Politics | centrodestra

“Urzì si faccia da parte”

Dopo l'incontro “unitario” del centrodestra altoatesino, si accende lo scontro tra Bianchi e Holzmann, che insiste: "Vent'anni in Consiglio sono sufficienti".
Alessandro Urzì
Foto: web

La tanto agognata tregua tra le anime del centrodestra altoatesino resta un miraggio: all'indomani del dibattito pubblico organizzato dall'associazione “Ali libere” per creare una piattaforma unitaria in vista delle elezioni provinciali del 2018 – cui hanno preso parte la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore, il sindaco di Laives Christian Bianchi, il consigliere provinciale di “Alto Adige nel Cuore” Alessandro Urzì, Alberto Sigismondi di Fratelli d'Italia, nonché Marco Galateo ed Enrico Lillo – si sono accesi gli animi attorno all'assente Giorgio Holzmann. L'ex-deputato non ha mancato di dire la sua “a distanza”, negando che il proprio forfait fosse legato alla “presenza di una persona poco gradita”, ovvero ad Alessandro Urzì: “In primo luogo perché non è vero e secondariamente perché non mi faccio condizionare dalla presenza di un politicante”.

Holzmann non le manda a dire al già collega di banco in consiglio provinciale: “È triste se una persona, dopo essere stata in Consiglio provinciale per 20 anni, pretende ancora di starci perché altrimenti sarebbe disoccupato. Se l'unità del centrodestra deve essere funzionale a rimettere in sella Urzì per altri cinque anni, francamente non m'importa. Il perimetro del centrodestra è troppo stretto ormai in Alto Adige perché la comunità di lingua italiana è troppo piccola per dividersi secondo gli schemi nazionali. Dobbiamo allargare ancora di più, cercando di dare casa agli elettori delusi. Su questo m'impegnerò volentieri anche se non mi candiderò”.

Alessandro Urzì, durante l'incontro di “Ali libere”, aveva bollato l'assenza di Holzmann come frutto di personalismi: “Ho portato la mia idea al tavolo ancora drammaticamente frammentato del centrodestra. Condizione fondamentale: unità. Ma ammetto, i personalismi di taluni si sono ancora pesantemente palesati. Eppure sarebbe così semplice, tutti assieme senza distinguo e poi tutti a raccogliere consenso per la propria credibilità. Un po' il modello della SVP: in una stanza a darsela di santa ragione e poi uniti fuori di essa. Ma è possibile?”.

Christian Bianchi reagisce con fermezza all'intervento di Holzmann: “Possiamo continuare a farsi la battaglia gli uni contro gli altri, e nel prossimo consiglio provinciale non ci sarà più nessun esponente di centro destra. Oppure pensare a un contenitore che comprenda tutti, senza veti per nessuno, in un'unica lista che possa eleggere fino a tre consiglieri provinciali. Se gli eletti fossero tre ci sarebbe spazio per tutti e la possibilità di avere una rappresentanza”. La risposta di Holzmann non si fa attendere: “Caro Christian, rivolgi le tue critiche alla Lega, che è quella che ha più voti e ha detto di no”. Per il sindaco di Laives, invece, è scontato che la Lega Nord presenti una propria lista autonoma come accade nel resto d'Italia: “Quello che manca è di riunire il centrodestra, che non ha senso resti diviso in pezzetti.

Ma Holzmann ribatte a muso duro: “Si faccia da parte Urzì, dopo 20 anni che sta in Consiglio, e vedrai che le cose saranno più semplici. Poi mi si spieghi meglio questa assoluzione della Lega. La Lega non ha qualche responsabilità a livello locale? Come giustificare la proposta di legge per chiedere l'autodeterminazione dell'Alto Adige?”.