suo leader Forza Italia non avrebbe alcuna possibilità di risollevarsi. Anche la tanto chiacchierata "soluzione dinastica", affidare il partito nelle mani di una delle due figlie, non sembra una via praticabile nell'immediato. Ad approfittare della decadenza degli "azzurri" potranno dunque essere il Pd di Matteo Renzi (che non è sgradito, anzi, a larga parte degli elettori di Forza Italia), oppure il M5S, che meglio di altri cartelli elettorali sta canalizzando il fiume impetuoso della protesta e della delusione nei confronti della politica.
Intanto, il coordinatore provinciale di Forza Italia, Marco Galateo, commenta: "Sì, è ignobile che un uomo che ha dato così tanto all'Italia e il politico più votato della storia della Repubblica venga estromesso dallo scenario politico grazie ad una norma interpretata retroattivamente". E sulla stessa linea anche il coordinatore regionale, Enrico Lillo: "Considerando la storia di una persona come Berlusconi, quanto ha fatto per l'Italia e non solo, se fossi in lui accetterei i domiciliari. Ma solo perché è infinitamente umiliante dover affrontare una cosiddetta rieducazione sociale. Assolutamente incredibile e impensabile, inoltre, come si è giunti alla condanna che lo vede appunto nella costrizione di dover fare una scelta piuttosto che un'altra, scelte comunque entrambe irrispettose della sua storia di imprenditore e uomo di Stato. Purtroppo, come sempre, Berlusconi pensa di più agli altri che a se stesso e, nella fattispecie, all'impossibilità di poter dare il suo fondamentale contributo nella campagna elettorale per le Europee. Possibile che non si riesca a capire quanto quest'uomo tenga alla nazione e ai suoi abitanti? Non ne ho visti altri in Italia disposti a questi gesti di amore verso il proprio Paese".
Berlusconismo
Leggendo le parole di Galateo e Lillo non vedo che differenza ci sia fra loro e il duo Biancofiore-Bertoldi. In questo partito non conta altro che l'uomo al suo vertice, sotto di lui una piramide di adulatori, che certamente si preuccupano molto più del loro amato leader che dei cittadini che vorrebbero rappresentare. In attesa di una ricompensa si fanno fuori a vicenda per dimostrare quanto siano meglio degli altri nell'idolatria del padrone.