Economy | Usa

L’ombra di Trump su tutti noi

Dagli annunci elettorali ora Trump è arrivato ai fatti. Un’intervista con Alfred Ebner, segretario dello Spi/Lgr, sulla situazione attuale e sulle ripercussioni, anche a livello locale.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
(C) Pixabay
Foto: (C) Pixabay
  • Secondo Lei quali sono le intenzioni di Trump?

    Capire le intenzioni del Presidente degli Stati Uniti è quasi impossibile. Tra fughe in avanti e repentine retromarce è difficile capire quali siano gli obiettivi veri di queste scelte. Eppure in tutto questo non nego una certa coerenza: le cose che oggi Trump sta portando avanti erano annunciate sin dagli inizi della campagna elettorale. Purtroppo spesso le sue parole erano interpretate come battute elettorali. Per questo i dazi che erano annunciati da tempo non possono certamente rappresentare una sorpresa. 

    Quale sarà l’esito di questa guerra commerciale?

    Una larghissima parte degli esperti ha bollato questa strategia penalizzante per chi la subisce, ma ancora di più per chi la applica. Come effetto nel medio periodo tutti concordano che l’inflazione è destinata a salire. Se pensiamo che la vittoria di Trump è stata anche frutto dello scontento per un’inflazione sostenuta dopo il Covid questa scelta è ancora meno comprensibile.

    Quali sono i motivi del 104% di dazi alla Cina?

    Una scelta economicamente assurda. Sappiamo che nell’entourage di Trump c’è chi vuole ridimensionare la concorrenza cinese e il suo potenziale economico che si avvicina sempre di più a quello americano. Oggi la Cina ha recuperato in larga parte anche il gap tecnologico con l’Occidente come dimostrato anche dall’intelligenza artificiale cinese, che ha creato parecchie preoccupazioni al settore High Tech degli Usa. La competizione nel manifatturiero invece esiste dagli albori della globalizzazione, che ha visto la Cina in prima linea nell’inondare i mercati mondiali con prodotti a prezzi bassi grazie agli aiuti statali e la manodopera a costo basso.

    E il rancore nei confronti degli storici alleati europei?
    Sicuramente è meno comprensibile il rancore nei confronti dell’Ue. L’avversione di Trump verso la Germania è cosa nota dai tempi della Merkel e non è escluso che anche questo possa aver inciso sulle sue scelte. Altra cosa però è fornire dati di difficile interpretazione per dimostrare un deficit commerciale elevato con l’Europa. Se si sommano, infatti, il manifatturiero e i servizi la bilancia commerciale rimane ancora negativa per gli Usa, ma non supera comunque i 50 miliardi. Forse dietro si nascondono anche obiettivi ideologici come la riduzione delle regole europee che regolamentano il mondo digitale, cosa invisa all’America e ai giganti del settore tecnologico. Non a caso il Vicepresidente Usa ci ha bollati recentemente come oppressori della libertà di pensiero e censori incalliti. Ma forse anche la Groenlandia sta sul piatto.

    Questa strategia ha provocato danni?

    Il risultato dei dazi e delle possibili trattative da parte della Casa Bianca hanno creato il caos sulle borse di tutto il mondo. Purtroppo oltre ai miliardi bruciati potranno verificarsi anche effetti negativi sull’economia reale con fallimenti e posti di lavoro bruciati. Chi per produrre ha bisogno di merci importate potrebbe avere problemi di liquidità per pagare anche i dazi con conseguenze negative sul sistema bancario. La fiducia, che rimane uno dei motori dell’economia rischia di fronte alle incertezze di entrare in crisi con conseguenze drammatiche per tutto il sistema economico. Recuperare la fiducia necessaria con Trump alla Casa Bianca sarà però compito arduo.

    Perché Trump corre il rischio di una recessione?

