Ancora più lingue nelle scuole ladine

Approvata una delibera che consente l’introduzione nelle scuole superiori ladine dell’insegnamento di discipline non linguistiche mediante l'utilizzo di lingue straniere.

Nessun dubbio, il Sudtirolo è in Europa, ma nelle valli ladine, almeno dal punto di vista linguistico, i valori afferenti a un modello di coscienza post-nazionale sono maggiormente sottolineati che nel resto del nostro territorio.

La Giunta provinciale ha approvato nei giorni scorsi una delibera che consente l’introduzione nelle scuole superiori ladine dell’insegnamento, definito veicolare, di discipline non linguistiche mediante l’utilizzo di lingue straniere. Si tratta di un passo ulteriore, compiuto in direzione di una didattica plurilingue, che contraddistingue e differenzia notevolmente l’offerta scolastica precipua delle valli ladine da quella delle altre zone dell’Alto Adige. Mentre infatti altrove l’approccio a modelli di apprendimento “intensivo” delle lingue diverse da quella supposta essere l'unica madrelingua possibile degli allievi incontra generalmente resistenze mentali e ostacoli burocratici, ciò non avviene in Val Gardena e in Val Badia, dove da tempo il plurilinguismo è perseguito con particolare e sistematico impegno.  

“Abbiamo introdotto questa sperimentazione nelle classi quarte delle scuole medie di secondo grado già a partire dal 2011 – ha affermato l’assessore provinciale alla scuola e cultura ladina, Florian Mussner – e riteniamo che il rafforzamento delle conoscenze linguistiche sia un elemento fondamentale della formazione dei nostri giovani nell'ambito dell'Unione Europea”.

L'insegnamento di discipline non linguistiche in maniera veicolare, vale a dire utilizzando le lingue straniere, anche diverse dall’inglese, nella trattazione di argomenti non linguistici, inizierà in maniera estesa nelle scuole superiori ladine a partire dal prossimo anno scolastico e riguarderà un periodo compreso tra i due ed i cinque anni di corso, con un numero di ore di lezione annuali che andrà da un minimo di 68 ad un massimo di 102 ore.

La competenza linguistica dei docenti dovrà essere definita in base alle linee guida del quadro di riferimento adottato a livello europeo.