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Se questa è una pergola

Proteste a Sinigo per il rilascio della concessione a "Flarer" che arriva a filo della strada. Dal Medico: non escludo ci sia stato un errore, ma non è un abuso edilizio.
Flarer Sinigo Frecce
Foto: @salto.bz

Secondo una sentenza della Corte di Cassazione "il pergolato è una struttura aperta sia nei lati esterni che nella pane superiore, realizzata con materiali leggeri, senza fondazioni, di modeste dimensioni e di facile rimozione, la cui finalità è quella di creare ombra mediante piante rampicanti o teli cui offrono sostegno". Per i progettisti dell’edificio che ospita il nuovo negozio di biciclette dell’azienda Flarer in via Nazionale a Sinigo, anche questo che si vede in foto, con travi in cemento, è configurabile come “pergolato”.

Non era di questa opinione il sindaco di Merano, Dario Dal Medico, che il 17 novembre 2021 – anche in relazione ad altre irregolarità - ha fatto proprie le osservazioni dei tecnici ed emesso un provvedimento di annullamento della concessione edilizia dell’anno precedente, quando a guidare la città sul Passirio era ancora Rösch. Ma dopo l'opposizione da parte dei legali dell’azienda, che avevano paventato “inevitabili” richieste di risarcimento danni in caso di revoca della concessione, il primo cittadino ha a propria volta “annullato l’annullamento”, visto che la controparte aveva fatto notare che "solo in presenza di un interesse pubblico evidente si può procedere all'annullamento”.

"Viene il dubbio che un abuso edilizio sia automaticamente sanato se non lede l'interesse pubblico”

La costruzione è così impattante dal punto di vista visivo che fra i sinighesi se ne è parlato spesso negli ultimi mesi. “Prendo atto – si legge in una dura lettera inviata al primo cittadino da uno di loro che si è preso a cuore la vicenda -  il Comune ha archiviato il provvedimento di annullamento in autotutela, accogliendo le deduzioni dei legali della committente, fondate anche sulla insussistenza di un interesse pubblico. Quindi viene il dubbio che un abuso edilizio sia automaticamente sanato se non lede l'interesse pubblico”. Il che non sarebbe una gran notizia per la collettività dal momento che sono davvero pochi gli abusi edilizi che hanno questa caratteristica. La questione della costruzione in prossimità della strada non è di poco conto. “La costruzione precedente pur avendo il muro di cinta quasi a bordo strada, aveva il cancello di ingresso completamente arretrato. Questo posizionamento del cancello, il muro di cinta molto basso e con sopra una cancellata a larghe maglie, consentiva una buona visibilità per chi usciva con l'auto.  Ora invece la visuale è decisamente ridotta ed aumenta così il rischio di incidenti”, rileva il cittadino sinighese nella propria lettera.  La costruzione, poi, non rispetterebbe il disegno del progetto e non sarebbe posta "ad una distanza sufficiente dal limitare di una strada notoriamente trafficata anche da autobus ed altri mezzi pesanti".

 

La vicenda è molto complessa, ma vale la pena di ricostruirla con un po’ di dettagli, perché il pergolato con le travi in cemento è solo l’elemento che salta subito all’occhio, ma in realtà, anche per i non addetti ai lavori, come si vedrà, i problemi sono parecchi, a partire dal fatto che la costruzione arriva pericolosamente a filo della carreggiata. Il tutto è reso ancora più complicato  dal fatto che il Comune di Merano con la Concessione edilizia 319/2020, rilasciata il 18 dicembre /2020, di fatto ha autorizzato – forse con un eccesso di leggerezza - un edificio con le caratteristiche molto simili a quelle che si vedono nelle foto. Ma quasi un anno dopo il rilascio della concessione i tecnici comunali hanno esaminato i lavori svolti e fatto diversi rilievi. E a questo punto conviene farsi aiutare nella ricostruzione dal provvedimento in autotutela firmato da Dal Medico il 17 novembre 2021 poi annullato.

Scrive il sindaco: “Dopo aver visionato la relazione interna del 27.10.2021 dell'ingegnera comunale responsabile, Erika Höglinger, da cui si evince che a seguito di un nuovo controllo del suddetto progetto, è stato stabilito quanto segue:

- le strutture esterne nell'area sud-est di questo nuovo edificio sono in parte costituite da strutture che non rispettano il confine e la distanza stradale (5 metri, ndr);

- una struttura definita come pergola è stata eretta in modo così massiccio che deve essere comunque considerata come una costruzione;

- la piattaforma sottostante supera di 34 cm sopra il grado zero e quindi non quindi non rispetta il confine e la distanza dalla strada;

- ne consegue che anche la recinzione di confine posta sopra di essa supera l'altezza consentita di 1,80 m di questi 34 cm.

- nella variante richiesta e approvata dal CCLR - Sezione Edilizia del 2.9.2021, la suddetta pergola diventa ancora più massiccia, con una trave più robusta e supporti aggiuntivi.

