Tutto secondo copione?
Il sospetto - a questo punto più che fondato - è che le dinamiche di questi ultimi mesi tra Centrosinistra a trazione PD, SVP e Verdi facessero parte di un piano precedentemente prestabilito. Che avrebbe portato all’inevitabile accordo che si sta profilando, consentendo però ad ad ogni singola formazione politica di ‘mettere in scena la propria personale rappresentazione’.
Nei confronti dei cittadini elettori ma anche - in alcuni casi soprattutto - al proprio interno.
Il dato più significativo di queste ultime ore è il disgelo (a distanza con la mediazione di Caramaschi) tra SVP e Verdi. Favorito dal profilo basso a lungo assunto dagli ambientalisti nei confronti della Stella Alpina. I Verdi di Bolzano non hanno reagito davanti alle ripetute ed esplicite avances della Volkspartei nei confronti del centrodestra. E hanno prontamente incassato il risultato una volta che il centrodestra stesso non ha potuto che affermare la propria indisponibilità.
La strategia diplomatica ha consentito ai Verdi di rientrare in gioco, anche se ‘dalla finestra e non dalla porta’. Cosa che in queste ore la SVP non ha mancato di rimarcare, in tutti i modi, ricordando la ‘natura di serie A’ del patto con Caramaschi. Fatto di sostegno esplicito maturato in vista del ballottaggio e veicolato attraverso il patto di ferro con il vicesindaco in pectore Christoph Baur.
Per dire: nelle ultime ore la SVP, giusto per riaffermare il suo ruolo, si è ‘leggermente risentita’ per il fatto che il sindaco ha incontrato i Verdi ‘prima di aver consegnato alla Stella Alpina la versione riveduta e corretta del programma’.
Tatticismi? Mica tanto, viste le premesse.
Intanto i Verdi nuovamente ‘di governo’ devono fare conti con le bordate del Movimento 5 Stelle che, a Bolzano, fin dalle prime ore si è riaccomodato nel suo ruolo di opposizione dura e pura. Il moiìvimento politico fondato da Beppe Grillo è quindi ora intento a raccogliere, i freschi elettori dei Verdi che, magari, non gradiscono l’atteggiamento morbido e conciliante degli ambientalisti. Questo giusto a poche ore dal referendum di domenica.
Ad azzannare i Verdi sui social network in queste ore ci pensano Maria Teresa Fortini e Caterina Pifano. Nello specifico Fortini osserva che i Verdi bolzanini "non dicono nessuna parola sull’aeroporto, che evidentemente è un argomento tabù per sindaco e giunta”. Le fa eco l’ex candidata sindaca Pifano parlando di ‘Verdini’ più che di Verdi, tra l’altro definiti “alternativi ma non troppo ed intenti a non sollevare i coperchi”.
Intanto passano le ore, cruciali più che mai. Non solo per la definizione di un programma finalmente definitivo e condiviso dalla serie A (Centrosinistra, SVP e Lista Caramaschi) ed anche dalla serie B (Io sto con Bolzano di Gennaccaro e Verdi). Ma anche e soprattutto per la ‘forma’ che assumerà la prossima giunta comunale. Con tutti i suoi infiniti contrappesi.
Sulla questione da tempo i giornali si sono lanciati con ipotesi di ogni tipo. Non solo sui nominativi della ‘squadra’ ma anche sui ruoli che andranno ad assumere.
Di ufficiale, naturalmente, non c’è nulla. Troppo complessa è ancora la partita e troppo stretti sono i tempi (Caramaschi vuole chiudere il discorso durante due sedute la prossima settimana il 14 e il 16 giugno, per poter avere ancora una settimana a disposizione in caso di non improbabili ’incidenti’).
Direttamente interpellati gli interessati si trincerano dietro a ‘no comment’. Caramaschi per primo che da giorni e giorni si limita a ripetere la sua litania (“un’idea di giunta ce l’ho in testa”). Mentre c’è anche chi, come Angelo Gennaccaro, è pronto a giurare che di competenze per i singoli assessori lui non ne ha ancora parlato.
Ma i rumors ci sono, eccome. E descrivono un quadro tutt’altro che irrealistico, manifestando una serie di nodi non da poco che dovranno per forza di cose essere sciolti entro lunedì prossimo.
Le ultime voci di corridoio dicono che il sindaco Caramaschi sarebbe orientato a mantenere per sé le competenze su bilancio, innovazione e trasparenza. Al vicesindaco Baur dovrebbe andare il forte abbinamento tra patrimonio e urbanistica, competenza quest’ultima ‘strappata’ al PD dopo anni di vero e proprio ‘feudo’ nel settore. La terza pedina della giunta verosimilmente sarà occupata dal Luis Walcher della SVP, campione di preferenze e pronto a riscuotere i crediti relativi a due precedenti ‘passi indietro’ risalenti alle scorse legislature. A Walcher verrebbero assegnati altri due temi chiave per la città: mobilità e lavori pubblici.
Sul versante italiano la quarta pedina dovrebbe essere occupata quindi Sandro Repetto. Ma in merito alle sue competenze in queste ore è in atto l’ennesimo braccio di ferro all’interno del PD. Repetto, sostenuto dalla segretaria Di Fede, vorrebbe il forte abbinamento (inedito) tra sociale e cultura. Ma la cosa non va giù alla corrente che fa capo a Roberto Bizzo e Mauro Randi, concentrati a rendere più forte possibile la posizione che in giunta avrà la ‘loro’ pedina Monica Franch, che entrerà nella compagine sulla base delle regole vigenti sulle quote rosa. Il profilo ‘debole’ vedrebbe assegnate alla Franch le ‘sole’ competenze su scuola e decentramento.
Le ultime due caselle della nuova giunta dovranno essere occupate da Angelo Gennaccaro (si parla del commercio) e da un componente dei Verdi.
Per quanto riguarda la presenza dei Verdi in giunta gli ambientalisti si sarebbero dimostrati disponibili al fatto che venga valorizzata la ‘terza scelta’ e cioè la neoconsigliera Chiara Rabini. Questo perché su Norbert Lantschner ci sarebbe un veto etnico da parte della SVP (che si vedrebbe costretta a rinunciare ad un assessore), mentre Marialaura Lorenzini sarebbe ritenuta ‘troppo militante’ su temi chiave come Benko, aeroporto ed inceneritore.
Già detto del Movimento 5 Stelle, l’opposizione in questi giorni resta in attesa delle sedute della prossima settimana. Chi ha già esperienza di consiglio sa che a Bolzano i colpi di scena sono tutt’altro che da escludere, la scorsa legislatura ne è stata la più chiara dimostrazione.
Nello specifico intanto Uniti per Bolzano si gode la sua ‘coerenza’, dopo aver detto no alla SVP e cercando di dimenticare le terribili rese dei conti interne. In questo contesto più serena è la Lega, anch’essa lusingata da corteggiamenti SVP un po’ più sotterranei. Mentre Casapound si gode ancora gli effetti del momento di 'gloria' maturato con la ‘marcia sul municipio’, che ha fatto tanto discutere.
In una posizione più defilata si trovano Giorgio Holzmann ed Ivan Benussi.
Le due vecchie volpi sapranno aspettare che ci siano le condizioni, nei prossimi mesi, per manifestare liberamente e in modo più o meno esplicito il loro sostegno alla maggioranza. Portando a compimento a piccoli passi il (non solo loro) sogno di grande coalizione. Un sogno per il momento naufragato nei massimi sistemi, ma che rimane comunque una prospettiva tutt’altro che tramontata per la politica del capoluogo altoatesino.