Economy | La vertenza

Se ti ammali, niente premio

Gli operai delle Acciaierie Valbruna di Bolzano incrociano le braccia contro il nuovo criterio introdotto dall’azienda per il mantenimento del premio di risultato.
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Foto: Hannes Prousch

Braccia incrociate per i lavoratori delle Acciaierie Valbruna di Bolzano. I sindacati dei metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm, hanno annunciato uno sciopero, dal 13 al 15 giugno, con presidio martedì dalle 12 alle 16, davanti ai cancelli della fabbrica. Il malcontento è tale che nelle ultime assemblee sindacali, la decisione di scioperare è stata accolta dal 98% dei presenti. A provocare lo stato di agitazione è la condotta della direzione aziendale che ha introdotto nuovi criteri per il mantenimento del premio di risultato. Nella pratica si costringe il lavoratore a dover scegliere tra una busta paga dignitosa e il diritto alla salute.  

Acciaierie Valbruna
I lavoratori delle Acciaierie Valbruna vanno in sciopero: Con i nuovi criteri per l'assegnazione del premio di risultato voluti dall'azienda, si costringe il lavoratore a scegliere tra una busta paga dignitosa e il diritto alla salute

 

“Si tratta – spiega  Cinzia Turello, rappresentante Fiom – di un bonus che diminuisce sulla base della malattia. Inizialmente era calcolato sulla base del numero di eventi ma l’azienda chiede ora di rivalutarlo sulla base delle ore di malattia. Per ottenere il premio completo puoi beneficiare al massimo di 64 ore di malattia. Se ne fai più di 80 si va incontro a una decurtazione del 50%. Stiamo parlando di operai che lavorano in condizioni usuranti, a temperature di 50 gradi con altiforni – sottolinea Turello –. È impensabile che queste ore siano sufficienti per garantire un adeguato diritto alla salute. Dopo un accordo ponte, ad aprile l’azienda ci ha dato l’aut aut: o accettavamo le loro condizioni oppure avremo dovuto rinunciare del tutto al premio. Questa situazione è intollerabile”.

Cinzia Turello Fiom e delegato Valbruna Alberto Dell’Osbel
Cinzia Turello (sinistra) e il delegato Valbruna Alberto Dell’Osbel (destra): Ad aprile l’azienda ci ha dato l’aut aut: o accettavamo le loro condizioni oppure avremo dovuto rinunciare del tutto al premio



I sindacati, su indicazione dei lavoratori, chiedono all’azienda di tornare sui propri passi e di calcolare il bonus sulla base del numero di eventi di malattia.

“Non stiamo parlando di un’azienda in crisi, ma di una realtà molto solida che fattura soprattutto grazie ai lavoratori – fa notare Riccardo Conte di Fim –. L’alta inflazione di Bolzano impone un adeguamento dei salari e il premio di risultato è essenziale".
Le trattative, spiegano i sindacati, vanno avanti da oltre un anno, ma ora ci si troverebbe davanti a una situazione di completo stallo.

Riccardo Conte Fim
Riccardo Conte, Fim: "Abbiamo visionato i dati delle assenze, dei fatturati e degli utili e ci siamo resi conto che lo scenario è in realtà completamente diverso rispetto a quello decantato dalla direzione".

 

"L’azienda – ricorda Conte – ha chiesto un adeguamento del premio per prevenire l’assenteismo, che secondo la direzione sarebbe impattante sulla produzione. Abbiamo visionato i dati delle assenze, dei fatturati e degli utili e ci siamo resi conto che lo scenario è in realtà completamente diverso rispetto a quello decantato dalla direzione. I lavoratori in malattia hanno un certificato medico e non è di competenza né dell'azienda né dei sindacati metterlo in discussione. Tuttavia, l’azienda si è irrigidita e c’è stata la rottura. Non ci aspettavamo – conclude il sindacalista – una chiusura in questi termini.