Politics | Genere&Giunte

Regione in ritardo sulla preferenza di genere

Sara Ferrari, assessora trentina, dice la sua sulla modifica della legge elettorale per i comuni e spinge a cercare competenze femminili per le giunte comunali.

Cambiamenti in vista per la legge elettorale regionale che disciplina l'elezione nei comuni. Dopo che il Tar ha dato ragione ai comuni di Cortina all'Adige e Glorenza, dove l'arrotondamento per eccesso della presenza delle donne in giunta aveva creato problemi notevoli, sarà il Consiglio regionale a trovare una soluzione. A Cortina con 7 uomini e 5 donne in consiglio secondo legge ci sarebbe dovuta essere una giunta con 3 donne e 2 uomini. Il sindaco di Cloz Natale Floretta era balzato alle cronache estive per affermazioni decisamente retrograde sul ruolo delle donne negli esecutivi comunali. Alla fine però il sindaco anauniense è rinsavito e oltre a Martina Cescolini ha nominato in giunta anche Arianna Perseu.

Nella Giunta provinciale invece la rappresentanza femminile si è dimezzata durante l'estate. Sara Ferrari, seconda legislatura in consiglio, ha le deleghe per università, ricerca, giovani, cooperazione allo sviluppo e pari opportunità. L'assessora Pd fu tra le promotrici nella scorsa legislatura dell'introduzione della “proporzionale di genere” nelle giunte comunali.

Assessora Ferrari, come dovranno essere le modifiche alla legge?

L'arrotondamento per eccesso effettivamente è stata una forzatura eccessiva perché sovrarappresenta il risultato elettorale. Basterebbe proporre quindi un arrotondamento matematico (facendo scattare il posto in giunta in più solo quando dopo la virgola del quoziente c'è almeno un 5, ndr) ma se non c'è un vincolo nella legge c'è il rischio che non vengano nominate donne nelle giunte.

E per quanto riguarda la seconda preferenza di genere?

Non si è voluto approvare il ddl perché oltre all'ostruzionismo dell'opposizione c'era scarso entusiasmo anche in maggioranza. Siamo rimasti l'unica regione in Italia che non ha la preferenza di genere per le Comunali, visto che dal 2012 è prevista in tutti i Comuni sopra i 5mila abitanti nel resto d'Italia.

 

Si deve creare un'abitudine culturale, riconoscendo che anche nell'universo femminile ci sono le competenze adatte per ruoli nell'esecutivo

 

Gli elettori però fanno fatica spesso a dare più di una preferenza, non c'è il rischio che alla fine non si riesca comunque a garantire maggiore rappresentanza femminile?

Si deve creare un'abitudine culturale, riconoscendo che anche nell'universo femminile ci sono le competenze adatte per ruoli nell'esecutivo. Nelle Provinciali 2013 in Trentino (si potevano dare massimo 3 preferenze, ndr) la media delle preferenze date dagli elettori è stata 1,2, per partiti come Patt e Pd si è arrivati a 1,5. In Alto Adige con 4 preferenze la soluzione potrebbe essere 2 per genere, ma so che è durissima riuscire a portare questo cambiamento. Siamo arrivati come Regione 9 anni prima dello Stato stabilendo che nella definizione delle liste ogni genere doveva avere almeno un terzo dei componenti. È veramente un'”onta” per la nostra Regione essere indietro rispetto al resto d'Italia sulla preferenza di genere, considerando anche il fatto che l'Italia è al 98esimo posto al mondo per equilibrio di genere.

Noggler (Svp) ed il suo capogruppo Manica (Pd) vorrebbero però mani più libere per i sindaci nelle composizioni delle Giunte comunali, tornando alla vecchia formulazione della legge che prevede la presenza di entrambi i generi…

Serve una presa di consapevolezza che stiamo parlando di una cosa seria, tendenzialmente c'è un po' di supponenza in questa materia. Dobbiamo come detto creare l'abitudine a sforzarsi a cercare competenze anche nel mondo femminile. Non è solo una questione di diritto, ma di vantaggio competitivo: non valorizzare le donne crea disvalore economico.

Durante la settimana prossima tornerà in Consiglio provinciale a Trento anche il ddl omofobia, sarà la volta buona?

Si comincerà votando gli emendamenti al primo articolo. Sulla questione è stato creato dall'opposizione artificiosamente un clima di paura generando falsità, mettendo insieme educazione di genere a questioni legate alla sessualità. Nelle scuole vogliamo portare i due generi a conoscersi meglio, insegnare ai ragazzi a comportarsi in modo corretto (considerando le 570 denunce per violenza nei confronti delle donne), scardinare i condizionamenti e l'”autosegregazione” nei ruoli. Molti subiscono ancora condizionamenti culturali. Ora per propaganda politica si vuole incutere il terrore nei genitori, ma dirigenti scolastici e famiglie sanno come stanno veramente le cose ed in 5 anni non si sono mai lamentati.

Alla recente Festa dell'Autonomia del 5 settembre a Trento tra i 9 relatori c'erano soltanto uomini…

Non ho voluto partecipare e nel mio ruolo non potevo certamente tacere. Non si capisce perché le donne siano state escluse, si è trattato di un qualcosa di poco efficace e scorretto. Ho scritto a Rossi e Dorigatti che è stato un errore. Assurdo il fatto che nemmeno Chiara Avanzo, presidente del Consiglio regionale, sia stata coinvolta. L'autonomia è un patrimonio di tutti, uomini e donne.

 

Intanto sabato 12 settembre a partire dalle 9.30 Sara Ferrari parteciperà nella Sala Rosa del Palazzo della Regione agli Stati Regionali delle Donne del Trentino Alto-Adige. Una giornata di discussione sul tema delle condizioni di vita e lavoro delle donne, durante la quale verranno presentate le buone pratiche messe in atto in regione e verranno raccolte proposte operative per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro da presentare all'agenda politica.