La formula Tremonti
Il Festival dell’Economia si reinventa sul web, tanto da autoribattezzasi “Web Festival dell’Economia”. La quindicesima edizione, infatti, dal 29 maggio si sta svolgendo in versione telematica con una serie di eventi trasmessi in diretta sul sito e canali social mentre ritornerà "fisicamente" a Trento dal 24 al 27 settembre
La giornata di ieri (8 luglio) ha visto intervenire l’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti - che per dieci anni ha dominato la scena politica ed economica italiana - e qui accolto virtualmente dal “padrone di casa” e direttore scientifico del Festival Tito Boeri.
Un’occasione per discutere dei possibili scenari macroeconomici in tempi di emergenza sanitaria ma anche - se vogliamo - per seppellire una vecchia ascia di guerra oramai arrugginita. L’accostamento Boeri-Tremonti infatti - quando quest’ultimo ricopriva gli incarichi ministeriali dei diversi Governi Berlusconi - si traduceva inesorabilmente in continue scintille e tensioni a fior di pelle, a suon di trasmissioni e attacchi a mezzo stampa. Divergenze superate e toni totalmente diversi hanno caratterizzato invece quest’ultimo incontro, a tal punto che Boeri ne ha approfittato per invitarlo nuovamente alla prossima edizione, svelando in anteprima il tema che abbraccerà la rassegna dell’anno successivo, ovvero la questione ambientale.
Quali lezioni ci insegna il coronavirus sulla globalizzazione? Quali le politiche più appropriate per fare ripartire l'Italia nel 2021? Sono questi gli interrogativi che aprono la conferenza “Coronavirus e sovranità nazionale”.
“Per capire il futuro devi avere un’idea del passato”, introduce shakespearianamente Tremonti, lasciandosi andare a diverse citazioni bibliche per poter illustrare al meglio il suo punto di vista. “Quest’ultimo trentennio è stato dominato dall’utopia della globalizzazione: è come nella Genesi, quando gli uomini si uniscono per costruire questa entità artificiale detta Torre di Babele con la mira di elevarsi al cielo, ma che il divino finisce per maledire togliendo agli uomini l'unitarietà della lingua e impedendo di conseguenza di ultimare la costruzione”.
“Siamo voluti passare da Liberté, Egalité, Fraternité a Globalité, Marché, Monnaie”, sostiene il Presidente dell’Aspen Institute Italia. “Mentre negli Stati Uniti la politica è presente, in Europa la politica per oltre otto anni è scomparsa, oppiata dal denaro creato dal nulla. Si arriva al momento presente in queste condizioni. La reazione in atto, oggetto di complesse e non terminate discussioni, segna un’uscita dal torpore e l’ingresso in una fase politica di grande fascino e interesse: è importante che si ritorni a parlare di Eurobond anche se non ci libera dal problema di fondo, l’Europa deve offrire una base sicura – continua – anzichè incrementare o spostare le quote di bilancio è necessario aumentare la capacità fiscale, introducendo per esempio la Web Tax”.
Ho nostalgia del mondo di prima che era internazionale non globale
E sugli scenari futuri che si prospettano per l’economia mondiale, l’ex Ministro si lascia andare ad un’altra metafora, questa volta proveniente dal mondo dei videogiochi: “Quando sconfiggi un mostro, ti rilassi e abbassi la guardia per poi ritrovartene davanti uno ancora più potente. E’ sì necessario ragionare sugli effetti che questa crisi ha portato ma è ancora più essenziale tentare di evitare situazioni analoghe perchè è probabile che ci si possa ritrovare nuovamente davanti a eventi traumatici simili. Ma questo non lo si fa con il vaccino o stampando più moneta, bisogna al contrario ragionare sulle cause: la struttura del mondo globale presenta dei limiti per quanto riguarda i suoi meccanismi di funzionamento”.
Sulle possibili soluzioni afferma che “servirebbe un governo che vada nei bar e sappia spiegare al popolo cosa sta facendo e perché”.
Bocciata invece su tutta la linea l’ipotesi MES. “Abbiamo troppo debito pubblico, il MES è debito pubblico: se si vuole investire sulla sanità bisogna disinvestire su altro come il Bonus Vacanze e il Bonus Monopattino”.
“Ho nostalgia del mondo di prima che era internazionale non globale” ribadisce non senza una piccola e personale nota di amarezza “Non ho invece alcuna nostalgia dell’utopia globalizzazione. Come diceva Obama: questa non è la fine del mondo, ma la fine di un mondo”.
Ognuno è libero di dire la
Ognuno è libero di dire la sua. Ma l'ex ministro Tremonti è stato uno dei corresponsabili dello sfascio dei conti pubblici italiani grazie ai governi del centro-destra che hanno propagandato la "rivoluzione liberale", che in realtà non si è mai vista prendendo per il naso gli/le elettori/trici di quella linea politica con una pletora di "baciapile", solitamente arricchiti/e, che sopravvivono ancora oggi. Oggi si osserva sempre più un certo "ritorno" di certi personaggi del recente disastroso passato, che si giustifica unicamente in una logica gerontologica autoreferenziale, e fa storcere solo il naso ma sembra che non pochi abbiano una memoria molto, ma davvero molto corta.