Inchiesta Schwazer, i vertici federali sapevano
È difficile cancellare dalla memoria la scena (mesta) di quell’agosto di due anni fa quando, durante una conferenza stampa prima dei Giochi olimpici di Londra, Alex Schwazer confessò, pentito, che faceva uso di doping. Il marciatore altoatesino, allora ventottenne, divenne il simbolo di uno sport contraffatto, già a lungo svilito dagli scandali – mai del tutto sopiti - del calcioscommesse. Seduto davanti ai giornalisti, con la testa fra le mani, Schwazer assicurava che aveva fatto tutto da solo e che nessuno sapeva. Non era così. Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari della procura di Bolzano, infatti, sembra che ai vertici federali molti sapessero e avessero addirittura favorito l’assunzione dell’eritropoietina da parte dell’atleta olimpionico. Non dunque uno scivolone di un giovane ancora eticamente immaturo ma una precisa volontà di eludere le regole con la complicità del sistema. Per la vicenda, oltre a Schwazer, sono indagati i due ex medici federali Pierluigi Fiorella e Giuseppe Fischietto e l’ex dirigente della Fidal Rita Bottiglieri con l’accusa di favoreggiamento.
Nella rete della procura sono finiti – per possibili illeciti sportivi - anche i nomi di altri atleti italiani che fino al 2012 avrebbero cercato di schivare i controlli sanitari del Coni raggirando – sempre spalleggiati da chi sarebbe dovuto intervenire e non lo ha fatto - il Codice mondiale antidoping redatto dal Wada (World antidoping agency) che impone la reperibilità agli atleti. Le informazioni circa i luoghi di residenza, di vacanza o di allenamento utili all’antidoping per effettuare i cosiddetti controlli a sorpresa, venivano comunicati costantemente in ritardo vanificando di fatto le verifiche del caso. Come persone informate dei fatti verranno inoltre ascoltati il velocista Andrew Howe e i primatisti della staffetta azzurra 4x100, Roberto Donati, Simone Collio e Maurizio Checcucci, chiamati a chiarire la natura dei loro rapporti con alcuni medici della Federazione Italiana di atletica leggera.
A rischio inibizione, invece, Carolina Kostner: avrebbe coperto l’ex fidanzato Schwazer in occasione di un controllo antidoping avvenuto a sorpresa nella casa della pattinatrice artistica indicata dal marciatore come indirizzo per la reperibilità. “Quando la Wada è venuta a Oberstdorf – ammette Schwazer - Carolina ha detto che ero andato a Racines, ma ero in casa”.