Environment | ghiacciai

Il gigante bianco sta scomparendo

Al via la Carovana di Legambiente per monitorare il ritiro drammatico dei ghiacciai ad alta quota. Un viaggio di sei tappe che toccheranno anche il Trentino Alto Adige.
La cascata che scende dal ghiacciaio Vedretta Serana in alta val Martello
Foto: Salto.bz Fabio Gobbato

Un viaggio attraverso le vette di tre paesi per raccontare l’inesorabile declino dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale. 

Partirà il prossimo 20 agosto la quarta edizione della Carovana dei ghiacciai, la campagna internazionale promossa da Legambiente e CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), che fino al 10 settembre viaggerà lungo l'arco alpino, per la prima volta valicando i confini nazionali e toccando anche Austria e Svizzera.

Monitoraggi, mobilitazioni, escursioni in quota, arte e musica in tutte le sei tappe hanno l’obiettivo di accendere i riflettori sul fatale e devastante arretramento dei ghiacciai e sull’importanza di combattere la crisi climatica.
Con l’occasione verrà promossa la “Carta di Budoia per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici”, una dichiarazione volontaria dei comuni alpini promossa dalla Delegazione italiana in Convenzione delle Alpi e dal Network di comuni Alleanza nelle Alpi in Italia che ha l’obiettivo di trasformare il territorio delle Alpi in un modello esemplare per la prevenzione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.   

 


 

Le tappe

 

La Carovana partirà dall’Italia con il Ghiacciaio del Rutor (Valle D’Aosta) dal 20 al 22 agosto, con la tappa dal titolo “Ghiacciai e monitoraggio ambientale” insieme ai tecnici dell’Arpa Valle d’Aosta; proseguendo con il Ghiacciaio del Belvedere (Piemonte) dal 24 al 26 agosto, con i tecnici del CNR-IRPI impegnati nello studio di “Ghiacciai e instabilità delle alte quote”. Poi i Ghiacciai di Dosdè (Lombardia) dal 26 al 30 agosto con il supporto del Servizio Glaciologico Lombardo per affrontare il tema dei “Ghiacciai e turismo”. L’ultima tappa italiana sarà con i Ghiacciai di Lares e Mandrone (Trentino Trentino-Alto Adige) dal 31 agosto al 2 settembre, focalizzata su Ghiacciai e Servizi Ecositemici” insieme alla SAT (Società Alpinisti Tridentini). Il viaggio si sposterà poi oltre il confine nazionale. Prima In Austria con il Ghiacciaio Ochsentaler (nella regione del Vorarlberg) dal 4 al 6 settembre con al centro “Ghiacciai e giovani” con i giovani partecipanti del progetto Alpine Climate Camps di CIPRA International. La campagna si concluderà in Svizzera con il Ghiacciaio del Morteratsch (Grigioni) dal 7 al 10 settembre con la tappa su “Ghiacciai e governance del territorio“. Durante quest’ultima tappa, nel centro culturale di Salecina (Bregaglia), si svolgerà un convegno internazionale dal titolo “I ghiacciai europei e la necessità di una governance delle risorse idriche”. 

 

I nostri ghiacciai stanno scomparendo

 

A causa del riscaldamento globale i ghiacciai stanno scomparendo in tutto il mondo.

Secondo il Rapporto “European State of the Climate 2022” della World meteorological organization (Wmo), i ghiacciai in Europa hanno perso un volume di circa 880 km3 di ghiaccio dal 1997 al 2022. Le Alpi risultano tra le più colpite, con una riduzione media dello spessore del ghiaccio di 34 metri. Secondo il GLAMOS (Rete svizzera di monitoraggio dei ghiacciai) i ghiacciai alpini stanno registrando i più alti tassi di fusione di sempre, con il risultatoche le Alpi hanno perso il 6% del loro volume residuo solo nel 2022, definito “annus horribilis”, per le scarse nevicate durante l’inverno, la sabbia proveniente dal deserto del Sahara e le temperature estive anomale.

Il rapido ritirarsi delle fronti glaciali non comporta solo perdita di paesaggi affascinanti e biodiversità ma equivale alla sparizione di importanti riserve di acqua dolce e di fondamentali servizi ecosistemici

Il rapido ritirarsi delle fronti glaciali non comporta solo perdita di paesaggi affascinanti e biodiversità ma equivale alla sparizione di importanti riserve di acqua dolce e di fondamentali servizi ecosistemici, spiega Legambiente, aggiungendo che il permafrost, il terreno perennemente ghiacciato, degradandosi, causa instabilità sui versanti con pesanti rischi per le infrastrutture di alta quota.  "Monitorare e conoscere quanto sta accadendo ai ghiacciai è importante per aumentare la consapevolezza sui drammatici rischi – sostiene l’associazione ambientalista – a cui i nostri territori sono esposti a causa dei mutamenti climatici. Lo scopo di Carovana dei ghiacciai è orientare i decisori politici verso scelte lungimiranti e le persone verso stili di vita più sobri. Nella convinzione che lo sviluppo sostenibile sia l’unico possibile”.

Un espediente per non dover riconoscere il problema della crisi climatica, che non è un’idea di parte ma una condizione oggettiva da accettare con una reale governance del territorio e dei rischi ad esso connessi

“Preoccupano certe affermazioni politiche negazioniste rispetto la crisi climatica, anche riguardo il ritiro progressivo dei ghiacciai – dichiara Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente-. Un espediente per non dover riconoscere il problema della crisi climatica, che non è un’idea di parte ma una condizione oggettiva da accettare con una reale governance del territorio e dei rischi ad esso connessi, con adeguate strategie e piani di adattamento al clima (su scala locale e internazionale) a tutela dei territori e delle comunità. Non si può pensare di volgere la testa dall’altra parte, ostinandosi a non ascoltare gli scienziati. Da questa consapevolezza inizia la quarta edizione della nostra campagna di monitoraggio scientifico dello stato di salute dell’arco alpino, quest’anno internazionale per costruire una rete di alleanze sempre più fitta, e per dare vita a robuste politiche di adattamento”. 

Oggi si registrano sterili polemiche sull’argomento

“La recente accelerazione degli effetti del riscaldamento climatico sull’ambiente glaciale è un fatto scientifico ineluttabile – dichiara Marco Giardino, vice presidente del Comitato Glaciologico Italiano e Università Torino – . Eppure, oggi si registrano sterili polemiche sull’argomento: prendendo a prestito un’espressione di Papa Francesco, lo si potrebbe definire un dibattito di parole “cave”, ovvero vuote, prive di reale significato. Dal 1895 il Comitato Glaciologico Italiano fornisce invece parole “chiave” per interpretare il cambiamento dell’ambiente glaciale. Con la partecipazione alla Carovana dei ghiacciai queste parole intendono assumere un significato operativo di fronte alla crisi climatica”.