Economy | Crisi

“Siamo arrabbiati e demoralizzati”

Cresce lo sconforto degli operai della Solland Silicon di Sinigo. Da luglio non ricevono lo stipendio e anche il futuro non sembra propizio.

I toni sono quelli costernati, quasi rassegnati, di chi teme ormai il peggio. Il senso di precarietà e l’incertezza fanno il resto. L’odissea degli operai della Solland Silicon (gruppo Pufin Power) di Sinigo non sembra destinata a risolversi in tempi brevi. L’azienda ha problemi finanziari e non paga gli stipendi da luglio, con ogni probabilità non riuscirà a coprire nemmeno quelli di agosto. “Siamo in attesa dei pagamenti, che dovrebbero essere accreditati entro domani [venerdì, 11 settembre, ndr] - riferisce uno degli esponenti della Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) -, se questo non dovesse avvenire, agiremo per vie legali”. Intanto i lavoratori della Solland Silicon hanno chiesto di incontrare l’assessora al lavoro Martha Stocker e il Landeshauptmann Arno Kompatscher, “vedremo cosa deciderà la giunta provinciale”, dicono gli operai.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 1° ottobre; il ministero dello sviluppo economico ha infatti convocato a Roma un incontro con azienda e sindacati. Il clima nello stabilimento, nel frattempo, è rovente: “siamo arrabbiati - dicono i lavoratori -, in più veniamo da un periodo difficile. Alcuni di noi, infatti, sono in cassa integrazione dal novembre del 2011. La società Solland Silicon si era impegnata ad anticipare loro l’importo della cassa integrazione ma i soldi non sono arrivati”. Oltre agli stipendi e alla cassa integrazione, fanno sapere dalla Rsu, mancano anche i versamenti da destinare al fondo pensione Laborfonds, al fondo sanitario integrativo e le quote sindacali per Cgil, Cisl e Uil.
Il punto è che la produzione è ferma ormai da tempo; “si sarebbe dovuto ricominciare ad aprile, poi il mese successivo e quello dopo ancora, finché non ci hanno riferito che è slittato tutto ad ottobre. La verità è che non abbiamo la più pallida idea di quando si riprenderà a produrre, sempre se si riprenderà”, riferiscono amareggiati i lavoratori della Solland, 157 in tutto, che dalla prossima settimana torneranno - escluse 30-35 persone -, come negli anni passati, in cassa integrazione, seppur a rotazione.

Le speranze che nutrivamo di ritornare a lavorare, di avere la prospettiva di un futuro anche se limitato nel tempo, sono ormai molto basse”, ammettono gli interessati. Le aspettative, del resto, erano comprensibilmente alte dopo che l'imprenditore Massimo Pugliese aveva acquistato il reparto policristallo dell'ex Memc (poi diventato SunEdison, a cui successivamente è subentrata nella proprietà, dal 1° gennaio scorso, la Solland Silicon, che ora potrebbe essere ceduta al colosso cinese Trina Solar). Ma non è ancora detta l'ultima parola: domani se non arriveranno i soldi si tornerà in piazza e forse anche a presidiare l’ingresso dello stabilimento, “faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per non perdere il lavoro”, così gli operai.