La lettera degli alpini a Mattarella
Il 7 maggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge che prevede l’istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini il 26 gennaio e che era stata approvata definitivamente dal Senato il 5 aprile. Nell’ultimo mese a decine si sono levate voci di protesta tra gli storici ed anche della “società civile”. In quel giorno, infatti, si ricorda la battaglia di Nikolaevka del 1943, quando gli alpini combatterono al fianco della Germania nazista per forzare il blocco dell’Armata rossa, permettendo così ai componenti del Corpo d’armata alpino e all’esercito tedesco di aggirare l’accerchiamento sovietico e ritirarsi. Nel rendere esecutiva la legge il Capo dello Stato ha contestualmente inviato un messaggio al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e alle Camere, con cui ha chiesto che tutte le forze armate vengano onorate in una sola data, il 4 novembre. Come a dire, senza dirlo esplicitamente, che ciò che è stato deciso nella legge non ha molto senso. A margine dell’adunata degli alpini di ieri a Rimini il ministro della Difesa non si è nascosto dietro ad un dito: “Abbiamo letto il messaggio del presidente della Repubblica - ha detto – è un messaggio importante che credo che il parlamento e il governo debbano guardare con grande attenzione. Le condizioni perché questa raccomandazione, questo invito si trasformi in realtà”. Come? Probabile che si intervenga con un apposito regolamento di attuazione.
A dare un contributo sostanziale all'educato intervento di Mattarella è stata sicuramente anche una lettera inviata da 39 ex ufficiali degli alpini - ne ha dato notizia Repubblica tre giorni fa e l'hanno poi ripresa diversi quotidiani nazionali - il cui primo firmatario è Aldo De Pellegrin, 72 anni di Brunico, ex ufficiale e storico corrispondente dalla val Pusteria prima dell'Alto Adige ed ora del Corriere dell'Alto Adige. Come rilevato da diversi storici, "a Nicolaevka e in Russia gli alpini sono comandati in ritirata da un’aggressione a un Paese straniero“, si legge nella lettera. La data stabilita per commemorare gli Alpini è “profondamente errata e ingiusta“. In più – spiega De Pellegrin – dedicare una giornata solo al loro corpo è discriminatorio: per questo motivo, a Mattarella è stata rivolta una richiesta di giustizia e parità fra i corpi militari dello Stato. "Per evitare fraintendimenti - aggiunge De Pellegrin - questa non è una lettera contro gli Alpini, bensì a correzione di un'iniziativa parlamentare che reputiamo elettoralistica e infelice nella sua formulazione e nelle sue scelte. Nikolajewka è solo UNA delle argomentazioni al riguardo". Ecco di seguito l'intero documento firmato dai 39 ex ufficiali.
Egregio signor Presidente,
noi sottofirmati Ufficiali Alpini formati, con altri colleghi, al 64° Corso AUC della Scuola militare alpina di Aosta e lo scrivente, Aldo DePellegrin, residente a Brunico (BZ), ci troviamo profondamente in disaccordo con il disposto del progetto di Legge dello Stato recante il titolo: “Istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini” che è in attesa della promulgazione che la Costituzione demanda a Lei, signor Presidente. Lo siamo per ragioni etiche, morali e di rispetto, giustizia e parità fra i Corpi militari dello Stato chiamati sempre e TUTTI INDISTINTAMENTE alla tutela e salvaguardia del bene della Nazione e di ogni suo cittadino e senso di fratellanza con le rispettive Associazioni combattentistiche e d’Arma. Per tale ragione Le chiediamo col dovuto rispetto, ma con ferma e ponderata determinazione, un Suo illuminante intervento, nell’ambito dei poteri che la Costituzione della Repubblica Italiana Le conferisce, volto a una sostanziale revisione del contenuto testuale della suddetta Norma, e indirizzato all’assoluta parificazione dei contenuti di abnegazione e di sacrificio sostenuti da ciascun Corpo militare dello Stato nelle occasioni storiche in cui esso è stato comandato e chiamato a operare. Altrettanta pari valorizzazione chiediamo per le Associazioni tutte, che li rapprendano nella nostra società italiana.
