Politics | Il caso

Niente da nascondere

Rimborsi elettorali: sbloccati 45 milioni per i partiti, ma restano alcune inottemperanze. Anche i Verdi nell'elenco degli irregolari: "nessun errore da parte nostra".

Oggi (9 dicembre) l’Ufficio di presidenza della Camera, presieduto da Laura Boldrini, si riunirà per prepararsi a restituire i 45,5 milioni di euro dell’ultima tranche di rimborsi elettorali relativa al 2013. Somma sbloccata dalla contestata legge Boccadutri sul finanziamento dei partiti, di fatto una conveniente sanatoria prima che nel 2017 il decreto Letta entri in pieno vigore decretando lo stop di tali finanziamenti pubblici. Malgrado la sanatoria, tuttavia, sarebbero state comunque riscontrate da parte della Commissione di garanzia per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti - presieduta dal magistrato Luciano Calamaro - alcune “irregolarità contabili” e “inottemperanze ad obblighi di legge”. Fra i movimenti politici invitati a sanare le presunte incongruenze economiche - come riporta il fattoquotidiano.it - ci sono sigle nazionali, dall’Udc di Pierferdinando Casini ad Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli; e regionali. Nel mirino sono finiti anche i Verdi dell’Alto Adige i quali si affrettano a precisare che non ci sarebbero zone oscure nel bilancio del partito.

“Si è trattato di un errore della Commissione, noi abbiamo fatto tutto secondo i crismi”, sottolinea la portavoce dei Verdi Brigitte Foppa. “Tutto ciò è inspiegabile - spiega nel dettaglio Erica Fassa, tesoriera dei Verdi -, abbiamo ricevuto circa un mese fa una lettera dalla Commissione di garanzia in cui si affermava che nel nostro bilancio c’era una differenza di circa 9 euro fra attivo e passivo, dati che non coincidono con quelli che abbiamo inviato alla Commissione di garanzia e alla Presidenza della Camera e che attestavano l'effettivo pareggio di bilancio. Abbiamo quindi inviato la documentazione nei termini indicati, e cioè entro 10 giorni dalla notifica avvenuta tramite e-mail, e non dal ricevimento della raccomandata, cosa peraltro anomala”. Un altro punto contestato al partito degli ambientalisti riguardava il presunto mancato invio a Roma della dichiarazione congiunta relativa alle donazioni fatte al partito per importi superiori a 5mila euro, “un’altra inesattezza - riferisce Fassa - tuttavia abbiamo provveduto a mandare di nuovo tutta la relativa documentazione. Ci è stato chiesto di pubblicare sul nostro sito sia il bilancio sia queste dichiarazioni congiunte, cosa che abbiamo immediatamente provveduto a fare. Se ci dovessero contestare dell'altro, verificheremo”.