Siamo tutti nella stessa barca

Mi chiamo Andrea, ho 50 anni e sono nato a Cesena. A Milano Marittima ho frequentato la scuola alberghiera e a Ravenna ho studiato lingue estere. Da bambino ero molto timido. Per qualsiasi cosa mi vergognavo. La gente ne approfittava. La timidezza viene spesso scambiata per stupidità, ma non è così. Ci sono persone timide molto intelligenti. Per sette anni ho gestito una tabaccheria sul lungomare di Cesenatico. Ma dopo la morte di mia madre e di mia nonna le cose non sono andate più tanto bene al lavoro. Ho dovuto licenziare il personale e cedere l’attività. La scomparsa di mia madre mi ha sicuramente cambiato la vita. Lei era come una sorella per me.
Dopo aver ceduto l’attività, per sei anni ho fatto il portiere di notte a Rimini e poi anche l’autista. Mi piaceva viaggiare. Già con i miei genitori viaggiavo molto. Sono andato spesso anche in Marocco dove ho conosciuto mia moglie. Dal nostro matrimonio sono nate due figlie, Imen e Caroline. Imen ora vive in Marocco mentre Caroline a Teneriffe con la madre. Abbiamo anche vissuto tutti assieme in Marocco per qualche mese. Ma poi ho preferito tornare in Italia dove un amico mi aveva promesso un lavoro. Ma purtroppo il lavoro non c’era. Mi sono trovato a stare a casa di una zia in cambio di qualche servizio finché non ho trovato vari lavoretti negli alberghi della zona. Ma senza un’occupazione stabile non potevo permettermi un appartamento.
foto: Georg Hofer
Poi sono uscito anche da casa sua e ho cercato vari lavori in albergo, ma senza un’occupazione stabile non potevo permettermi un appartamento. Così ho vissuto per un anno alla stazione di Sant’Arcangelo di Romagna. Dormivo su dei materassi con altre 5-10 persone. La polizia ogni tanto veniva a mandarci via se eravamo troppi. Ma la maggior parte delle volte facevamo comodo lì in stazione. Eravamo quasi delle guardie non armate che evitavano che accadessero atti di vandalismo. Siamo per strada ma siamo persone oneste. Uno tende a fare di tutta l’erba un fascio. Sulla strada non ci sono solo delinquenti. Ci sono anche persone perbene. Nella vita ti può succedere di tutto.
Dopo un anno ho deciso che le cose dovevano cambiare e così ho intrapreso un viaggio per l’Italia con un’amica. Sono a Bolzano da due anni e mi trovo molto bene. Le persone che mi circondano qui sono molto umane: dalla direttrice della struttura in cui vivo alle assistenti sociali, gli operatori e i medici. Già mio padre voleva trasferirsi tra Bolzano e Trento. Qui ti aiutano ma devi essere sincero. Non vogliono essere presi in giro. E questo io lo apprezzo. Ora faccio uno stage nella toelettatura cani e anche il dog-sitter. Lavorare con i cani mi aiuta tantissimo. Quando sono in giro con loro sto bene e non penso a niente.
Le lingue sono rimaste la mia passione e così l’anno scorso ho preso il patentino D e sono andato qualche volta al Caffè delle lingue. Quest’anno ho anche imparato ad usare il computer con un amico. Non pensavo, ma tra quelli che vivono in strada nasce l’invidia. E con l’invidia l’aggressività. Questa cosa mi ha stupito molto. Pensavo che ci fosse più solidarietà tra di noi. In fondo siamo tutti nella stessa barca. Non bisogna vergognarsi di dire che si vive per strada. Non siamo ladri. Siamo solo in mezzo ad una strada.
Andrea
Questo articolo è tratto dal numero di giugno 2016 del giornale di strada zebra.