Campania, la regione del «bio»
Frutta, verdura, legumi, oli d’oliva extravergine, vini. Quasi 500 prodotti tipici, tutelati dalle etichette di denominazione controllata: 14 Dop, 9 Igp, 4 Docg per i vini (dal Fiano di Avellino al Greco di Tufo), 15 Doc e naturalmente le Specialità tradizionali garantite (Stg), fra cui la pizza napoletana. Non sono sigle, ma i sapori di qualità del ricco paniere della regione Campania che valorizza la sua produzione agroalimentare sempre più votata al biologico. Creando sviluppo e lavoro per i giovani e allontanando le immagini negative (quella della Terra dei fuochi, per intenderci) che ingiustamente hanno ammantato tutto il territorio fertile della Campania felix, una delle zone d’Italia con la maggiore ricchezza storica e ambientale. A spiegarlo è Brunella Mercadante, dirigente della Regione di tutela dei prodotti agricoli, che partecipa alla Fiera d’Autunno/Biolife al padiglione fieristico di Bolzano (fino a domenica 12 novembre). La Regione Campania è uno dei partner della manifestazione.
«La Campania – afferma Mercadante – è una regione prevalentemente agricola, malgrado nell’immaginario comune sia associata solo al mare. Nel nostro territorio abbiamo numerosissime denominazioni controllate. Il nostro portale recensisce 487 prodotti tipici: un paniere vasto, fatto di prodotti di eccellenza». La dirigente si occupa specificatamente di tutela della qualità, tracciabilità dei prodotti agricoli e zootecnici servizi di sviluppo agricolo della direzione generale per le politiche agricole, alimentari e forestali.
La produzione biologica è una direttrice di sviluppo per l’intero settore alla quale l’ente pubblico crede, mettendo risorse. «Il nostro territorio ha delle innegabili problematiche, ma c’è molta attenzione al biologico, che è estremamente importante. La maggior parte della regione è sana, basti pensare che su 550 Comuni campani quelli interessati dai fenomeni della Terra dei fuochi sono solo 30. Purtroppo l’immagine di tutta la Campania è stata compromessa. Eppure, la propensione al biologico è in crescita. L’ente pubblico regionale assegna 35 milioni a questo settore nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 finanziato dall’Unione europea».
Secondo Mercadante, i bandi 2016 e 2017 hanno generato «una forte richiesta da parte dei giovani». «La disoccupazione giovanile è alta e l’approccio all’agricoltura è molto positivo. La riconnessione al biologico porta alla creazione di nuove imprese».
A Biolife la Regione è presente con un proprio stand per far conoscere e degustare ai visitatori i prodotti tipici. Gli studenti della scuola alberghiera Cesare Ritz di Merano hanno preparato le prelibatezze da gustare a mano, i finger food: mozzarella, seppie in umido, parmigiana, carciofi, pizzette fritte e polpo. Una prova pratica e salutare della dieta mediterranea, quel mix di sapori che caratterizzano la qualità della vita del Belpaese: «La dieta mediterranea – aggiunge Mercadante –, il primo bene immateriale dell’Unesco, ha origine nella nostra regione, dato che furono i coniugi statunitensi Ancel e Margaret Keys in uno studio in un paesino del Cilento a scoprire che gli abitanti avevano una vita più lunga e una vecchiaia sana».
La Regione crede nella partecipazione alla fiera bolzanina. «Biolife è una delle tre manifestazioni più importanti per il biologico, assieme a quelle di Norimberga e Bologna. Noi quest’anno siamo anche partner qui a Bolzano», conclude.