Environment | UE e ambiente

Strategie UE contro la deforestazione

A settembre il Parlamento Europeo ha approvato una proposta per limitare le importazioni di prodotti derivanti dall'agricoltura che sfrutta suolo strappato alle foreste
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Foto: (c) unsplash

Nel settembre appena trascorso il Parlamento Europeo ha votato a favore di una proposta contro la deforestazione. Il documento, approvato a larga maggioranza, con 453 voti favorevoli, 123 astenuti e 57 contrari, rappresenta una bozza di progetto, a firma della Commissione, che intende limitare l’importazione e la commercializzazione di prodotti derivati dal consumo di suolo strappato alle foreste. La FAO (L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) stima infatti che dal 1990 al 2020, a causa dell’agricoltura, siano andati perduti circa 420 milioni di ettari di foreste, una superficie enorme, più grande dell’intera Unione Europea. In Sud America, nel Sud-Est asiatico e in Africa la foreste sono costrette a fare spazio alle coltivazioni, soprattutto alle palme, necessarie per ricavare l’olio, e alla soia, utilizzata per produrre la maggior parte dei mangimi, ma la proposta dell’Unione intende colpire moltissimi prodotti, includendo anche caffè, cacao, carne bovina e derivati dall’allevamento del manzo, come il cuoio. Le modifiche apportate dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) sono poi ancora più drastiche ed estendono il divieto anche alla carne suina ed ovina, al mais, alla gomma e ad alcuni tipi di legno, accanto a delle clausole che aggiungono, tra i criteri, anche il rispetto per le popolazioni indigene e la salvaguardia dei diritti umani. 

 La FAO  stima infatti che dal 1990 al 2020, a causa dell’agricoltura, siano andati perduti circa 420 milioni di ettari di foreste

Il progetto prevede inoltre un sistema di mappatura per identificare le zone di produzione e suddividerle in base al rischio, basso, medio o alto, di ottenere prodotti non esenti da deforestazione, per stabilire, di conseguenza, degli obblighi e dei divieti per le imprese importatrici. Queste, infatti, dovranno non solo garantire i controlli, ma saranno ritenute responsabili in caso di violazione del regolamento e monitorate, anche mediante una dichiarazione nella quale dovranno essere presenti le coordinate per individuare i terreni in cui è avvenuto l’allevamento o la coltivazione delle materie prime: il mancato rispetto dei requisiti comporterà il divieto di immissione dei prodotti incriminati all’interno del mercato UE. 

 Per la FAO l’UE è, da sola, responsabile di circa il 10% della deforestazione globale

La strategia fa parte del Green New Deal, l’ambizioso piano dell’Unione per contrastare il cambiamento climatico che, tra le varie iniziative, intende tagliare drasticamente le emissioni, grazie anche al contributo delle foreste, fondamentali nell’assorbimento dell’anidride carbonica. Nei decenni, però, la perdita netta di patrimonio forestale, intesa come la differenza tra aree bonificate e foreste rigenerate o di nuova piantagione, è stata altissima, pari ad una superficie di 178 milioni di ettari e l’IPCC (Gruppo intergovernativo di scienziati sui cambiamenti climatici) ha stimato come circa il 23% di tutti i gas serra derivi dalle attività agricole, di cui circa l’11% proviene principalmente dalla deforestazione e dalla conseguente diversa destinazione del suolo. Per la FAO l’UE è, da sola, responsabile di circa il 10% della deforestazione globale, una percentuale importante che ha spinto il Parlamento Europeo a votare per delle modifiche profonde alle regole sulle importazioni. Il passo successivo prevede, a breve, un negoziato a porte chiuse tra i rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione (definito come Trilogo) che dovrebbe rendere più rapide le procedure per l’approvazione definitiva, ma che rischia di edulcorare le varie misure fino ad ora previste nella proposta.