Referendum: la vittoria del “No” chiaro segnale positivo
Brigitte Foppa (Verdi) e Paul Köllensperger (M5S) diffondono messaggi consonanti, sia sulla bassa affluenza che sulla vittoria del “No”, che di fatto impone al Consiglio di votare una nuova legge sulla partecipazione diretta.
Sul primo punto, quello relativo alla partecipazione, il dito viene puntato sulla difficoltà del quesito (“troppo tecnico”) e sul fatto che la Svp – ma anche il Pd, vedi la posizione del sindaco di Bolzano Spagnolli – non abbia praticamente fatto campagna elettorale, cercando, come afferma Foppa, d'intorbidare le acque. “La Svp ha chiaramente cercato di boicottare il referendum. Stamani ho sentito preoccupanti dichiarazioni di Arnold Schuler sull'innalzamento del quorum. Ciò significa che il partito di raccolta teme una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi decisionali”. E Köllensperger, di rimando: “Sì, è vero che la domanda era molto tecnica. Inoltre i media di lingua tedesca hanno fatto informazione solo all'ultimo. Se aggiungiamo la disaffezione della gente nei confronti della politica e la scarsa popolarità dei referendum, una tendenza che in Italia si è andata progressivamente accentuando, la spiegazione per la bassa affluenza non è difficile da trovare”.
Adesso però il Consiglio provinciale dovrà occuparsi nuovamente di una legge che i cittadini – almeno quelli che sono andati a votare – hanno dimostrato di non gradire in senso limitante. “Sul nostro tavolo abbiamo una proposta di legge, quella presentata dall'Iniziativa per più demcrazia, che metterà alla prova il cosiddetto nuovo corso inaugurato da Arno Kompatscher”, commenta Foppa. “Finora siamo rimasti solo al livello di buone intenzioni, ma già questa settimana in Consiglio affronteremo alcune mozioni che ci faranno capire un po' meglio se il vento è davvero cambiato. Certo è che Luis Durnwalder era un nemico giurato della democrazia diretta, e purtroppo anche questa Svp è erede di un'impostazione che non potrà essere archiviata semplicemente mediante il cambio di consegne al vertice della Giunta. Dubito quindi che la maggioranza spingerà molto per arrivare ad un testo condiviso anche con le opposizioni”. Dello stesso avviso Köllensperger, che allo scetticismo mostrato da Foppa aggiunge una sfumatura più battagliera: “La Svp dovrebbe ormai aver capito che una legge sull'iniziativa popolare senza l'accordo dell'opposizione non passerà mai”.
Ma davvero la democrazia diretta rappresenta la prospettiva politica più affascinante, quella cioè per la quale vale la pena impegnarsi così a fondo? L'esito del referendum tenutosi in Svizzera dovrebbe consigliare maggiore prudenza, almeno a chi segue un'impostazione politica progressista. “Certo – commenta infine Foppa – invitando le persone a pronunciarsi corriamo anche il rischio che le decisioni alla fine non ci piacciano. Si tratterà dunque di introdurre dei meccanismi in grado di non permettere la prevaricazione delle minoranze o dei gruppi più deboli. Ma la maggiore partecipazione, di per sé, è un obiettivo che dobbiamo perseguire”.