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Society | Finferli e nuvole

Das deutsche Wunder

Il ritorno a scuola in un liceo di Berlino. Dove sta la differenza tra noi e loro?

Con una quarta classe a fine settembre leggiamo un articolo. È scritto dalla Zeit ed è tradotto in italiano per Internazionale. Parla del ritorno a scuola in un liceo di Berlino. Britz, Neukölln.

Rimaniamo tutti sbalorditi perché, in un collage di citazioni, leggiamo quanto segue.

“I ragazzi percorrono i corridoi gomito a gomito, come fossero all'ingresso di un concerto. Il liceo ha 1070 alunni. C'è l'obbligo di mascherine nei bagni e nei corridoi, ma non in classe e in cortile...La durata delle lezioni è passata da 45 a 30 minuti, così gli alunni trascorrono meno tempo in classe e le aule si possono arieggiare più spesso...Finiscono le lezioni. Dopo decine di maniglie afferrate e centinaia di superfici toccate, finalmente sono tutti fuori e possono togliere le mascherine. Alcuni si abbracciano, altri si danno il cinque, dividono il panino o si passano la bottiglietta d'acqua”.

Il direttore della scuola dice che c'è un piano b. Entra in vigore quando c'è un aumento dei contagi.

“Prevede che la didattica possa essere divisa in due momenti, con metà degli alunni che segue da casa, così da ridurre il numero di persone negli edifici scolastici. Ogni settimana i due gruppi dovrebbero alternarsi e i docenti farebbero la stessa lezione due volte, seguendo gli alunni con un tutoraggio online”.

Ein deutsches Wunder? Dove sta la differenza tra noi e loro?

Il piano b è esattamente quanto fa il nostro liceo, un liceo di Bolzano. Da subito, dal 7 settembre. Solo in forma ancora più rigida, perché senza pause né in cortile né in corridoio.

Un mesetto dopo circa, l'11 novembre, vengono pubblicate queste cifre. Nuovi contagi in Germania: 18.000 (Die Zeit); nuovi contagi in Italia: 35.000 (Repubblica e altri media).

L'Italia ha 60 milioni di abitanti, mentre la Germania ne ha più di 83. La cifra quindi, proporzionalmente, è ancora più impressionante.

Com'è possibile?

Qui non c'entrano niente le strutture ospedaliere, la quantità e la qualità di medici e infermieri, le ambulanze. Non parliamo di morti o terapie intensive.

Qui parliamo solo di nuovi contagi.

Ne parliamo anche in classe. Una ragazza avanza un'ipotesi: forse in Germania fanno meno tamponi. Può essere, ma sembra strano in un Paese sistematico e rigoroso.

Ein deutsches Wunder? Dove sta la differenza tra noi e loro?

Forse qualche lettore può aiutarci a capire.

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Massimo Mollica Thu, 12/10/2020 - 21:03

Ieri la cancelliera Merkel ha denunciato più di 500 morti in un giorno. La criticità c'è anche in Germania e chi dice che i contatti non creano problemi è un negazionista. Se poi tra i giovani la mortalità è di molto inferiore non significa che il virus non esista. Se poi il giovane lo trasmette alla persona anziana è un altro aspetto. Ma il punto è un altro: siamo di fatto sotto attacco. C'è un nemico globale che ci sta attaccando e noi ci lamentiamo che non possiamo trascorrere il Natale con gli amici. Se la seconda guerra mondiale fosse scoppiata ora avrebbe fatto una strage di debosciati viziati che non sanno fare sacrifici. E comunque non è lo stare in una classe che permette di apprendere più nozioni ma soprattutto senza la logica ogni cervello è inutile in qualsiasi luogo.

Thu, 12/10/2020 - 21:03 Permalink
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Quo Vadis Südtirol Thu, 12/10/2020 - 21:20

"....Paese sistematico e rigoroso....". Also bitte, dies sind doch Stereotypen. Liebe italienische Mitbürger, schaut doch mehr deutsches (kritisches) Fernsehen und ihr werdet sehen, dass Deutschland schon lange nicht mehr das ist was es eigentlich gar nie war.

Thu, 12/10/2020 - 21:20 Permalink
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Thomas Unterwinkler Thu, 12/10/2020 - 22:16

Ci sono diverse ragioni per cui la Germania è uno dei paesi europei che hanno meglio affrontato la pandemia.
Una delle ragioni più importanti mi sembra essere che si sta effettuando un contact tracing molto efficiente. Le autorità sanitarie (Gesundheitsämter) sono molto ben organizzate e relativamente ben equipaggiate con personale. Nessuno degli altri grandi paesi europei può vantarsi di un sistema del genere.

Thu, 12/10/2020 - 22:16 Permalink
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Felix von Wohlgemuth Fri, 12/11/2020 - 00:08

Forse la soluzione dell'enigma sta nel fatto che l'articolo originale è stato pubblicato il 28 agosto. Nel frattempo la situazione a Berlino è molto peggiorata e la scuola citata nell'articolo è stata chiusa per l'elevato numero di contagi covid.

Fri, 12/11/2020 - 00:08 Permalink
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Thomas Unterwinkler Fri, 12/11/2020 - 01:24

In reply to by Felix von Wohlgemuth

L’incidenza settimanale a Berlino è 201, mentre a Bolzano è 435 ed in Alto Adige 308. Vi è quindi una “bella” differenza. Il valore di 201 - che può sembrare basso conoscendo le cifre dell’Italia, dell’Austria e della Svizzera - è tra i più alti in Germania che nel suo complesso ha un’incidenza di 149.
No so se la scuola citata sia nel frattempo chiusa. In generale, le scuole a Berlino sono aperte:
https://www.berlin.de/corona/massnahmen/schulen-und-kitas/

Fri, 12/11/2020 - 01:24 Permalink
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Quo Vadis Südtirol Fri, 12/11/2020 - 06:28

Der Beweis der mangelnden Zweisprachigkeit in beide Richtungen: kommen 5 Personen zusammen, davon nur 1 ital. Muttersprache, reden alle italienisch. Sogar digital. Die Macht der Staatssprache ist unerbittlich.

Fri, 12/11/2020 - 06:28 Permalink
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Felix von Wohlgemuth Fri, 12/11/2020 - 10:06

In reply to by Quo Vadis Südtirol

Monche cercano schun auf Druck un ethnischen conflitto! So a formaggio. Se oaner scrive an italienischen articolo, allora konn io a in italiano ontworten...Tu konnsch es volentieri auf daitsch fare - steat dir libero...do c'entra nulla die Stootslingua, sondern il mitanod parlare und questo isch bei noi holt amol in due Sprochen, o magari a in drei, se berücksichtigsch a in dialetto. Cari saluti und schian Tog

Fri, 12/11/2020 - 10:06 Permalink