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Emergenza permanente

Con la chiusura dei centri per l’emergenza freddo, 200 persone sono state lasciate a dormire per strada. Bozen Solidale: “La Provincia rifiuta di incontrarci”.
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Foto: (Foto: salto.bz)

La chiusura dei dormitori ha provocato, come previsto, una nuova emergenza nelle strade del capoluogo. Dopo la proroga di un mese, tra le proteste della destra che invocava invece il pugno di ferro, il 30 maggio sono state chiuse le strutture di ricovero notturno, da Appiano a Merano, da Bolzano a Bressanone, che ospitavano decine di persone senza fissa dimora e richiedenti asilo non accolti nei CAS provinciali. Sono circa 200, secondo le associazioni di volontariato, le persone che da un giorno all’altro si sarebbero ritrovate a dormire all’addiaccio.

“Quello della casa, in Alto Adige, è un problema sistemico e trasversale che colpisce in particolare studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici con reddito medio basso, persone migranti e, in generale, chi vive situazioni socialmente difficili – sottolinea Bozen Solidale –. Le amministrazioni e le istituzioni di riferimento sono state, finora, incapaci di mettere sul tavolo strategie abitative per far sì che la gente non dorma per strada”.

 

L’associazione denuncia di aver ripetutamente richiesto un incontro con i rappresentanti provinciali ma di non aver mai ricevuto risposta: “Se da una parte si svendono pezzi di città per costruire abitazioni di lusso – sostengono gli attivisti – dall’altra si continua ad applicare un approccio emergenziale alla questione migratoria: espulsione degli “indesiderati” dal centro cittadino, DASPO urbano, affitto di squallidi capannoni in zona industriale per inserire decine di persone in contesti dove la promiscuità risulta essere l’ultimo dei problemi. Con l’arrivo della stagione estiva, fuori tutti”.

La situazione in cui si vengono a trovare molti stranieri presenti sul nostro territorio è a dir poco drammatica

Sul tema anche Sinistra die Linke che chiede alle forze presenti in Consiglio Provinciale, alla Giunta e al Presidente Kompatscher di non voltarsi dall’altra parte e di prendere consapevolezza delle conseguenze della chiusura delle strutture emergenziali. “La situazione in cui si vengono a trovare molti stranieri presenti sul nostro territorio è a dir poco drammatica – scrive la lista in una nota –. Molti di loro sono già in possesso dei documenti previsti e necessari per essere inseriti nel mondo del lavoro mentre altri sono in attesa di iniziare o completare il percorso per il loro ottenimento. Altri ancora frequentano i corsi di formazione finanziati dal fondo sociale europeo. Molte di queste persone contribuiscono già a sostenere l’economia della nostra Provincia. È necessario – aggiunge Sinistra Die Linke – che le forze politiche presenti all’interno del Consiglio Provinciale recepiscano la nostra preoccupazione e agiscano all’istante al fine di risolvere queste gravi problematiche che, se irrisolte, creeranno, inevitabilmente, un forte disagio nella nostra Provincia. Aggiungiamo – conclude la nota – che questo fenomeno non è emergenziale ma strutturale per questo la Provincia deve diventare protagonista di una politica di accoglienza pianificata e di ampio respiro”.