Economy | Economia Verde

Verdi, l'ala economica presenta il programma

Verdi come partito che frena lo sviluppo economico? Klaus Egger e Christoph Moar cercano di dimostrare che è vero esattamente il contrario.

I Verdi stanno cercando di erodere uno dei cliché che hanno reso – a torto o a ragione – il partito poco attraente a chi ha a cuore l'economia. “Economia”, una parola che evoca subito l'immagine del profitto, dunque dello sfruttamento delle risorse, sia ambientali che umane, a fini di guadagno. Com'è possibile riportare il tema su un terreno praticabile anche da chi ha tra le proprie parole d'ordine l'ecologia e un modello di vita più frugale?

Hanno provato a spiegarlo Klaus Egger e Christoph Moar, nella conferenza stampa tenuta oggi (9 settembre) all'Hotel Mondschein di Bolzano. Da alcuni mesi i due si sono profilati all'interno del partito come vera e propria “ala economica”, assumendosi il compito d'intrecciare una fitta rete di contatti con il mondo imprenditoriale e associazionistico locale. I risultati di questo lavoro hanno portato alla stesura di un programma articolato in quattro punti o possibili aree d'intervento.

Il primo punto affronta la questione dello sviluppo economico “qualitativo”: “Quotidianamente la crisi odierna dimostra quanto una crescita puramente quantitativa ci porti sempre più rapidamente sull'argine di un baratro. Dobbiamo spezzare questo circolo vizioso, con decisioni coraggiose e lungimiranti”. Il secondo punto ha come concetto guida il termine “sostenibilità” e riguarda l'individuazione di un raggio d'espansione imprenditoriale che non sia superiore ai 500 km intorno a Bolzano. “In questo modo potremmo raggiungere già circa 20 milioni di persone, senza bisogno di gettare ponti troppo lontani. Sviluppare l'accesso a questo mercato ci pare una priorità da sostenere con forza”. Terzo punto la promozione del lavoro e l'abbattimento della burocrazia: “Il lavoro e le attività economiche devono essere viste come fonti di significato e di piacere. Per questo è necessario semplificare o abolire le norme esageratamente burocratiche che imbrigliano l'iniziativa privata”. Ultimo punto, del quale è stata sottolineata particolarmente l'importanza, il recupero del potere d'acquisto da parte dei cittadini: “Le aziende hanno bisogno di clienti, di persone cioè che dispongano di denaro da spendere oltre quello che già pagano in costi fissi. Senza un rafforzamento del reddito disponibile non è possibile neppure avere un mercato funzionante”. Tra le misure concrete immaginate, Egger e Moar hanno proposto per esempio la creazione di un'offerta alloggi in locazione a prezzi accessibili attraverso programmi d'investimento in edifici residenziali e multi-generazionali convenzionati in zone di recupero; l'abbattimento dei costi del lavoro e la riduzione della base imponibile IRAP per le imprese che creano nuovi posti di lavoro per i giovani; la creazione di accordi territoriali supplementari in tutti i settori, al fine di consentire un aumento trasparente degli stipendi reali; l'introduzione di un AltoAdige Pass 2.0 per ridurre i costi dei trasporti ai pendolari (in pratica il pass dovrebbe poter essere offerto dalle aziende come elemento salariale esente da tasse e contributi sociali).

Alla fine della conferenza stampa Brigitte Foppa ha sottolineato come la “svolta economica” del partito sia in realtà pienamente in linea con l'impostazione “alternativa” del partito. Ecologia ed economia non sono quindi universi paralleli, destinati ad elidersi a vicenda. La sfida è quella di far capire piuttosto che le ricette improntate alla sostenibilità sono proprio quelle in grado di rilanciare l'economia. Ovviamente intonata al verde.