    Di sicuro l’amministrazione americana rischia una recessione interna, se non mondiale per scelte incomprensibili. A mio modesto parere ci sono diversi motivi. Il primo è quello di incassare i dazi per tagliare le imposte, cosa tra l’altro nel programma elettorale di Trump. Il costo maggiore sarà però riversato sui consumatori americani attraverso una maggiore inflazione, ma l’intenzione di Trump è di compensarla con il taglio a imposte e contributi. 
    Questo favorisce ovviamente maggiormente i più ricchi a partire dai boss della Silicon Valley. Questi oltre a una deregolamentazione dell’intelligenza artificiale hanno bisogno di soldi per costruire le strutture necessarie e pagare il consumo d’energia elevatissimo per tenerle in moto.

    Quale potrebbe essere lo scenario e quali le conseguenze per la democrazia?

    Se questa operazione sarà perfezionata saremo di fronte alla famosa oligarchia digitale, attraverso la quale in pochi potranno governare di fatto il mondo a loro piacere. Non a caso prosegue l’attacco alla democrazia e alla partecipazione dei cittadini nelle scelte che in questo contesto diventano un ostacolo. Il “grande Fratello” rischia di materializzarsi realmente! Questo è sicuramente il sogno di Musk e di tutta la Silicon Valley.

    E per il mondo del lavoro?

    Dietro ai dazi c’è forse anche la consapevolezza che il settore dei servizi grazie all’intelligenza artificiale sarà ridimensionato. Probabilmente tanti posti di lavoro si renderanno inutili. Questi vanno allora recuperati in qualche maniera nel settore produttivo. L’idea è che attraverso i dazi gli Usa potranno attirare le nostre aziende, che grazie ai soldi pubblici incassati dai dazi e per aggirare gli ostacoli, si trasferiscono in loco. Trump non guarda in faccia a nessuno. L’importante sono gli interessi dell’America. Nel medio e lungo periodo lui vuole una reindustrializzazione degli Stati Uniti e per questo parla dell’età dell’oro a prescindere dagli interessi altrui.

    Riuscirà questa strategia?

    Se queste scelte porteranno i frutti desiderati sta scritto nelle stelle. In economia tante sono le incognite. Se il resto del mondo, a partire dall’Europa, cercherà la trattativa, senza presentarsi con il cappello in mano, ma con determinazione e senza escludere reazioni avverse forti, sicuramente lo scotto lo pagheranno gli Usa. L’economia americana è ancora forte, ma non tanto da poter governare quella mondiale. Speriamo che l’Europa si ricompatti perché i potenti di questo mondo apparentemente impazzito capiscono una sola cosa: i rapporti di forza.

    E quali potrebbero essere le implicazioni per l’Alto Adige?

    Non sono facili da predire. Conosciamo i problemi della componentistica locale nel settore dell’automotive che già prima dei dazi era sotto pressione. Altri problemi come nel settore vitivinicolo sono probabili, ma non conosciamo i possibili effetti dei dazi sui consumatori americani. Essendo però gli Stati Uniti il terzo partner economico probabilmente altri settori saranno coinvolti. Penso che dobbiamo entrare in una logica più aperta, rivolta al mondo più in generale cercando mercati nuovi. Partiamo da una base economica solida e da un benessere diffuso. Questo potrà agevolare il compito che ci attende a prescindere dai dazi, che semmai potranno accelerare alcuni processi.

    Come potremmo gestire tutti questi cambiamenti e non solo quelli economici? 

    L’intelligenza artificiale oggi è ancora agli inizi, ma fa passi da gigante e offrirà nuove opportunità ancora da scoprire in tanti campi. I nostri giovani scappano per il costo della vita, ma quelli più istruiti spesso lo fanno per le opportunità professionali offerte altrove. Penso che sarebbe il momento giusto per aprire tavoli di confronto tra politica, imprese e sindacati per avviare e accompagnare questi processi che non sono solo economici. Essi riguarderanno anche l’uso dei dati, la veridicità nella comunicazione, la politica e la società in generale. Poi possiamo anche ignorare la velocità con la quale il tutto si evolve e provare a erigere muri, ma nel mondo digitale interconnesso l’unica possibilità è quella di confrontarsi per trasformare un possibile problema in un’opportunità.

ACHTUNG!
Meinungsvielfalt in Gefahr!

Wenn wir die Anforderungen der Medienförderung akzeptieren würden, könntest du die Kommentare ohne
Registrierung nicht sehen.

Erfahre warum