Riqualificare case, ricostruire vite
Nonostante il termine "povertà energetica" compaia sempre più spesso, non ne esiste un'unica definizione valida per tutti i paesi. L’Osservatorio Italiano per la Povertà Energetica (OIPE) la definisce come la “difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici o, in alternativa, un accesso ai servizi energetici che implica una distrazione di risorse, in termini di spesa o di reddito, superiore a un ‘valore normale’ ”. Secondo l’OIPE, nel 2019 l’8,5% delle famiglie italiane si è trovato in condizioni di povertà energetica.
La povertà energetica in Portogallo
Guardando i dati Eurostat sulla incapacità di mantenere un adeguato riscaldamento invernale, tra i paesi con la percentuale più alta troviamo il Portogallo. Le ragioni per cui il paese atlantico si trova in queste condizioni sono storiche e affondano le radici nello sviluppo urbanistico della seconda metà del novecento e in carenze strutturali del sistema di distribuzione dell’energia.
Secondo quanto riportato dall’osservatorio Observa dell’Università di Lisbona, si stima che negli anni '70 circa il 40% delle abitazioni del paese fosse abusiva, a seguito dell’espansione dei grandi centri di Porto e Lisbona con case auto-costruite e baraccopoli. Il report indica anche nel protrarsi del congelamento das rendas voluto dal regime dell’Estado Novo di António de Oliveira Salazar, una delle cause del peggioramento del patrimonio immobiliare portoghese, dovuto al disinteresse dei proprietari degli immobili ad apportare migliorie senza poter aumentare l’affitto.
Abitazioni di scarsa qualità – nel 2021 il 69,5% delle abitazioni valutate in Portogallo presentano una classe energetica compresa tra la C e la F –, la tradizionale mancanza di sistemi di riscaldamento fissi e, negli ultimi anni, i prezzi dell’energia più alti dell’Unione Europea, hanno fatto sì che nel 2019 quasi un quinto dei portoghesi non sia stato in grado di mantenere un adeguato riscaldamento per ragioni economiche, contro il 7% della media europea.
Just a Change
È in questo scenario che, nel 2010, nasce l’associazione senza scopo di lucro Just a Change, con l’obiettivo di ricostruire case di persone svantaggiate in Portogallo.
Come riporta uno dei fondatori e direttore esecutivo António Bello, l’invito a rimanere in casa e a mantenere condizioni di igiene e sicurezza durante la pandemia di COVID-19 non è facile da rispettare, se non impossibile, per chi vive in condizioni di disagio. Il Portogallo, colpito duramente dalla pandemia, presenta più di 60mila persone che vivono senza acqua corrente e più di 30mila senza elettricità, oltre ad essere il secondo paese dell’Unione Europea con il maggior aumento del tasso di mortalità durante l’inverno.
Nata per iniziativa di un gruppo di studenti di Lisbona, in dieci anni di attività Just a Change conta 262 interventi, tra case private e istituzioni sociali, grazie al lavoro di più di 5000 volontari e al coinvolgimento di istituzioni e partner privati.
I programmi di volontariato, dai grandi centri alle zone rurali
L’associazione si rivolge a persone di età superiore ai 18 anni, a cui viene richiesto spirito di servizio, di mettere in primo piano la persona che beneficia dell’intervento e di avere cura del luogo. Il lavoro nelle attività di riabilitazione è seguito da una figura di coordinamento e personale tecnico, in quanto non vengono richieste competenze specifiche per partecipare come volontari e volontarie.
Just a Change presenta tre programmi, per tre diversi tipi di impegno.
Il programma Keep Up si svolge durante tutto l’anno nelle città di Porto e Lisbona, generalmente nei periodi di pausa dalle lezioni. È un programma intensivo di una o più settimane, articolato in due turni giornalieri da quattro ore ciascuno per quattro giorni a settimana, dal lunedì al venerdì. Questo tipo di programma prevede un impegno “pendolare”, perciò senza vitto e alloggio. Al contrario, il programma Camp In, prevede campi estivi da 15 giorni in diverse zone del Portogallo, con un costo tra i 40 e i 60 euro comprendente vitto, alloggio e dispositivi di protezione. Oltre alle attività di volontariato, Just a Change offre il programma All In, rivolto a gruppi o aziende per attività di team building e impatto sociale a contatto con i volontari e le volontarie dell’associazione. All In è stato l’ultimo programma di Just a Change a ripartire nell’ottobre 2021, dopo un anno e mezzo di fermo per la pandemia di COVID-19.
"Non c'è cambiamento senza collaborazione"
Nella sezione che raccoglie le partnership dell'associazione, campeggia una citazione di Simon Mainwaring: "Effectively, change is almost impossible without industry-wide collaboration, cooperation and consensus".
Oltre al supporto dei singoli, che passa dalle donazioni in denaro o di materiale, Just a Change conta diverse collaborazioni con aziende che operano nel settore energetico o abitativo. Tra le più recenti spicca quella con IKEA Portugal, che nell’estate 2021 ha supportato la riabilitazione di più di 30 case nella regione dell’Algarve, nel sud del paese, una delle più colpite dagli effetti del COVID-19.
Dal 2018 l’associazione porta avanti la collaborazione con la compagnia energetica EDP attraverso un sostegno finanziario e tecnico, come per esempio l’installazione di pannelli fotovoltaici e di dispositivi ad alta efficienza.
Portugal 2020
Dal 2020 Just a Change fa parte del programma Portugal Inovação Social, l’iniziativa governativa che punta a promuovere l’innovazione sociale attraverso 150 milioni di fondi europei nell’ambito dell’accordo Portugal 2020, firmato nel 2014 tra il Portogallo e l’Unione Europea. Ad oggi, il Portogallo è l’unico Stato dell’Unione Europea ad aver preservato parte dei fondi comunitari fino al 2020 per sperimentare nuovi strumenti di finanziamento per alimentare l’innovazione e l’investimento sociale.
Nel corso dei tre anni del programma governativo (2020-2022), l’associazione punta a sostenere 2184 beneficiari diretti e a raccogliere 2290 volontari nazionali e 150 internazionali.
Nel centenario della nascita della fadista Amália Rodrigues, Just a Change ha scelto il brano Uma casa portuguesa del 1953 per accompagnare un video delle loro attività, che si chiude con un auspicio: che tutti abbiano una casa portoghese.