Society | I dati

Viaggi ridotti all'osso

Nell’anno della pandemia quasi dimezzato il turismo dei residenti, ma il Trentino Alto Adige riesce a trainare la classifica delle mete invernali.
Venezia
Foto: Marco di Lauro

Il turismo ai tempi della pandemia: Istat registra lo shock della domanda turistica dello scorso anno, i viaggi dei residenti in Italia sono infatti crollati al loro minimo storico. Segnano il 44,8% in meno, rispetto al 2019, gli spostamenti riguardanti le vacanze, che scendono a quota 37 milioni e 527 mila. Statistiche ancora più in rosso se prendiamo in considerazione i viaggi di lavoro, che registrano un calo del 67,9%.

Sarebbero 178 milioni i pernottamenti andati in fumo rispetto al 2019, di cui quasi 160 quelli persi per viaggi di vacanza e oltre 18 quelli che sarebbero stati destinati ai viaggi di affari.

A crollare sono soprattutto i viaggi all’estero (-80%) mentre le località italiane, colpite in misura minore (-37,1%), si confermano meta del 90,9% dei viaggi ma è soltanto il 13,1% dei residenti in Italia, rispetto al 24,2% del 2019, che avrebbe effettuato almeno un viaggio durante un trimestre del 2020.

Il turismo subisce senza dubbio l’impatto della pandemia da Covid-19 e delle conseguenti limitazioni, registrando una drammatica crisi di entità tale da raggiungere il minimo storico segnalato nel 1997.

Lo shock della domanda turistica che investe l’Italia arriva dopo la lenta fase di ripresa iniziata nel 2016 ma che non era stata comunque in grado di riportare i livelli dei viaggi al picco del 2008, prima dell’avvento della crisi economica sopraggiunta nel medesimo anno.

Il Nord-ovest, con il suo 17,5%, conduce la classifica per numero di turisti residenti, che danno origine a loro volta al maggior quantitativo di viaggi (32,2%). Seguono gli abitanti del Centro (13,2% con il 22,3% dei viaggi), quelli del Sud (5,3% e 9,2% in termini di viaggi) e i residenti nelle Isole (6,6% di turisti, 6,5% di viaggi).


Amici, parenti e aria aperta

 

Il drastico calo dei flussi turistici si riscontra ovunque e comunque, ma la situazione sanitaria, le restrizioni sulle attività praticabili, sugli spostamenti e la necessità di ricercare offerte più sicure in termini di distanziamento e prevenzione del rischio di contagio sono tutti fattori che hanno contribuito a cambiatre le scelte e gli orientamenti dei turisti residenti in Italia, sebbene essi continuino comunque a prediligere lo svago e il riposo (72,4% dei soggiorni) assieme alle visite a parenti e amici (25,4%). Queste ultime, in particolare, lo scorso autunno sono diventate la motivazione principale degli spostamenti, che passano dal 33,9% registrati tra settembre e dicembre del 2019 al 59,1% nello stesso periodo del 2020. Tali spostamenti sarebbero caratterizzati inoltre da una maggior durata: le vacanze lunghe infatti sarebbero aumentate del 27,8% rispetto all’anno precedente.

I turisti abbandonano progressivamente le città, che perdono 13 punti percentuali rispetto all’anno pre pandemia (dal 45,2% al 32,2%) in favore di mete che consentono di prestarsi maggiormente ad attività all’aria aperta; infatti, rispetto allo scorso anno, pur nel quadro di calo generale riguardante il nostro paese, aumentano le quote di vacanze al mare (53,9% nel 2020, 48,8% nel 2019), in montagna (31% nel 2020, 26,5% nel 2019) e in campagna (15,1% nel 2020, 9,9% nel 2019).

 

Le visite al patrimonio naturale mantengono stretta la propria quota, aggirandosi come nel 2019 attorno al 13%, consentendo inoltre una maggiore riscoperta del territorio italiano in seguito al crollo dei viaggi all’estero.

Drammatica invece la continua flessione delle visite al patrimonio culturale, alla partecipazione a eventi e spettacoli e al turismo enogastronomico: le motivazioni culturali dei flussi vacanzieri abbandonano altri 10 punti percentuali dalla propria quota sfiorando appena il 7% dei viaggi totali. Ad essere rilevato è anche il calo delle visite ai musei, che perdono il 20% dei visitatori rispetto il 2019.

 

Trentino Alto Adige, capofila invernale

 

Il Nord rimane l’area del Paese con più potere attrattivo (44,6% dei viaggi), sia per le vacanze, soprattutto se brevi (53%), che per i viaggi di lavoro (52,7%) con Toscana, Emilia-Romagna, Trentino Alto-Adige, Lombardia e Veneto che dominano il podio delle regioni più visitate, costituendo il 55,1% degli spostamenti totali.


Proprio la Toscana, con il suo 11,7%, si conferma nuovamente la destinazione preferita per le vacanze durante il corso dell’anno ma è il Trentino Alto Adige che domina la classifica dei luoghi più frequentati durante la stagione invernale, sia delle vacanze brevi che di quelle lunghe rispettivamente al 14,7% e al 22,6%. Le due province autonome portano a casa degli ottimi risultati anche per le mete più frequentate per le vacanze lunghe: sono l’11,6% dei turisti totali che scelgono le Dolomiti, ricoprendo il secondo posto in classifica, all’ombra della Toscana e del suo 11,9%.