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Come ridurre le liste di attesa

L’Asl: chi non disdice le prenotazioni pagherà lo stesso. Nel 2016 500mila euro di rimborsi per lunghezza tempi d’attesa. Alcune prestazioni verranno fornite da privati.
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Foto: Asl

Più di 2 mesi di attesa per una visita specialistica, per questo motivo l’Azienda sanitaria ha dovuto rimborsare 10mila persone nel 2016. Il punto è che le cifre continuano a lievitare: nell’anno in corso il totale dei rimborsi è stato di 500mila euro (il singolo rimborso è di circa 50 euro), mentre nel 2015 fu di 407.500 euro e l’anno precedente di 245.400 euro. La Asl ha quindi deciso di attivare tutta una serie di misure per rientrare dei costi, a cominciare dall'addebito della visita anche a chi non si presenta all’appuntamento. E sono in molti: il 10-15%, per la precisione, con la conseguenza che le liste si allungano. La novità è che da gennaio l’Azienda sanitaria ricorderà ai cittadini l’appuntamento, anche via sms, ma coloro che non si presenteranno senza disdire dovranno comunque pagare l’importo della prestazione prenotata dal momento che “sia il personale medico che quello infermieristico vengono retribuiti in base al lavoro pianificato, anche se non possono materialmente eseguire la prestazione”, ha sottolineato Luca Armanaschi, direttore dell’Ufficio per lo sviluppo clinico e strategico che, insieme al direttore generale dell’Asl Thomas Schael, al vice direttore sanitario facente funzione Roland Döcker, e a Matteo Bonvicini, presidente di Federfarma, hanno presentato ieri (9 dicembre) il “Piano operativo per il governo dei tempi di prenotazione”.

Fra gli altri interventi in programma c’è l’istituzione del Centro Unico di Prenotazione Provinciale (Cup), per cui tuttavia bisognerà attendere ancora due anni; e la distribuzione dei pazienti sul territorio, “spesso - ha detto Schael in proposito - i tempi di prenotazione si differenziano molto da una struttura all’altra. Per questo ci appelliamo a quei pazienti che sono in grado di spostarsi anche per fare una visita in un ospedale che non sia per forza quello della propria zona di residenza”. Per la prenotazione di una TAC al torace, ad esempio, all’ospedale di Bressanone bisogna attendere 50 giorni mentre all’ospedale di Merano sono 28 giorni e a Silandro l’attesa è pari a zero. Idem per la visita urologica: al distretto di Appiano 6 giorni, all’ospedale di Bressanone 99.

L’intenzione è, poi, quella di aumentare l’organico qualificato (nel 2016, intanto sono stati assunti 29 nuovi medici) grazie anche all’acquisto di ulteriori prestazioni da parte di privati, per eseguire le colonscopie ma anche per ampliare i settori della reumatologia, dell’oculistica, della dermatologia e dell’ortopedia. In futuro, inoltre, ci sarà un unico numero di telefono per prenotare tutte le visite (1533) oltre all’116117, il numero unico europeo per le cure non urgenti, ma si punta anche all’informatizzazione del servizio: “Il prossimo anno, ad esempio, le prestazioni di radiologia saranno prenotabili anche online, così come i referti di laboratorio potranno essere scaricati e pagati tramite Internet”. Sarà possibile, questa l’altra novità degna di nota, prenotare le prestazioni specialistiche e diagnostico-strumentali anche presso tutte le farmacie della Provincia.

Il pacchetto di misure prevede anche un software per riconoscere l’appropriatezza delle prescrizioni secondo i quattro livelli di urgenza previsti - vale a dire urgente, prioritario, differibile e programmata - e che sia quindi in grado di indirizzare il medico a prescrivere o meno un certo esame diagnostico. Schael ha ricordato infine che “il paziente non dovrebbe essere sostenuto solo in caso di malattia (medicina di attesa), ma piuttosto nel perseguire stili di vita sani (medicina di iniziativa). Così, ad esempio, esiste la possibilità del monitoraggio dei parametri di salute dei pazienti diabetici tramite la telemedicina che invia automaticamente al medico curante i valori rilevati dal paziente stesso”.