Society | La protesta

“La certificazione linguistica non basta”

Un folto gruppo di insegnanti di italiano nelle superiori tedesche si contrappone all’intendente Höllrigl: “in Sudtirolo la L2 non può essere solo un fatto tecnico".

E’ scattata ieri con una lettera ai giornali e come un fulmine a ciel sereno la contrapposizione frontale tra un folto gruppo di insegnanti di italiano L2 (seconda lingua) nelle scuole superiori e l’intendente di lingua tedesca Peter Höllrigl. Motivo di contendere l’introduzione d’imperio da parte dell’intendenza della nuova prova di L2 all’esame di maturità, per la prima volta dotata di una parte di comprensione della lingua all’ascolto

A prima vista la critica del folto numero di insegnanti (più di 50) appare soprattutto relativa ai tempi imposti (considerati troppo stretti) e all’atteggiamento non collaborativo manifestato dall’Intendenza tedesca. Ma approfondendo un po’ la questione si scopre che la contrapposizione appare ben più profonda e netta. E legata nello specifico alla 'differenza di concetto' esistente nella scuola altoatesina tra seconda lingua (L2) e lingua straniera
Per spiegare meglio i termini della questione abbiamo pensato allora di proporre innanzitutto la lettura della ‘lettera aperta’ dei 50 insegnanti.
E poi abbiamo deciso di contattare Alessandra Spagda, la capofila  della protesta

salto.bz : L’intendente Höllrigl già stamani sul quotidiano Dolomiten replica alla vostra presa di posizione, affermando che ad essere una grande novità è la prova di comprensione del parlato. Una novità però di fatto già introdotta nell’insegnamento con le nuove linee guida varare nel 2010 che è logico abbia ora una ricaduta sull’esame di stato. Höllrigl afferma anche che per l’elaborazione della nuova forma d’esame è stato attivato a suo tempo un tavolo di lavoro con tanto di sostegno scientifico. Voi cosa ne pensate?
Alessandra Spada - L’intendente era informato del nostro disagio. La ‘nuova prova’ ci è stata presentata il 30 maggio e cioè a fine anno scolastico. Noi abbiamo mandato una serie di lettere di protesta ed abbiamo avuto un colloquio con lui. Non ci ha detto né sì né no, ha detto “vedremo”. Dopo di che il 1 settembre abbiamo ricevuto la notizia ufficiale attraverso una circolare della decisione definitiva. Ancora in agosto i presidi non erano informati. E’ stato fatto tutto di nascosto e senza darci nessuna possibilità di introdurre una modifica. Noi siamo stati sempre stati abituati a sperimentare tutto prima di metterlo in pratica. Con la sua decisione l’intendente dimostra una nuova tendenza poco democratica. Questo per quanto riguarda la procedura. Ma esiste poi un’altra importante considerazione che questa volta riguarda i contenuti. 

Qual è?
Questa nuova prova per l’esame di stato si avvicina molto alle certificazioni linguistiche della lingua straniera. Ma voglio ricordare che la L2 qui da noi non è lingua straniera, ma seconda lingua. 

“La valenza culturale è veramente molto importante per entrare nell’altro mondo. Si tratta di una cosa di cui da noi, com’è noto, c’è un fondamentale bisogno.”

Insomma: si tratta di un colpo di mano dell’intendenza per trasformare la prova di L2 nelle scuole tedesche in una sorta di patentino? 
Esatto. La lingua viene ridotta ad un mero fatto tecnico. Mentre tutti gli aspetti culturali legati alla lingua vengono messi in secondo piano.

Questo discorso è stato fatto presente all’intendente in passato?
Certo. Ma non abbiamo avuto risposte da parte loro. L’aspetto formativo della lingua, con la sua capacità di analisi ed interpretazione, viene completamente annullato. 

Tornando ai tempi: come mai dite che i tempi sono strettissimi? In fondo gli insegnanti di quinta hanno di fronte ancora un intero anno scolastico.
Di fatto oggi di punto in bianco dobbiamo cambiare la strategia. 

E il lavoro di lavoro che ha preparato la nuova prova? Che tipo di contatti avete avuto con questo gruppo di esperti coordinato dall’intendenza?
Si è trattato di un ‘gruppo carbonaro’ composto da cinque insegnanti che non si sa come siano stati scelti. Del lavoro che hanno fatto noi non abbiamo mai saputo nulla fino allo scorso 30 maggio. 

Ma nel tavolo non erano stati coinvolti in sostanza 5 di voi?
Per Bolzano ce n’erano due della stessa scuola, le ITI tedesche. E quindi tre insegnanti rispettivamente di San Candido, Silandro e Bressanone. Ma la differenza rispetto al passato, lo ripeto, sta nel fatto che l’innovazione elaborata e proposta non questa volta non è stata sottoposta a sperimentazione. Il gruppo di lavoro è stato coordinato da un’ispettrice proveniente dalle medie che non ha mai insegnato L2 e che è stata distaccata per un anno per poi andarsene subito. 
Inoltre I famosi ‘esperti scientifici’ coinvolti nel tavolo di lavoro sono tutti di lingua straniera e non di L2. 

Insomma: l’avete vissuta proprio come una prova di forza. 
Sapevamo che sarebbe stato introdotto ‘l’ascolto’ ma non che sarebbe stato così tarato sulla certificazione linguistica. Non lo condividevamo, ma almeno ci avrebbero dovuto dare il tempo per provare e magari dare dei consigli per migliorare il sistema. 
Tra l’altro i test linguistici ‘a crocette’ non sono così banali: per essere in grado di realizzarli occorre un’adeguata formazione. Per verificare la comprensione ‘seria’ di quanto viene ascoltato occorrono test ben fatti.