Culture | Diario di viaggio

Laos e la guerra "mai esistita"

Vientaine e il centro di riabilitazione COPE per le vittime delle mine anti-uomo
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Buddha Park
Foto: Giulia Pedron ©Tutti i diritti riservati

Vientaine è una piccola capitale asiatica che spesso viene saltata dai turisti che si recano in Laos. A differenza di atri capitali del sud-est asiatico, Vientiane è piccola, abbastanza ordinata e tranquilla. L’intera città si sviluppa lungo le rive del fiume Mekong che segna il confine con la Tailandia e infatti, proprio con la Tailandia il Laos condivide usi e costumi. Anche la lingua è molto simile e spesso si trovano laotiani che capiscono il Thailandese e viceversa.

Anche nella Capitale, così come nel resto del Paese, la multiculturalità dovuta ai diversi imperi che hanno regnato nel Laos è facilmente visibile nell’amalgamarsi di diversi stili architettonici e anche in alcune abitudini culinarie. Dal 1899 al 1953 infatti, Vientiane fu la capitale dell’Indocina Francese; caratteristica ancora oggi ben visibile in molti edifici della città, così come nelle abitudini alimentari del paese, una su tutte: la baguette. E’ molto comune trovare ai lati della strade, piccole bancarelle mobili con pile di questo stereotipato prodotto francese!

Se un giorno mai vi capiterà di passare per Vientaine, oltre a passeggiare senza meta precisa tra le strade della città vi consiglio di visitare il cosiddetto Buddha Park, un enorme parco situato a 20 chilometri dalla capitale, raggiungibile sia in autobus, sia con un tuk-tuk.

All’interno troverete molte state del Buddha (così come di può presupporre dal nome) sia di corrente laotiana che di corrente indiana costruite partendo dall’idea di un monaco laotiano interessato ad entrambe le visioni religiose. L’entrata al parco costa meno di 1 dollaro.

La sera invece per godervi un po' di frescura, lungo il fiume si anima un mercatino molto vivace e colorato, dove potrai trovare vestiti, accessori, souvenir, e buonissimo cibo laotiano, a prezzi locali. Proprio all’orario del tramonto, che si può godere proprio dalla mercato stesso, sembra che tutta la città si trasferisca sulle rive del fiume, dove oltre al mercato vengono organizzate attività all’aperto come l’aerobica. Qui vi troverete di fronte ad un’autentica immagine laotiana.

Altra tappa obbligatoria, anche se dolorosa, è il museo e centro di riabilitazione COPE, Cooperative Orthotic & Prosthetic Enterprise, dove viene spiegato nel dettaglio l’effetto che le mine anti-uomo americane hanno avuto, e continuano ad avere, sulla popolazione laotiana.

Non tutti forse sanno (non lo sapevo nemmeno io prima di andarci) che il Laos è uno dei paesi più colpiti al mondo dalle bombe. Tra il 1965 ed il 1975 gli Stati Uniti lanciarono in terra laotiana oltre 580.000 bombe, l’equivalente di una bomba ogni 8 minuti durante 9 anni consecutivi, secondo un inquietante calcolo affisso in entrata. Oltre 270.000 le bombe lanciate nelle campagne, di cui un 30% circa tutt’ora inesplose. Dal 2009, un gruppo di volontari composto da 3.000 cittadini si è impegnato per localizzare gli ordigni nascosti, scovandone un’alta concentrazione tra i villaggi di Nosom e le piantagioni di caffé di Houa Xe.

Le bombe furono sganciate dagli americani contro le forze comuniste vietnamite proprio in terra laotiana, in quello che ai tempi del conflitto venne chiamato sentiero Ho Chi Minh: una rete di collegamento lunga 2 mila chilometri che serviva ai vietcong per raggiungere la parte meridionale del Vietnam attraverso il Laos e la Cambogia.

Oggi COPE è il maggior fornitore di protesi per tutti i cittadini del Laos colpiti dalle mine, in particola modo ai contadini o ai lavoratori che lavorando nei campi di addentrano in quelle zone considerato non sicure perché ancora piene di mine.