I tecnici hanno poi rilevato che nei disegni non erano stati rispettati i colori con cui si identificano solitamente le parti da costruire e da demolire e quindi Dal Medico, "a causa delle irregolarità riscontrate", propone di annullare parzialmente la concessione edilizia in via di autotutela”.,

 

 

Al provvedimento di annullamento il 2 dicembre 2021 l’avvocato della società Flarer, Arthur Frei, replica che “secondo la giurisprudenza la revoca della concessione edilizia in base a questi requisiti non è consentita". “Se l’esame del progetto ha portato alla concessione edilizia - aggiunge - il richiedente ritiene di poter eseguire i lavori secondo quanto progettato. Che il termine pergola sia fuorviante non è un argomento valido. In quanto il tipo, le dimensioni e la costruzione della struttura sono descritti in modo preciso e rappresentati. Lo stesso vale per la rappresentazione del nuovo edificio in nero anziché in colore rosso. Si tratta in ogni caso di una  legalmente innocua, materiale ingenuità, nel progetto del nuovo edificio in ogni caso chiaramente e resa comprensibile nei dettagli costruttivi. L’Amministrazione poteva conoscere in modo preciso la consistenza della struttura e di conseguenza ha autorizzato questa struttura”.

Frei osserva poi che solo in presenza di un interesse pubblico evidente si può procedere all’annullamento della concessione edilizia, tenendo conto che il ripristino della legalità violata non è possibile e non rientra nell’interesse pubblico, non c'è altro da aggiungere. Di conseguenza l'avvocaro richiede "anche per prevenire un’inevitabile richiesta di responsabilità di fermare il procedimento”. Spaventata forse dai toni, il 27 gennaio 2022 la commissione edilizia meranese, “previa audizione del relatore "concorda all’unanimità sulle considerazione fornite dal ricorrente. Poiché nessun attuale e concreto interesse pubblico giustifica l’annullamento della concessione edilizia, questo procedimento viene archiviato”. Quindi viene di fatto sconfessato il lavoro della ingegnera Höglinger.

 

Alla luce di questa ricostruzione secondo il cittadino di Sinigo “emergono degli elementi che possono lasciare perplessi sull'operato dell'Amministrazione comunale”. Difficile dargli torto.

Infatti, riassumendo: nel progetto iniziale, non modificato nella variante in corso d'opera successivamente presentata, "si riscontrano diverse anomalie non rilevate dall'ufficio comunale competente e dagli altri enti coinvolti; circa due anni dopo il rilascio della concessione edilizia, con l'ispezione dell'ufficio urbanistico sono state evidenziate queste anomalie, portando alla procedura di sospensione della concessione edilizia in autotutela. Il ricorso della Flarer non contesta nel merito le osservazioni del Comune, ma semplicemente "fa notare che l’Amministrazione si è svegliata solo dopo due anni" e quanto fatto, a parere dell'avvocato del ricorrente, non lederebbe l'interesse pubblico

Visto che il Comune alla fine è tornato sui propri passi il cittadino lancia poi un’accusa piuttosto dura, affermando di confidare “nel fatto che il provvedimento di archiviazione dell'annullamento non sia stato adottato unicamente allo scopo di coprire la scarsa attenzione dei funzionari pubblici che hanno autorizzato a suo tempo la concessione edilizia”. Viene il dubbio, aggiunge, amaro, “che allora un abuso edilizio sia automaticamente sanato se non lede l'interesse pubblico”. A Dal Medico, infine, viene chiesto se non ritenga “che lo stato attuale dell'opera non comporti un aumento dei rischi di incidenti stradali e se, di conseguenza, la prevenzione di tale rischio non costituisca un interesse pubblico; o se non vi sia un interesse pubblico anche nell'evitare che, un domani, nella malaugurata ipotesi di un sinistro stradale occorso proprio a causa della vicinanza della struttura al manto stradale, l'infortunato chieda il risarcimento anche al Comune di Merano”.

Non siamo in presenza di un abuso edilizio, che altrimenti sarebbe stato perseguito come tale

Contattato da salto.bz il sindaco Dario Dal Medico, da parte sua, precisa: “Non siamo in presenza di un abuso edilizio, che altrimenti sarebbe stato perseguito come tale, in quanto è stata rilasciata una concessione. La concessione è stata rilasciata a fronte di un progetto che, possiamo affermare, era per certi versi fuorviante ed errato per altri. Ma la costruzione corrisponde al progetto. La situazione “Flarer” è in corso di approfondimento anche insieme agli Uffici provinciali che sono competenti in materia di sicurezza stradale e che ad oggi non hanno rilevato né comunicato situazioni di pericolo per la circolazione. Nel ribadire la mia più totale fiducia ai tecnici comunali che lavorano con scrupolo e dedizione, non posso escludere che un errore ci possa esser stato. Errare è umano. Tengo altresì a precisare che non vi è alcuna volontà di tacita sanatoria. Al contrario, sono in corso gli approfondimenti giuridici per trovare una soluzione e tutelare l’interesse pubblico”