Riteniamo profondamente errato e ingiusto, e basti la Storia che a Nikolajewka e in Russia vede tuttora gli Alpini, sì comandati, ma in ritirata da un’aggressione a Paese straniero, per non dire della guerra oggi in atto in Europa, che una Legge dello Stato evidenzi i pur enormi sacrifici di un Corpo come quello degli Alpini in guerra e in Pace, dimenticando o comunque elevandoli nei confronti di tanti altri eroismi e numerosi sacrifici che hanno visto protagonisti cittadini Italiani, militari e non, nel corso della secolare Storia della nostra Nazione. Noi, Ufficiali del 64° Corso AUC alla Scuola militare alpina di Aosta e oggi cittadini italiani legati all’alpinità e ai suoi ideali di parità, solidarietà e giustizia, rifiutiamo la disparità contenuta nel disposto della futura legge mentre concordiamo e ci poniamo al fianco di ogni altro Corpo militare % dello Stato e di tutte le Associazioni combattentistiche e d’arma, che si sono sentite almeno dimenticate, se non addirittura avvilite, da un testo di legge il cui unico riferimento è al pur nobile “sacrificio alpino” con una data unica per tutti e, inoltre, rivedibile da ogni punto di vista rispetto all’evento di Nikolajewka. Per quanto esposto chiediamo il Suo alto intervento, nell’ottica di una correzione testuale che accomuni i sacrifici anziché differenziarli, confidando nel senso di Equità, Lealtà e Giustizia che Le è universalmente riconosciuto. Con ossequio, La ringraziamo e La salutiamo.
Gli Ufficiali Alpini del 64° Corso AUC Scuola militare alpina di Aosta: Ivano Gentili, S.Elena di Silea (TV); Alberto Orecchia, Quarto (GE); Camillo Pisetta, Gardolo (TN); Luciano Ivaldi, Bruno (AT); Alessandro Miglioretti, Pino Torinese (To); Angelo Rossi, Trento; Mario Sandrone, Sale delle Langhe (CN); Antonio De Paoli, Vicenza; Giovanni Lucchina, Arona (NO); Adriano Del Giorgio, Chiavenna (SO); Aldo Perron, Casale Monferrato (AL); Giuliano Secchi, Vallelaghi (TN); Renato Barberis, Casale Monferrato (AL); Angelo Soave, Bruno (AT); Alessandro Cerrato, San Damiano d'Asti (AT); Paolo Ostinelli, Como; Udalrico Gottardi Tione (TN); Lorenzo Zordan, Grantorto (PD); Mario Cecconi, Prato (FI); Felice Piasini, Poggiridenti (SO); Giorgio Buizza, Lecco; Pietro Mosso. Verolengo (TO); Stanislao Barbazza, Cordovado (PN); Evelino Mattelig, Udine; Franco Zanin, Breganze (VI); Paolo Rumiz, Cividale del Friuli (UD); Gianni Pasquino, Mornico Losana (PV); Adriano Peracchia. Saluzzo (TO); Valentino Bartelle, Torino; Claudio Cominola, Novara; Paolo Nicoli, Lucca; Luigi Merlini, Voghera (PV); Giovanni Furlan, Treviso; Ennio Lazzarotto, Valbrenta (VI); Franco Rizzo, Genova; Piergiorgio Marguerettaz, Gignod (AO); Roberto Braggion, Preganziol (TV); Eddi Cainero, Tavagnacco (UD);
Jetzt neben dem
Jetzt neben dem problematischen 26. Jänner zudem auch noch einen weiteren, den 4. November als "Ehrentag" zu installieren, kann man nur Verschlimmbesserung nennen.